Capitolo 9

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Nella pizzeria vedo Josie, ma non è sola. Con lei la ragazza di oggi, Lizzie e MG. Josie mi guarda per un momento ed  i nostri sguardi si sfiorano. Decido di ignorarla, in fondo lei lo aveva fatto per una settimana senza motivo. Mi concentro su Gabriella, sono incerta se quello che stiamo facendo sia giusto oppure no. 

Mentre mangiamo, parliamo del più e del meno, delle nostre famiglie e le spiego un pò meglio cosa sto facendo. Lei mi capisce, lo ha sempre fatto e mi appoggia. D'improvviso mi bacia e rimaniamo attaccate per un pò. Quando ci stacchiamo mi accorgo che la ragazza che era con Josie non c'è più e che Josie mi stava guardando delusa. Poi corre fuori. Decido di seguirla, in fondo è una mia amica e abbiamo condiviso momenti bellissimi, ci siamo aperte l'una a l'altra. 

Mi scuso con Gabriella e vado fuori con la scusa che devo fare una chiamata. Fortunatamente i vetri interni sono oscurati e non potrebbe vedermi anche se volesse. 

Uscita fuori vedo Josie seduta su di una panchina accanto alla pizzeria. Piange in silenzio. Tento di avvicinarmi. "Ehi, che succede? Ti hanno fatto qualcosa?" Lei mi guarda stupita e senza dire niente mi abbraccia.  

Stiamo tra le braccia l'una dell'altra per un pò, poi veniamo raggiunte da Lizzie e MG. Mi assicuro  che vada tutto bene e poi li lascio andare. Rientro dentro, Gabriella non sembra essersi accorta di nulla. Così finita la cena, dopo aver parlato del più e del meno, la riporto a casa. Per tutto il tempo ho pensato a Josie. Cosa l'è preso? Le hanno fatto qualcosa? Forse quella ragazza?

Prima di andare via spiego a Gabriella che non posso ritornare con lei perchè non provo più che un sentimento di amicizia nei suoi confronti. Mi dice di averlo già capito, che già sapeva che non potevamo tornare a prima ma che vorrebbe almeno restare mia amica. Così le do un bacio di addio e salgo in sella alla moto per partire.

Prima di tornare al dormitorio mi fermo un pò fuori al campo di allenamento. Ho bisogno di schiarirmi le idee. I fatti che sono capitati oggi mi hanno travolta all'improvviso. Il ritorno di Gabriella è stato inaspettato. So che le vorrò sempre bene perchè anche se in passato mi ha ferito mi ha anche aiutato a crescere e mi ha sempre supportato. 

Prendo un pallone e faccio qualche tiro. Sono sola o almeno così credo. 

Sugli spalti qualcuno si schiarisce la voce. Mi giro per vedere chi c'è. "Josie!" Lascio cadere la palla e corro verso di lei.  

"Non sapevo fossi qui, in realtà credevo di essere solo...Come stai?" "Mi dispiace, forse è meglio se vado" "No... ehi Jo" le presi la mano nel momento in cui si voltò per andare via. Lei si girò lentamente. Gli occhi lucidi. I nostri sguardi si incatenarono insieme e per un secondo pensai a quanto volevo baciarla. La luce della luna le illuminava il volto e gli occhi, quegli occhi. E quella bocca schiusa leggermente e che mi invita ad assaggiarla "Jo... sei..." Non finì la frase che le nostre bocche si unirono. Ci stavamo baciando ed io ero la persona più felice al mondo, ma qualcosa mi frenava. Dovevo dirle la verità, non posso più aspettare. Mi staccai lentamente e controvoglia, poi lei mi sorrise e lo stesso feci io. "Jo tu mi piaci tantissimo ma..." "Lo so, hai la ragazza" disse con la voce mozzata. "No, Gabriella e io non stiamo insieme. Non più almeno. Quello che ti devo dire è difficile da spiegare ma spero tu mi capisca" "Oh... ma io credevo... si certo. Dimmi" E mi prese la mano. "Non voglio girarci intorno quindi ecco qua.... Sono una ragazza" Silenzio "Jo, hai capito? Sono una ragazza" "Lo so" "Come scusa?"  "L'avevo capito già da un pò ma aspettavo che fossi tu a dirmelo" 

Spiegai a Josie del perchè mi ero travestita e del resto. Parlammo anche della serata e di cosa era successo. Venne fuori che era uscita con quella ragazza per farmi ingelosire e che vedendomi baciare Gabriella era scoppiata. Poi le dissi che non volevo più fingere ma volevo comunque arrivare al mio obiettivo per raggiungere il  mio sogno così mi disse che poteva accompagnarmi da suo padre per parlare e per essere così, libera di essere una ragazza che gioca a basket. Le diedi un bacio sulla guancia e la riaccompagnai al suo dormitorio. Quella notte la sognai. 

MI PIACI PER CIO' CHE SEI (Hosie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora