Capitolo 24

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"Carpe Diem"

Lino's pov

Ho bisogno assolutamente di parlare con lei. Ho bisogno di chiarire, il prima possibile. Voglio dirle quanto la amo, quanto desidero trascorrere il resto della mia vita con lei al mio fianco.

Indosso giacca, cravatta e camicia, mi guardo allo specchio e realizzo di somigliare a Claudio Conforti, solamente un pochino più sentimentale. Sorrido pensando a lei, al suo sorriso, ai suoi occhi. Giro e rigiro nelle mani la scatola rossa che contiene l'anello di fidanzamento. Sono più pronto che mai, sento che lei è la donna giusta. E' lei e lo è sempre stata.

"Lino, è arrivato il momento. Non pensarci troppo sennò non lo fai più." Dico guardandomi allo specchio, ho ansia. Sono teso come quando sto per andare in scena, anche di più. Dirà si o mi rifiuterà? Mi dirà che dovrà pensarci? Vorrà tornare da Ross? Ho paura di rimanere ferito in modo permanente, ma se non ci provo non saprò mai dare una risposta a queste mie domande.

"Carpe diem." Sistemo il colletto della camicia e poi esco di casa.

Il silenzio nella macchina mi sta facendo impazzire quindi accendo la radio, stanno trasmettendo "Creep" dei Radiohead. La ascoltavo spesso da adolescente.

"When you were here before

Couldn't look you in the eye

You're just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
I wish I was special
You're so fuckin' special"

E anche ascoltando questa canzone, penso a lei. Lino sei innamorato perso. Diceva Bram Stoker, scrittore irlandese: "L'uomo più fortunato che calpesta questa terra è chi trova...il vero amore."

Posso ritenermi un uomo fortunato avendo trovato il vero amore, la mia anima gemella. La mia musa. Mi chiedo come una donna possa fare questo effetto a un uomo. Si insinua nella mente e non va più via, come un tatuaggio.

Non se ne va, rimane li.

Indelebile.

L'ansia sale e mi avvicino sempre di più a casa di Alessandra. Arrivato nel cortile parcheggio. Il cuore batte all'impazzata, come se dovesse uscire dal petto. Le serrande sono tutte chiuse, dormono tutti ancora.

Suono al campanello con le mani tremanti, ho portato con me delle rose. Romantico, no? Lo spero.

Aspetto qualche minuto, ma non mi apre nessuno. Sicuramente non vorrà parlarmi. Mi sento in colpa per come ho reagito ieri, avremmo potuto parlare da adulti. Tranquillamente e magari terminare la conversazione con un abbraccio.

Perdo la speranza, mi dirigo verso la macchina. Sto per aprire lo sportello quando sento una voce chiamare il mio nome. Tiro su la testa e vedo Gabriella, la sorella di Alessandra, che si sporge dalla finestra.

"ASPETTA!"

Mi fermo nel piazzale, Gabriella mi raggiunge. Ha l'aria di essere preoccupata, ma comunque sia non le manca il sorriso sul viso.

"Gabriella, che succede?"

"Appena te ne sei andato Alessandra era devastata. Ha bevuto..."

"E...cosa è successo?"

"Sta ancora dormendo, è distrutta. Non ti ha sentito arrivare. Se vuoi sali in camera sua."

"Ok...grazie Gabriella."

"Niente."

"Gabriella..."

"Dimmi."

"Ehm...bevendo credi che possa aver causato qualche problema al bambino?"

IO E TE COMPLICI FUORI DAL SET (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora