Non un addio, ma un arrivederci

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**Thranduil's PoV**

Appena uscito dalla porta mi diressi verso l'aula in cui si teneva il consiglio. Avevo la netta sensazione che chi aveva pronunciato quella frase in Lingua Nera fosse un certo uomo anziano, con una folta barba grigia ed un cappello a punta.

Quando arrivai alla mia destinazione i partecipanti alla riunione si stavano congedando. Evidentemente il Concilio era terminato, per quel giorno.

"Gandalf, ho bisogno di parlarti." ordinai senza mezzi termini. Il diretto interessato annuì e mi si avvicinò.

"Anche io avrei delle cose da dirti." si aggiunse Elrond, sempre rivolto all'Istari.

"Padre! Tutto bene?" chiese Legolas, non aspettandosi la mia presenza.

"Tutto benissimo, devo solo scambiare due parole con lo Stregone. Vai a trovare Aredhel, tu. Controlla che stia bene." gli dissi, senza staccare gli occhi da Gandalf.

Legolas annuì e prese congedo, imitando gli altri partecipanti alla riunione.

Io, Elrond e lo Stregone ci spostammo in una zona più tranquilla e lontana da orecchie indiscrete.

"Mai nessuno, prima d'ora, aveva osato pronunciare quelle parole in questo luogo." iniziò Elrond.

Osservai il mio corrispettivo: sembrava abbastanza alterato per ciò che era accaduto, cosa che, visto il suo carattere, era molto rara.

"Tuttavia non ti chiedo perdono, mio Signore! Il Male si sta muovendo, e la Lingua Nera sarà udita in ogni angolo della Terra di Mezzo, se i popoli liberi non muovono guerra. I partecipanti al consiglio avevano bisogno di essere smossi, o la minaccia sarebbe sembrata semplicemente parole al vento!" replicò lo Stregone sicuro di sé.

"E non hai pensato che la Lingua Nera potesse dare fastidio, vero? Ad esempio a mia moglie, che porta in grembo mia figlia!" ringhiai.

"Mi dispiace aver arrecato disturbo, ma questo non cambia la mia convinzione. Un attimo di dolore sicuramente non ha fatto niente di grave alla piccola!" rispose lui cocciuto.

"No, certo, fisicamente sta bene, peccato che la futura principessa di Boscoverde si sia rigirata nella pancia della madre, cambiando posizione! - sbottai - Ti conviene fare più attenzione, Stregone, non sono disposto a tollerare un'altra mancanza di giudizio del genere."

"Concordo con il Re, Gandalf. Sii più prudente, non voglio pensare che il mio amico abbia perso la propria capacità di discernere cosa sia appropriato e cosa non lo sia!" aggiunse Elrond seriamente.

Lo Stregone annuì leggermente contrariato, ma non disse una parola. Presi il suo silenzio come un simbolo di assenso, perciò presi congedo da lord di Imladris e tornai alla mia camera.

Entrai e mi trovai davanti ad una scenetta davvero particolare.

"Ecco, qui. Se aspetti qualche secondo dovresti sentirla." stava dicendo Aredhel a Legolas, tenendo la mano sinistra del principe sulla sua pancia.

Seguirono dei secondi di silenzio, in cui Legolas era talmente concentrato sulla pancia di mia moglie da non accorgersi del mio arrivo. Aredhel, invece, dopo aver finito di spiegargli dove mettere la mano sollevò lo sguardo su di me e mi strizzò l'occhio.

Poi accadde qualcosa che fece ritirare a Legolas la mano di scatto, come se fosse stato scottato. Vidi mio figlio rivolgere uno sguardo allibito a mia moglie, che ne scatenò le risate.

"Cosa sta succedendo?" chiesi, rivelando la mia presenza a mio figlio.

"Lothìriel scalcia come un cavallo imbizzarrito!" esclamò il principe scioccato.

Erthannin dan Dur (Uniti contro le tenebre)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora