MI PIACI PER CIO' CHE SEI (Hosie)

Capitolo 11

E' arrivato il momento di dire tutta la verità. Chiamo i miei zii e li aggiorno sulla situazione, avere dalla mia parte le figlie del preside è un buon vantaggio, spero di non essere espulsa o peggio, non poter giocare. 

I miei zii mi appoggiano e sono sicuri che tutto andrà per il meglio ma non sono sicura di questa cosa. "Hope, vuoi che veniamo anche noi con te dal preside? Possiamo dire che è tutta un'idea nostra e cercare di far andare tutto per il meglio anche se sappiamo che sarà così. Tu non sai una cosa su Alaric Saltzman..." "Che cosa non mi avete detto?" "Ric è stato amico e compagno dei tuoi genitori quindi siamo sicuri che capirà anche per questo" "Ma com'è possibile? Io non l'ho mai visto quando loro erano in vita e per giunta non è venuto al funerale!" "Diciamo che non si frequentarono molto dopo il diploma ma ti assicuro che erano molto amici infatti la ghirlanda di fiori al funerale era sua, l'aveva mandata assieme ad una lettera che spiegava il motivo della sua assenza e le condoglianze. Aveva anche scritto che sarebbe stato felice di accoglierti nella sua scuola gratuitamente in memoria dei tuoi genitori e del loro legame" "E come mai io non ho saputo niente di tutto questo?" ci fu un attimo di silenzio "Cosa c'era scritto in quella lettera?" un altro silenzio "L'abbiamo persa e non ci ricordiamo cosa ci fosse scritto" "Trovatela e portatela da me. So che state mentendo, riconosco quando lo fate quindi... Vi aspetterò prima di andare a parlare devo sapere tutto" 

Mi vesto ed esco con la moto senza avere una meta, ho bisogno di schiarirmi le idee che ora sono più confuse che mai. Lascio il telefono in camera, non ho voglia di sentire nessuno. Non dico niente alle ragazze, ho bisogno di un momento solo mio. 

Vedo un piccolo bar, accosto e scendo. Sembra essere aperto ma dentro non c'è nessuno, solo il barista. Meglio così, ho bisogno di silenzio per pensare. Ordino qualcosa per pranzo e mi siedo al tavolo. 

Com'è possibile che i miei genitori non mi abbiano mai detto niente del preside. Perché dirmelo? Tanto neanche si frequentavano più . Chissà cos'è successo... 

Un mucchio di domande affiorarono nella mia mente, domande a cui non sapevo dare una risposta, domande a cui forse solo i miei zii potevano rispondere. 

"Ma si perchè no...." Ringraziai il barista, pagai e salita sulla moto partii alla volta di Brighton. E' lontano solo tre ore e potrò avere subito le risposte che mi servono. La strada è poco affollata e con un pò di fortuna posso arrivare a casa per le 15 e stare per il fine settimana. Quando arrivo devo chiamare Josie.

Quella di Brighton è sempre stata una cittadina tranquilla e anche questa volta non si è smentita. Passata al cimitero per salutare i miei genitori e spenta la moto per non farmi sentire dai miei zii mi avvicinai piano alla casa. Parcheggio e mi avvio verso la porta. Avvicino l'orecchio alla porta, sono sicura che sono a casa perchè le macchine sono parcheggiate nel vialetto. 

Perchè bussare quando posso spaventarli e farmi una risata?!  

Entro dal retro e visto che non c'è nessuno inizio a fare casino. Sbatto gli sportelli, apro l'acqua nel lavandino... Sento delle voci e mi nascondo nello sgabuzzino li vicino.

"Chi c'è?! Siamo armati e non abbiamo paura di sparare" "Devono essere stati i ladri Kol... non hanno trovato niente e sono scappati" Mia zia aveva una mazza da baseball in mano e mio zio il ferro da stiro. 

All'improvviso esco e le loro facce sconvolte mi guardano. " e tu che ci fai qui?" "Ragazzi è così che pensate di difendervi dai ladri? ahahahahahah.... zio, il ferro da stiro no ahahah" "Che c'è.. stavo stirando" Scoppiammo tutti a ridere. 

"Cos'è successo Hope, come mai sei qui?" "Non potevo aspettare, ho bisogno di sapere tutta la verità e ho bisogno di capire se devo dire la mia verità al preside. Questa mattina pensavo di sapere quello che volevo ma poi ho parlato con voi... beh lo sapete" "Okay Hope, ti diremo tutto quello che devi sapere"