she looks so perfect- capitolo 1

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Avevo proprio sbagliato, non dovevo dire a mia madre che sicuramente avrei passato l'estate a casa Shelly, ma non può costringermi a passare una noiosissima estate con mio padre, non sarà successo niente di bello sicuramente.

"Mamma, quante volte devo chiederti scusa?" Piagnucolai alzando le mani in aria.

"Non se ne parla, e diamine Taylor hai 17 Anni non 10, comportati bene." Strinse la presa al volante.

"Scendi e vai da tuo padre."

Uscì dall'aiuto sbattendo la portiera e restai di fronte l'edificio con le valige al mio fianco.

Stupida mamma.

Entrai nel grande edificio vedendo persone andare avanti e indietro

Il rumore assordante dei tacchi della segretaria rimbombava nel lungo corridoio dalle pareti grigie.

"Scusa" cercai di starle al passo.

"Si?" Si voltò squadrandomi.

"Sto cercando Nick Smith sa per caso dov'è?"

Guardò a destra e a sinistra per poi indicarmi la sinistra.

"La stanza 201" poi, scomparve lungo il corridoio."

Trascinai le valigie fino alla porta 201.

Poggiai le nocche sulla porta d'acciaio fredda e sentì delle urla di divertimento all'interno.

Stavo per bussare ma la porta si aprì e sentì un liquido bagnarmi del tutto.

"O dio scusa pensavo fossi Calum" si avvicinò il biondino soffermando lo sguardo sul mio seno.

La maglietta che per fortuna non era bianca, ma si era appiccicata al mio petto ristringendolo.

"Però non mi dispiace questo spettacolo." Appoggiò la spalla alla porta.

Mi voltai prendeno una giacca e chiusi velocemente la zip.

"Sto cercando Nick Smith e per caso qui?" Balbettai.

"E tu saresti?" Giocò con il piercing sul suo labbro inferiore stringendolo tra i denti.

"Sua figlia." Alzai le sguardo incrociando i suoi occhi azzurri e tremendamente inquietanti ma allo stesso tempo incredibilmente belli.

Sorrise facendomi segno di entrate nella stanza.

Entrai e notai che non c'era nessuno.

"Dove sarebbe?" Alzai leggermente il tono della voce.

"Sta tranquila-aprì una bottiglietta d'acqua- adesso arriva."

Annuì sedendomi sulla poltrona rossa.

Continuava a fissarmi sorridendo, un sorriso inquietante e pieno di malizia.

"Come ti chiami?" La sua voce era roca e seducente e lo ammetto, quel ragazzo mi ha intimidita.

"Taylor." Giocai con le mie dita non avendo la capacità di alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi.

"Io sono Luke,Luke Hemmings"

La porta si aprì ed entrò mio padre guardando prima Luke e poi me.

"Papà" mi alzai abbracciandolo.

"Piccola" mi bació i capelli.

"Come stai?" Si allontanò prendendo le valigie.

"Bene, papà avevo detto alla mamma di lasciarmi a casa tua ma sai com'è, non mi ha dato ascolto." Alzai le spalle, Luke sei di troppo qui smamma. ah no, sono io che non c'entro niente.

"Sta tranquilla-sospirò- allora io porto le valigie a casa, tu puoi fare i giri degli studi se vuoi" mi sorrise

"Vado." Mi allontanai dalla stanza camminando verso gli studi della Modest si mio padre è il direttore della Modest , ma non ho voglia di parlarne.

Vidi le sale di registrazione e quelle per registrare i video.

"Taylor"

Mi sentì chiamare da dietro, e mi voltai vedendo Luke, ma che cavolo vuole?

Continuai a camminare senza fermermi entrando in uno stanzino buio.

Sentí la porta chiudersi alle mie spalle, e mi spaventai.

Dove diamine sono?

Long way home[Luke Hemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora