capitolo 23

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[ 10 mesi dopo ]

<Nataaaan>
<Arrivo arrivo, dammi cinque minuti>
<Io ti...argh...SEI. SEMPRE. IN. RITARDO.>
<Scusa Dom poi mi faccio perdonare>
Anche se non mi può vedere perché è ancora nell'altra stanza sorrido.
Mi squilla il telefono e alzo gli occhi al cielo.
<Ecco lo sapevo Nate, è mio padre>
<Chiedigli scusa da parte miaaa> mi urla
Sbuffo e rispondo alla chiamata.
<Ciao papà>
<Dominique tesoro, noi siamo già qui>
<Si scusami, siamo un po' in ritardo>
<È colpa sua vero? Lo sapevo che non era affidabile>
<Papà> alzo gli occhi al cielo <papà ti prego non iniziare>
<Fate il prima possibile che non ho tempo da perdere lo sai>
<Papà è il mio fidanzato, non stai perdendo tempo se te lo presento>
<Va bene va bene, fate in fretta>
Chiude la chiamata e mi stendo un attimo sul divano.
In queste ultime settimane non ho fatto altro che lavorare e sono stanchissima, inoltre ho anche iniziato i preparativi per il matrimonio che sono tutt'altro che rilassanti.
<NATAAAN> urlo dopo altri cinque minuti <poi sai come fa mio padre>
Finalmente è pronto e si mette il cappotto prima di uscire.
<Scusami, poi glielo dico io che è colpa mia> mi dice dandomi un bacio
<Si come no, già che non gli piaci> inizio chiudendo la porta del mio appartamento <pensa un po' se ti do, giustamente, la colpa del nostro ritardo il primo giorno che lo conosci>
<Come non gli piaccio?>
<Genitori iperprotettivi, non è colpa mia> gli dico alzando le spalle
<Ma io sono così carino> dice facendo la faccia da cucciolo in tutta risposta rido e lo bacio ancora
<Si è vero>
Saliamo in auto e in meno di dieci minuti siamo davanti al ristorante.
<Sei nervoso?>
<Certo che lo sono, sto per conoscerli...e se davvero non gli piacessi?>
<Te l'ho già detto che non gli piaci> gli faccio notare ma lui mi ignora
<E se mi trovasse snob?>
<Ma non lo sei>
<E se non fossi abbastanza per sua figlia?>
<Hai finito con questa crisi di panico da fighetta o cosa> gli dico mezza scocciata <Anche io ho ansia smettila di aumentarla>
Mi prende per mano e questo semplice gesto mi tranquillizza.
Camminiamo nella veranda fino ad arrivare al tavolo dei miei genitori.
Mio padre rimane seduto e scruta Natan con freddezza mentre mia madre corre ad abbracciarci.
Ci sediamo e subito inizia il terzo grado.
<Natash quindi...da dove vieni?>
<Papà, Natan, veniva con me al liceo> gli ripeto per l'ennesima volta <è di Londra>
Lui sbuffa e continua imperterrito
<Che lavoro fai?>
Lui è parecchio nervoso, si vede che ci tiene a fare una buona impressione.
<Ho ereditato l'azienda di mio padre signore> dice tremando e il "signore" mi strappa un sorriso
<Un raccomandato quindi> sentenzia
<Caro!> Lo ammonisce mia madre
<Sto solo chiedendo. E che azienda sarebbe?> Domanda sorseggiando il suo drink
<La Teleproject Gate Business>
Ed ecco che mi ritrovo la maglietta fradicia a causa dello sputo di mio padre
<La la la...tele...> È rimasto senza parole quando ha scoperto che il mio futuro marito è il proprietario di una delle aziende più ricche e prestigiose di tutta l'Inghilterra.
<Si occupa di trasportare i container navali> specifica lui anche se non c'era bisogno perché chiaramente mio padre lo sapeva già.
<La tele...> Continua lui allibito <Dominique non me lo avevi mai detto>
<Non me lo hai mai chiesto> gli faccio notare, effettivamente ogni volta che parlavamo di lui non faceva altro che insultarlo perché ero ancora la "sua bambina" e quindi nessuno poteva andare bene per me.
<Ma è fantastico Natal> finalmente riprende l'uso della parola e anche se non azzecca mai il suo nome passa tutto il resto del pranzo a elogiarlo.

Quando torniamo a casa lo vedo parecchio soddisfatto, ha un sorriso che gli parte da un orecchio e arriva all'altro.
<È uno dei giorni più belli della mia vita> mi confessa
<Addirittura?>
<Giuro, piaccio ai genitori della donna che amo> mi guarda con occhi sognanti e mi stringe forte.
<Non volevo altro> dice abbracciandomi <anzi in realtà qualcos'altro vorrei>
<Ah sì?> Dico fingendo di non capire < e cosa sarebbe?>
<Ah be', non serve parlare per scoprirlo>
Mi toglie subito la maglia e mi trascina sul letto poi si slaccia i pantaloni.
Continuiamo a baciarci con foga cercandoci l'un l'altro fino a quando non scende con la sua bocca verso la mia biancheria.
<Qualcosa mi dice che adesso finirà per terra> mi sussurra
<Non avevi detto che non dovevamo parlare?>
Sorride e rimango completamente nuda, sento il suo corpo sopra di me che si muove prima dolcemente poi in modo più sostenuto.
Tocco i suoi addominali e mi perdo tra il profumo della sua pelle abbronzata su cui lascio piccolo baci.
Accarezzo i suoi capelli con le mie mani e poi intreccio le mie dita sulla sua schiena, sento il suo respiro sul mio collo mentre il suo corpo si muove avanti e indietro.
Inarco la schiena e quando raggiungo l'apice mi sussurra <ti amo>
In questo momento sono serena, non mi turba niente, non ho alcun problema e ho vicino persone che tengono a me e mi sento realizzata più che mai nel lavoro.
Non c'è alcun motivo per essere tristi.

Piove leggermente e mi stringo nel cappotto, non sento il freddo ma lo avverto, è una sensazione strana.
Cammino velocemente ma non provo alcuna fatica e quando mi arrampico sulla roulotte non sento il ferro freddo della scala sotto i palmi delle mani.
Mi siedo e comincio a guardare il crepuscolo, vicino a me che mi tiene stretta un un abbraccio c'è Natan.
Sento i suoi corti capelli neri appoggiati sul mio collo poi con il suo braccio abbronzato mi indica il sole.
<Lo vedi quello?> Sento chiaramente la sua voce e annuisco
Poi ad un tratto il pizzicore al collo dovuto alla sua presenza cessa e la stretta si fa più accogliente, lui mi prende la testa e la appoggia sulle sue gambe accarezzandomi i capelli.
Non ha mai fatto questo gesto con me e rimango sorpresa.
<È meraviglioso> dice e la sua voce mi risulta strana
<Capisci perché dico che è la parte più bella della giornata?> Intervengo
<Tu sei la parte più bella della mia giornata>
Mi volto di scatto perché questa non è la voce di Nate, non è il suo tocco e senz'altro non sono le sue labbra quelle che sfiorano impercettibilmente il mio collo nudo.
Adesso sì che riesco a distinguere bene ogni senso e ad avvertire le sensazioni.
Quello davanti a me non è il bel viso di un ragazzo ispanico abbronzata ma il tuo.
<Qualsiasi cosa succeda poi> dici <tu sei l'unica realtà che io abbia mai desiderato>
Mi sveglio di scatto e mi metto seduta nel letto, Nate dorme profondamente vicino a me e vedo il suo petto alzarsi ed abbassarsi ad un ritmo regolare.
Mi alzo e prendo un bicchiere d'acqua dalla cucina, improvvisamente mi è presa una ventata di calore e sto soffocando anche se fuori la temperatura non è certo mite.
Erano mesi che non ti sognavo, all'inizio è stata dura, non vederti, non sentirti, perdere completamente tue notizie, ho passato le prime settimane a pensare solo a te e ogni sera mi svegliavo con il tuo viso ancora impresso nella mente, poi ho finalmente deciso di accettare le avances di Natan e poco dopo ci siamo messi insieme.
All'inizio era nata come distrazione per non pensarti anche se le prime volte quando facevamo sesso è inutile dire che pensavo solo a te.
Ma poi con il passare del tempo ho imparato a conoscerlo e ad amarlo e a breve ci sposeremo, ma era davvero tanto tempo che tu non comparivo nei miei sogni e questo mi fa uno strano effetto.
<Non dormi?> È lui, si è probabilmente svegliato a causa del mio rumore e si avvicina a me
<Tutto bene D?> Mi dice cingendomi la vita con le sue forti braccia
<Si, ho solo avuto un...incubo>
<Dai torna a dormire, te lo faccio passare io l'incubo>
<Non adesso Nate, sono stanca> lo rifiuto e noto un velo di delusione manifestarsi sul suo volto così gli lascio un bacio sulle labbra.
<Che genere di incubo era?> Mi chiede
<Me lo sono dimenticata> mento in fretta, non voglio che sappia che ti ho sognato, vorrei non averlo fatto perché mi succedeva quando mi mancavi e all'ora non ero felice ma adesso lo sono.
Quindi torno a letto e mi addormento fra le sue braccia cercando ancora una volta di dimenticare.
Di dimenticarti.

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