Promesse

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-KATSUKI!- il portale ormai si è chiuso.

-NO! NO! KATSUKI!-

- Basta, basta, Emiko! Ormai non c'è più!- Shoto mi afferra per le spalle e mi abbraccia, nonostante i pugni che tiro lui non si allontana.

-LASCIAMI! HO DETTO LASCIAMI! DEVO SALVARLO! LASCIAMO, SHOTO!- il ragazzo non batte ciglio, mi accarezza i capelli, come si fa con i cani per cercare di calmarli, ma non funzione. In lontana sento un grido, di dolore e di disperazione, quando vedo Midoriya a terra contorcersi per colpa delle gravi ferite che ha riportato il mio cuore smette di battere.

E' davvero finita. Così. Siamo tutti a terra. Non c'è più niente che possiamo fare. Abbiamo perso.

Cado sfinita fra le braccia di Shoto, l'ultima cosa che ricordo è la sua faccia e i suoi occhi lucidi, in sottofondo il pianto di Izuku.

-Non lo fare, Emiko! Ascoltami! Emiko! Va via! Così morirai! Per favore! Emi!-

-IO DEVO SALVARTI!-

-Ehy, fiammella! Va tutto bene, starò bene! Tu però devi vivere, promettilo: devi ancora dirmi quella cosa, al fiume. A dopo! Promesso?!-

-A dopo!-

-NO!-

-Ti amo!-

-NO! KASTUKI!- apro gli occhi, era solo un sogno, un incubo, davanti a me non c'è nessuno, però sento qualcuno stringermi forte le mani.

-P-papà!- accanto a me, chini sul lettino dove sono stesa, ci sono i miei genitori, Hizashi ha un aspetto tremendo, è pallido, i capelli scompigliati ed è ancora in pigiama, mio padre, invece, è sporco di sangue e fango, la presa della sua mano è tanto stretta. Devo averli svegliati con il mio urlo, ora mi guardano con aria persa, credo stiano cercando di capire se sia veramente qui o sia solo un'illusione, Hizashi scoppia a piangere quando accenno un piccolo sorriso e mi abbraccia, mio padre continua a stringermi la mano ma non fa altro, sembra con la mente da tutt'altra parte.

-Emmie! Grazie al cielo, sei viva! Emmie, tesoro, ho temuto il peggio, non farlo mai più ti prego, non posso sopportarlo, Emmie, argh, mi sono preso uno spavento!- il biondo riversa le sue lacrime, il suo è un pianto isterico, sul camicie da ospedale che ho addosso, solo ora mi rendo conto di essere in uno ospedale con le flebo attaccate al braccio.

-H-has/ Papà!- non riesco a dire altro al biondo, ma basta questo per ora. Sto ancora cercando di capire cosa sia successo, il mio cervello non riesce ad elaborare tutto, sono confusa, ricordo tutto solo che non in ordine, potrei impazzire.

-E-Emiko...- finalmente mio padre si decide a parlare, mi stavo preoccupando, ma dal suo tono di voce sembra parecchio arrabbiato, il suo sguardo è spento, Hizashi ha smesso di abbracciarmi ed ora guarda il suo compagno, hanno ragione ad essere arrabbiati, non faccio che farli preoccupare da tutta la vita, e da quando sono entrata alla U.A. le cose sono peggiorate, e ieri ho infranto una promessa: non devo mai superare il mio limite massimo. Lo avevo promesso, ma sono comunque scesa al di sotto del 10%, il mio limite massimo. Prima che posso dire qualcosa, una giustificazione, il corvino mi salta addosso e mi abbraccia, sento una lacrima sfiorarmi la guancia, ma non sono io a piangere, è lui, sta singhiozzando, respira anche molto a fatica.

-Papà... scusami. Scusatemi! I-io...- ora sto piangendo, ne sono sicura.

-L'importante è che tu sia viva, Emi!- mio padre deve stare molto male, non lo dico per le ferite che ha sul corpo, ma credo che si senta in colpa per tutto, sono poche le volte che l'ho visto in queste condizioni, quando arriva a piangere così davanti a me, sta proprio male. Vorrei dirgli che non è colpa sua, non è colpa sua che i villain ci abbiamo attaccati, non è colpa sua se i suoi studenti sono stati avvelenati o hanno combattuto, non è colpa sua se io ho superato qualsiasi limite possibile, a costo della vita, non è colpa se Bakugou è stato rapito.

COLLIDE - Bakugou x reader(OC) ᶜᵒᵐᵖˡᵉᵗᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora