Capitolo 6

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P.O.V. Lizzie

In palestra c'è Marissa la mia compagna di biologia, mentre facciamo stretching ci mettiamo a parlare. "Guardalo..." "Ma chi il nuovo ragazzo? Ci hai già messo gli occhi addosso ?" "Mi piace e per quanto siamo stati insieme mi sembra un bravo ragazzo." "Allora digli di uscire" "Già fatto... Mi ha detto che non sono il suo tipo !" "Cosa?! ma tu sei il tipo di tutti!" "Lo so. Pomeriggio usciamo ma come amici... E' stato attento a sottolinearlo. Cosa faccio?" "Ti posso dire cosa facciamo noi comuni mortali... Fallo ingelosire, funziona sempre" "Grazie amica" 

P.O.V. Hope

Vedo Lizzie fissarmi. Mi dispiace che si sia illusa su di noi ma la vedo solo come una amica. Continuo con i pesi e girandomi verso l'ingresso vedo entrare Josie. Lei saluta una ragazza con cui parla Lizzie e quest'ultima poi viene dritta verso di me. "Ehi... ti disturbo?" "No, avevo appena finito" "Dovrei parlare con te, ti va di fare una passeggiata ?" "Certo, ma mi daresti un minuto? Il tempo di lavarmi nelle docce qui dietro? Sono sudato." "Ma certo fai con comodo. Io ti aspetto qui" Sono un pò confusa. Non so di cosa vuole parlare Josie quindi mi sbrigo per scoprirlo. Menomale che ho portato il cambio. 

Uscita dalla doccia mi cambio velocemente e raggiungo Josie con la quale mi incammino verso l'uscita. Faccio un cenno di saluto a Lizzie che ci guarda in modo strano. 

"Ti va di fare colazione? C'è un bar a cinque minuti da qui e potremmo parlare li" "Si okay" 

Arrivate al bar ordiniamo due cappuccini e due cornetti. 

"Okay... che succede? Mi devo preoccupare?" "No, volevo chiederti scusa." La guardo strana, non capisco  a cosa si riferisca "Sai... per ieri sera. Mi dispiace ma Pen..quella mi fa salire i nervi e mi rende nervosa. Non volevo rovinarti la serata, di solito non sono così. Sono più socievole. " "Tu e tua sorella siete uguali." Lei non capisce e anche volendo non potrebbe. "Anche lei si è scusata ma ti dico come ho detto a lei, non dovete scusarvi di niente. Mi sono divertita emm... divertito e questo mi basta. Anzi mi dispiace che sei stata male per la tua ex ma ti capisco, almeno io ho meno probabilità di rivederla di te..." "E' stato brutto anche per te?" "Già..." 

Parlammo per un pò, poi mentre andava  al bagno pagai per entrambe e l'aspettai fuori. Stavo guardando il cellulare quando qualcuno accanto a me si schiarisce la voce. Lizzie. 

"Anche tu qui? Aspetti qualcuno ?" "Si, aspetto tua sorella" "E come mai voi due siete venuti a fare colazione soli soletti?" Devo trovare una scusa plausibile. "Dovevo parlarle... Lizzie ci hai seguito?" "IO...NO!!" "Lizzie spero di essere stato chiaro che tra di noi non c'è nulla e mai ci sarà." "Si certo. Capito." "Bene... forse è meglio se pomeriggio non usciamo"  Non rispose ma semplicemente annuì e andò via. Intanto Josie non usciva più e mi stavo preoccupando. 

Entro e mi dirigo al bagno. Sento degli strani rumori e singhiozzare. Entro senza esitare un attimo e la scena che mi si presenta è orrenda. Josie contro il muro che piange mentre Penelope, la sua ex tiene una mano sul suo collo e l'altra stringe il suo seno. Senza pensarci prendo la stronza e la sbatto a terra. "Che cazzo fai? Vattene o ti ammazzo. Se ti vedo solo guardarla giuro che pregherai Cristo di non essere mai nata" le grido. "Josie" La stringo a me. Non c'è nulla da dire.

Al dormitorio saliamo al terzo piano e bussiamo alla porta della sua stanza. Ci apre un'assonnata Camila che vedendo Josie si preoccupa e chiama al cellulare Lizzie che immediatamente arriva. Una volta calmata Josie ci racconta quello che è successo. "Ti stava per violentare!" "Devi denunciarla ! Almeno devi dirlo a papà" "Josie guardami. Ascoltale, devi farlo. Pensa se lo rifà o se lo fa a qualche altra, ci sono io con te" Lei mi guarda e annuisce. 

Ci incamminiamo verso la direzione. Lizzie bussa e ad aprire è il vicepreside che ci fa passare immediatamente. "Papà dobbiamo parlare. E' successa una cosa gravissima a Josie. " "Ragazze ditemi tutto, cosa è successo piccola?" "Penelope." Lizzie prese la parola perchè Josie aveva ricominciato a piangere con la testa sprofondata nel mio collo. Raccontò cosa era successo. Il preside si infiammò subito. Chiamò i carabinieri e denunciammo Penelope che fu presa in custodia. 

"Ragazzo ti ringrazio per esserci stato per mia figlia. Non so cosa sarebbe successo se non fossi entrato in bagno." Il preside con gli occhi rossi mi strinse la mano. "Sei il nuovo alunno della scuola, mi ha parlato bene di te il nostro coach. Spero che ti stia trovando bene e che ci darai tante soddisfazioni" "Grazie signore"  

MI PIACI PER CIO' CHE SEI (Hosie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora