Partenza

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Quando la pop-queen riaprì gli occhi, tutto intorno a lei era immobile e grigio. Sentiva il freddo penetrare fino alle ossa e presto si accorse di trovarsi completamente sola nella stanza. Si alzò a fatica e camminò incerta lungo la superficie del tavolo, dove giacevano frammenti di cristallo opachi. Nel silenzio udiva un lieve ronzio, ma non riusciva a capire da dove provenisse.

Poppy: mamma?

Nessuna risposta. Saltò giù dal tavolo e si avvicinò alla grande porta finestra che dava su Bergen Town: il sole, l'albero dei Trolls, l'intera città erano completamente grigi. Le strade erano deserte e non soffiava nemmeno un filo di vento.

Poppy: Brigida? Gristle?

Ancora una volta, nessuno rispose. La regina si sedette a terra, portando le ginocchia al petto. Non aveva modo di uscire dalla stanza in cui si trovava e tutti sembravano svaniti nel nulla. Si guardò le mani e le gambe: anch'esse erano completamente grigie. Proprio non capiva cosa fosse andato storto e, come se non bastasse, probabilmente era responsabile della scomparsa di sua madre e i suoi amici. Mentre rifletteva, il ronzio si fece improvvisamente più intenso, fino a diventare assordante. Poppy portò le mani alle orecchie, ormai dolenti, nel disperato tentativo di fuggire quel rumore. Stava raggiungendo il limite di sopportazione, quando sentì qualcuno chiamarla a gran voce toccandole la spalla. La regina spalancò gli occhi sorpresa e il ronzio, prima tonante, si arrestò di colpo. Si girò lentamente e vide, finalmente, un po' di colore immerso in tutte quelle sfumature di grigio. Un bellissimo e brillante azzurro.

Poppy: che cosa... che cosa ci fai qui?

In tutta risposta, la regina ricevette un forte abbraccio. Si abbandonò al calore di quella stretta e lasciò che le lacrime sgorgassero copiosamente.

Poppy: Branch... sono così stanca...

Branch: non preoccuparti, adesso siamo insieme.


A Troll Village l'agitazione era alle stelle. Nonostante le continue ricerca non v'era alcuna traccia dei dispersi, e non poter contare sull'aiuto di Branch complicava le cose. Il piccolo Mini Diamante raccontò a Barb ciò che aveva visto e, nonostante la rock-queen fosse terribilmente adirata, decise di attenersi al piano di Branch. Radunò tutti i PopTrolls ancora una volta e, come si aspettava, nessuno fu in grado di trovare DJ Suki, Guy Diamante e Creek.

Barb: ascoltatemi... sospendete le ricerche, per questa notte. Le vostre energie sono già minime, esaurirle subito sarebbe controproducente.

I membri dello Snack Pack, terribilmente stanchi, seguirono il consiglio di Barb e si trascinarono nelle proprie case. Mentre i trolls rompevano le righe, la rock-queen si avvicinò a Bronx con quanta più naturalezza possibile, cercando di non attirare l'attenzione degli altri.

Barb: devo chiederti di prendere in mano le redini del villaggio fino a domani.

Bronx: perché mai?

Barb: devo tornare a Bergen Town. Ho promesso a Poppy che sarei tornata da lei stasera. So che devi anche prenderti cura di Re Peppy... ma si tratta di poche ore, in fondo. Se potessi lo chiederei a tuo figlio, ma capisci meglio di me che non è possibile.

L'anziano troll restò in silenzio per qualche istante, guardando Barb con sospetto. Sospirò e, conscio del fatto che avrebbe dovuto lavorare il doppio del solito, accettò per il bene di tutti.

Bronx: porti Mini Diamante con te?

Barb: sì, ho timore che lasciandolo qui possa fare la stessa fine di Branch. In più, penso proprio che a Poppy farà bene la leggerezza del piccoletto.

