Capitolo 17

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Passammo tutto il giorno seguente al compleanno insieme a Camila e alla sua famiglia. Dopo un breve saluto a Lola e ad alcuni amici ritornammo alla scuola Salvatore, ognuno con i propri mezzi. A differenza dell'andata durante la quale ero sola sulla mia Honda 750, al ritorno Josie venne con me. Arrivati la sera tardi ai dormitori accompagnai le ragazze, salutai con un bacio Josie e andai nella mia stanza. 

I ragazzi stanno già dormendo e faccio di tutto per non svegliarli ma non funziona perchè MG si alza.

"Ehi Hope, che combini" "Scusa MG, ritorna a dormire, domani mattina abbiamo l'allenamento" "Si, hai ragione. Sarà meglio che dorma anche tu" Detto questo si riaddormenta e dopo essermi cambiata mi metto a letto. Domani dirò tutta la verità al preside Saltzman e spero che tutto vada bene. 

Mi sveglio e dopo una doccia veloce corro in campo. Inizia l'allenamento e come sempre do il massimo. Il coach Bolton è contento dei miei miglioramenti e non vedo l'ora di discutere l'incontro con la mia vecchia scuola. Certo, sempre se sarò nella squadra fino ad allora. 

Finito l'allenamento faccio la mia seconda doccia della giornata e vado in mensa a prendere qualcosa da mangiare. Ci sono le ragazze sedute ad un tavolo e Camila e Rafael si sbaciucchiano. MG è seduto accanto a Lizzie e Josie mi guarda arrivare e mi sorride. Mi siedo vicino lei e le lascio un bacio sulla guancia. Mi sussurra all'orecchio così che nessuno senta a parte me "Sei pronta?" Le faccio si con la testa. Tra mezz'ora andrò a parlare con suo padre e le ragazze mi accompagneranno. Speriamo bene.  

"Ci siamo" Sono fuori dall'ufficio con le gemelle e Camila, proprio dove ho incontrato Josie per la prima volta. Pensandoci più che un incontro è stato uno scontro. Josie mi tiene per mano. Busso e ad aprire è il vicepreside, quell'uomo buffo informa della nostra presenza il dottor Saltzman e ci chiede di aspettare perchè quest'ultimo era in riunione. Venti minuti dopo siamo accolti nel suo ufficio, ci guarda preoccupato. "Sedetevi ragazzi e ditemi che succede" Prima di me Josie prende la parola "Papà, io, Lizzie e Camila facciamo solo da supporto. E' Hope che ha bisogno di parlare con te"

"Signore, devo dirle tutta la verità perchè questa condizione in cui ho vissuto dall'inizio dell'anno non riesco più a sopportarla" "Hope, mi devo preoccupare?" "No, non penso almeno" "Non tirarla molto per le lunghe e dimmi cosa è successo" "Signore, io sono Hope Mikaelson. Quella Hope Mikaelson. La figlia di Klaus e Hayley. Mi dispiace di aver mentito a tutti ma l'ho dovuto fare perchè voglio raggiungere il mio sogno, voglio una rivincita. Quando ho pensato di travestirmi da maschio non sapevo dei suoi trascorsi con la mia famiglia, non ne avevo idea. Non fino a venerdì quando sono andata a casa e i miei zii mi hanno detto tutto. Ho letto la sua lettera. Spero che non si arrabbi e che non mi espella o mi butti fuori dalla squadra. Ci tengo davvero a giocare a basket, è tutta la mia vita. E' l'unico modo per non pensare e per non sentire il peso che mi accompagna da quella maledetta notte" Il preside Saltzman non parla. Mi fissa. Lo sguardo perso nel vuoto. Il tempo sembra essersi fermato. Poi il suo volto è inondato dalle lacrime e mi abbraccia. 

"Hope. Ma certo! Che stupido che sono stato. Come ho fatto a non accorgermi di chi fossi veramente. Un animo gentile come il tuo non passa inosservato facilmente e invece io non me ne sono accorto. Che stupido" Piangiamo entrambi in questo dolce abbraccio. "Mi dispiace averle mentito ma accetterò tutte le conseguenze del caso" Ci stacchiamo e vedo Josie e Lizzie incredule davanti al pianto del padre. Forse non lo avevano mai visto piangere. "Hope non c'è nessun problema. Ci penso io a te. Tu fai parte della famiglia e la famiglia è" "Sempre e per sempre. Grazie signore " "Ti trasferirò in stanza con le ragazze, dovrebbe esserci un letto in più e parlerò con il coach, vedrai che non comporterà nulla l'essere femmina. Non nella mia scuola." "Io non so che dire" "Non devi dire nulla, non ci sono stato abbastanza per i miei migliori amici ma voglio rimediare. Hope, so di non essere tuo padre, non posso sostituire Klaus e so che hai già una famiglia ma io vorrei farne parte. Vorrei che se avessi qualunque tipo di problema tu ti rivolgessi a me. Non ti giudico anzi ti ammiro per il tuo coraggio. Si, perchè ci vuole coraggio ad annullare la propria identità per così tanto tempo. Ma ora non dovrai più farlo. Si te stessa Hope" Dopo un altro lungo abbraccio chiamiamo gli zii per dirgli che tutto è stato risolto. Usciamo dalla stanza ancora con le lacrime agli occhi e vado a parlare con i ragazzi. 

"Perciò sei una ragazza ma con il pene?!" "Si Raf. Ma di tutto quello che vi ho detto, solo questo vi è rimasto in mente?" "Wow, figo!" "Ehi, se tu sei felice noi siamo felici" "Sei proprio forte Hope e che coraggio che hai! Complimenti" "Okay ragazzi mi sarei aspettata più che altro urla su quanto sia stata falsa con voi ma va bene così. A caval donato non si guarda in bocca" "Non so che ragazzi hai conosciuto ma noi non siamo quelli della Cornwall, al massimo a quelli della Cornwall li facciamo piangere ahahah" "Ben detto Kaleb"

MI PIACI PER CIO' CHE SEI (Hosie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora