Sono solo per te.

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"Dimmi, sono qui solo per te."

"Nono,è andato tutto bene, sta tranquilla Marghi.."

Non ero abituata ad essere trattata così; era freddo, distante, ma non mi diceva nulla.

"Io non so..Per favore, parla con me. Sono solo per te, come sempre..E sarebbe bello sapere perchè mi hai chiamato -Marghi-"

"Perchè non mi interessa sapere che c'è ancora qualcuno che ci tiene a me. Non voglio sentirne più nulla."

Non riuscivo a concepire i suoi comportamenti del tutto assurdi, specie nei miei riguardi. Non avevo idea di come potergli rispondere. Voleva essere allontanato? Sarei dovuta andare via, come sempre, con le mani tra le tasche e le cuffie a farmi da scudo? Avrei dovuto lasciarlo stare, lasciarlo? NO! Tremavo solo all'idea..Ma lui sembrava accentuare i miei pensieri..

"Vattene, non merito nulla. Vattene, trova una persona accettabile."

Non capivo cosa fosse successo di tanto grave per sentire questa sua autocommiserazione, questo suo essere perso nel vuoto. Lo percepivo lontano; ma non solo di km, come era ovvio che fosse, era distante...Era distante, con me. Che gli avevo fatto? Io che avrei dato la mia vita pur di vederlo sorridere.

"Ciuffetto, che è successo? Perchè parli così?" avevo scritto tra le lacrime sul mio volto; nel mio cuore, un silenzio profondo. Un vuoto che solo lui avrebbe potuto colmare, con la sua presenza ed il suo essere dolce e disponibile.

"Perchè sono un disastro e tu non meriti tutto questo. Non meriti la solitudine...Io sono solo la solitudine."

E non capiva proprio che la mia solitudine era la vita senza lui o con lui in queste condizioni.

"Vorrei capire a cosa stai pensando, che hai, cosa posso fare per farti stare meglio. Prendo il primo volo e vengo?" azzardai. Ma, dentro me, sentivo che l'avrei fatto pur di sapere la verità circa questa storia, perchè stavo iniziando ad impazzire.

"Nono, non fare cazzate per me. Non potrei neanche prenderti all'aeroporto."

"Nessuno te l'ha chiesto; vengo io. Che cazzo è successo, Casì?"

"Stavolta sei tu ad avermi nominato per cognome...Sei incazzata con me? Hai ragione, lasciami andare."

"Ti pare che se io fossi incazzata con te mi preoccuperei di prendere il primo volo per venire da te?"

"No, tu sei troppo buona. Ma gli altri no, gli altri fanno schifo."

"Allora vieni tu da me." dissi, senza più fiato e con gli occhi lucidi."

"Lo sai che non si può..Ma adesso vorrei te, con me."

"Prima dici che ti devo lasciare andare, che devo allontanarmi..Si può sapere che cosa ti succede? Io vorrei solo aiutarti, se non chiedo troppo. Vorrei dirti che sono qui e che non me ne vado, neanche se mi minaccerai a morte, non me ne vado, perchè senza te non sono nulla."

"Piccolina...Io sono inutile. Ti ho fatto stare male, adesso, come sempre.Ti preoccupi troppo per me;non ne vale la pena.."

"Almeno lascialo decidere a me, non posso crederci..Inizio a pensare che tu sia serio..Perchè me ne dovrei andare?"

"Perchè sono inutile." lo scriveva in continuazione, lo aveva detto mille volte almeno nella conversazione, che continuava a crescere con queste tre parole che stavo odiando.

"RESTA CON ME. CI SONO IO CON TE."

"Vattene..Non ti merito."

"Alessandro basta, basta davvero! Se vuoi dirmi tutto, è la volta buona. Non so più come fare. Che è successo?"

"Nulla..."

"Bene, allora io sono inutile qui..Grazie per avermi lasciato sola anche tu, grazie perchè mi hai tagliato fuori dalla tua vita in dieci minuti e grazie perchè non mi hai lasciato scegliere. Eravamo insieme, due persone,ma hai deciso sempre tutto tu. Hai deciso tu di mollarmi così, ma io resto. Contattami quando vuoi, le mie braccia sono sempre aperte per te..Come anche la mia vita. Ciao piccolo."

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