Bronx: mi sembra una buona idea. Porta con te questo rimedio: Rhodiola Rosea, dovrebbe aiutarla a mantenere alto il tono dell'umore.

La rock-queen prese con sé la fiala e si diresse al bunker di Branch, davanti al quale aveva parcheggiato la sua motomosca. Mentre preparava lo zaino con vivande e beni di sopravvivenza, udì un rumore alle sue spalle. Rimase immobile e mantenne alta la guardia, mentre Mini Diamante, che non si era accorto di niente, continuava a parlare con il suo solito entusiasmo.

Mini Diamante: sono proprio contento di andare a trovare la zia Poppy! Sarà un lungo viaggio?

Barb: con la motomosca dovremmo metterci poco.

Mini Diamante: e verrà anche il tuo ragazzo?

La rock-queen si girò e vide Riff, con la sua solita aria sognante, indossare il casco di sicurezza e salire sul mezzo. Barb lo fissava, mentre dentro sentiva crescere uno sentimento di nervosismo misto a rassegnazione.

Barb: mi spieghi, di grazia, cosa stai facendo?

Riff: vengo con voi.

Barb: non è un party free entry. Ho delle faccende importanti da sbrigare.

Riff: posso essere d'aiuto.

Barb: non ti darò dei crediti universitari per questo, lo sai?

Riff: non m'importano i crediti... voglio solo stare con te.

La rock-queen non fu in grado di controbattere: provò un nodo alla gola e arrossì visibilmente, facendo ridere il piccolo Mini Diamante. Sebbene fosse nato da poco, capiva i sentimenti della gente meglio di chiunque altro.

Barb: dovevi badare a mio padre, dov'è lui adesso?

Riff: non vuole allontanarsi da Peppy. Gli ho detto di tornare a casa, ma non mi ha dato ascolto.

Barb sospirò e rimase in silenzio per qualche minuto, con gli occhi rivolti al cielo. Le venne in mente che, fin da quando erano bambini, Riff l'aveva sempre accompagnata in ogni avventura, assecondando in ogni modo la sua pazzia. Una volta aveva legato la motosega a Debbie, il suo pipistrello, e l'aveva fatto scendere in picchiata lanciandola dalla vetta del vulcano. Non solo ha recato danni all'ambiente, ma parecchi RockTrolls per poco non venivano colpiti in pieno. Quando Re Trash venne a sapere di questa ragazzata, andò su tutte le furie e diede una strigliata senza precedenti a sua figlia. In quel momento Riff si fece avanti per assumersi la colpa e offrirsi di rimediare al guaio causato. Barb non era mai riuscita a comprendere quel gesto, così come tanti altri. Soprattutto, non capiva come mai Riff fosse l'unico a farla sentire così speciale.

Riff: quindi... partiamo?

Barb: ... va bene. Ma non rallentarci.

Così i tre partirono in sella alla motomosca. Il sole era ormai tramontato da un paio d'ore, di conseguenza la visibilità risultava compromessa. Barb sfrecciava senza paura tra alberi e arbusti, cercando di orientarsi al meglio. Una volta arrivata a Bergen Town, virò verso l'alto, in modo di avere una chiara visuale della città. Improvvisamente, si diresse verso i confini del territorio Pop.

Riff: ehm, Barb... abbiamo superato il castello.

Barb: lo so. Siamo diretti ai confini est del nostro regno.

Riff: ai confini est?! Non vorrai dire...

Barb: proprio così. Sono sicura che avremo una piacevole sorpresa.


(continua...)


Ciao Lettori! Ho cercato di pubblicare questo capitolo più velocemente, fatemi sapere se vi è piaciuto😊 la prossima volta cercherò di rispondere ai vostri commenti (li leggo sempre, vi ringrazio tanto!). Domani ho un esame: auguratemi buona fortuna, perché ne avrò proprio bisogno... alla prossima!

Trolls: Poppy e BranchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora