Izuku Midoriya

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"Allora... vuoi sapere la mia storia? Bene partiamo subito. Da quando sei scomparso è scomparso un gran bel pezzo di Izuku. Non riuscivo più a sorridere e continuare a vivere le mie giornate mi sembrava sempre più faticoso e senza senso. Dalla mia parte ormai era rimasta soltanto la mamma. A scuola andava malissimo, ma non parlo solo di voti, c'era un bulletto che mi aveva letteralmente dato tutta la classe contro, ogni giorno venivo picchiato e insultato e una volta tornato a casa dovevo nascondere il tutto per non far preoccupare la mamma" dissi con un sorrisetto in faccia. Stavo pensando a come era prima la mia vita e a come il ruolo di Kacchan sia cambiato radicalmente. "Così passarono i mesi e ogni giorno non facevo altro che pensare a te. Tu non hai la minima idea di quante lettere io ti abbia scritto, non potevi darmi risposta, lo sapevo, ma era una valvola di sfogo. Ad ogni modo la parte davvero brutta arriva solo adesso. Strano pensare come tutto sia successo nel giro di pochi mesi. Mamma aveva cercato di fare un passo avanti in ambito amoroso e si è trovata distrutta. Il compagno era violento, continuava a picchiarmi ogni giorno. Mi ero ripromesso di staccarmi dal mio brutto vizio ma appena l'estate incominciò io mi ritrovai sempre con la lametta in mano.
Ad agosto Izumu, questo era il suo nome, partì per due settimane e io approfittai del tempo per uscire da quella benedetta casa a mare. In quel posto incontrai i miei compagni di scuola, di quella nuova però. Il destino ci aveva riunito insomma. Papà sono entrati allo UA, quello che ho sempre sognato" dissi eccitato e fiero di me stesso. "Ah e prima di continuare, devo farti una domanda. Sei omofobo? Perché conosco delle persone che non sono proprio etero e non vorrei che tu-" stavo iniziando a farfugliare quando lui mi tappò la bocca e mi disse "assolutamente, ognuno è libero di amare chi vuole". Mi staccai e continuai la mia storia "Bene papà allora... bhe... io sono bisex" dissi un po'arrossato. Non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia anche se sapevo come la pensasse, ma di risposta ebbi soltanto un abbraccio.

"Allora mi conosco con questo ragazzo, si chiama Todoroki, che mi aiutò un sacco. Io mi ero totalmente innamorato di lui che fu l'unico con cui mi sfogati nel momento del bisogno. Gli dissi pure di quel bullo e lui mi stette lo stesso vicino. Quando iniziò la scuola non ti dico che trauma: me lo ritrovai di nuovo in classe, sempre lui pronto a rovinarmi la vita. In qualche modo disse a Todoroki che io avevo mentito su tutto e lui gli credette." dissi sospirando e giocando con i pollici. "Quella giornata avevamo parlato di mattina e lui mi diede certezza che potevo fidarmi di lui, così gli dissi di incontrarci a casa perché gli volevo confidare il mio più grande segreto, cioè della mia anoressia e dell'autolesionismo. Purtroppo successe quel che successe e lui non venne. Caddi davvero in basso, mi sentivo così male in quel momento e ad aggravare la situazione il giorno dopo lui mi accusò di essere un bugiardo. A quel punto lo portai in un posto riservato e gli esplosi in faccia, letteralmente. Gli dissi tutto quello che volevo dirgli il giorno prima e me ne andai da scuola, senza dargli il tempo di reagire. Corsi via e raggiunsi il parco dove andavamo sempre, il posto speciale. Ti scrissi una lettera, una lettera di arrivo diciamo. E un'altra di addio, per la mamma. Non sopportavo più niente, volevo soltanto stare tra le tue braccia.
Misi la lettera di mamma vicino l'albero con la tua incisione e la tua la misi in tasca. Quando stavo per andarmene una volta per tutte però mi ritrovai di fronte Kacchan e Todoroki. A quanto pare si era reso conto che aveva sbagliato e voleva parlarmi. Ma ormai era troppo tardi. Corsi via da loro e riuscii a seminarli. Mi ritrovai in un marciapiede, stavo per fare tutto in casa quando ancora una volta ci fu qualcuno che mi fermò. Vidi Kacchan di fronte a me con la lettera di mamma, ormai aveva capito che stava per succedere. Ma ormai era troppo tardi, mi buttai in strada al rumore di un camion. Mi prese in pieno. Andai in ospedale dove ero in condizioni davvero gravi, ero a rischio di non farcela. Ma molto più importante, durante il mio "coma" diciamo, anche se non lo era, vidi tutti i parenti che non stavano più con noi, ad esempio la nonna. Chiesi di te e mi dissero che non stavi con loro. A pensarci ora è plausibile che tu non potessi stare con loro." dissi sorridendo. "Comunque sia riuscii a sopravvivere, il bullo cambiò scuola, la mamma lasciò il suo compagno e mi misi con Todoroki, stava andando tutto bene insomma a parte che la nostra relazione non durò molto, anche perché sapevo che lui non fosse sicuro dei suoi sentimenti, e quando ci fu un obbligo ad una festa che consisteva nel baciare una ragazza, lui scelse lei al posto mio. Da quel giorno lui si allontanò per paura di ferirmi e ieri sera finalmente abbiamo fatto pace. Mentre noi due adesso ci troviamo qui perché una volta lasciato avevo capito di essermi innamorato di qualcuno ma non sapevo ancora di chi. Quindi volevo una pausa da tutto e tutti fuori dalla nostra città ma la mamma non fidandosi decise di farmi portare Kacchan con me. E adesso che ho fatto questo viaggio finalmente ho i miei pensieri al posto loro e posso dirti che" dissi incrociando la mano di Kacchan con la mia e alzandola "io mi sono innamorato di lui, la persona che mi è stata sempre accanto. E lui di me" dissi con un sorriso. "E questa è la mia storia" conclusi. Mio padre aveva le lacrime agli occhi, non sapeva che dire ed era anche normale. Lo abbracciai e quando ci staccammo gli dissi finalmente la frase che volevo dirgli da anni e anni

"Papà, torniamo a casa?"

Okok gente eccoci a fine capitolo, scusate doveva uscire ieri lo so. Come Ve ne pare?

Stiamo agli sgoccioli eh, preparatevi per il finale.

Se avete consigli non esitate a scrivere, un bacione! <3

Solo un ricordo {BAKUDEKU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora