Nora prova ad aprire e chiudere gli occhi, ma un nero più profondo circonda ogni angolo della sua vista, rendendo impossibile persino distinguere fra sopra e sotto. Non riesce a percepire alcuna sensazione dal proprio corpo, nemmeno quella di battere le palpebre o di sentire il proprio respiro o battito del cuore. Nora prova a muovere le braccia e le gambe, ma è come se il cervello, i nervi e gli arti non comunicassero fra di loro.
Dove sono?
Nora prova a pronunciare quelle parole, ma non riesce a capire se le labbra si siano mosse davvero o se il suono qui non si propaghi. Nessun suono esiste tranne il suono dei propri pensieri, nemmeno il suono dell'aria; d'un tratto Nora prende in considerazione che forse sono le orecchie a non funzionare.
Oppure tutte e tre le possibilità sono vere.
Come sono finita qui?
Le domande in testa continuano a rimbombare, fino a quando le causerebbe dolore in normali circostanze, quando poi la risposta arriva.
Ah già, la metropolitana mi ha investito. Quindi questo è l'aldilà?
Gli ultimi momenti affiorano con estrema vividezza e precisione tali da farla mentalmente rabbrividire.
Immediatamente, un solo pensiero la raggiunge. Una sola parola riempie lo spazio finora riempito da domande e preoccupazioni, ma adesso occupato da disperazione.
Mamma.
Cosa ne sarà di lei ora che non è più in vita? Chi pagherà l'ospedale? E se l'ospedale non verrà pagato, cosa le succederà?
Migliaia di domande rapidamente ripopolano la sua mente, senza avere modo di dare loro una risposta.
Il suo corpo, il suo sistema nervoso non è in grado di percepire ciò che la circonda, ma se potesse in questo momento sentirebbe lacrime calde e piene di rancore e tristezza.
E rabbia verso sé stessa.
«Ragazza, perché piangi?»
Il suono di quella voce androgina risuona nella sua mente come se le parole le fossero state impresse direttamente in testa. Parole senza voce ma che nel loro silenzio risplendono come il sole nell'oscurità che stava formandosi nel suo cuore e la riempiono di una misteriosa tranquillità.
Chi sei? Dove sono?
Al sentire tali parole Nora vorrebbe fare mille domande, ma l'istinto la porta a chiedere ciò che ogni persona ragionevole vorrebbe sapere in una simile situazione.
La voce senza suono risponde con calma paragonabile a quella di un monaco zen.
«Sono una Entità che vaga da tempo immemore questi spazi. Ci troviamo nel Mondo di Mezzo, una zona tra la vita e la morte. Dimmi, perché prima piangevi?»
Al sentire le risposte calme e precise della voce alle sue domande Nora inizia per davvero ad interiorizzare la propria morte. E quel pensiero riporta la tristezza nel suo animo.
Mia mamma è stata colpita da una malattia sconosciuta e io pagavo i medici per cercare di guarirla e tenerla in vita. Mentre inseguivo un ragazzino che mi aveva rubato i soldi sono stata investita e, se sono morta per davvero come credo, non so cosa le succederà.
Nora ricambia con sincerità e spiega velocemente ciò che è successo e cosa ha causato quel dolore che ha interessato l'Entità.
Dopo qualche minuto di silenzio l'Entità risponde alla sincerità presentatagli.
«Anima, le tue parole sono prive di menzogna. Tale nobiltà verso il prossimo tuo è degna di encomio. Desidero offrirti una chance»
Le parole dell'Entità bruciano di passione e fervore nella mente di Nora e per un istante la tristezza viene spazzata via da stupore e incredulità.
Chance?
Nora si ripete quelle parole dentro di sé senza comprenderne appieno il significato.
«Chance. Una seconda possibilità per salvare tua madre»
Come se le avesse letto il pensiero, l'Entità rivela una verità assolutamente sconcertante e priva di logica, ma che abbraccia con speranza con la stessa ingenuità di un bambino.
Per... salvare mia mamma?
«Io che vago dall'eternità ho visto il tuo mondo e milioni d'altri, ma esiste un mondo dove esiste una cura per ogni male. Senza dubbio è in grado di curare il male ignoto che hai menzionato poc'anzi»
Nessuna reazione. Come poteva Nora reagire di fronte ad una cosa simile? Migliaia pensieri scorrono talmente veloci che era come se non ne avesse nemmeno uno.
D'altronde chiunque avrebbe problemi a rimanere impassibile davanti a qualcosa di sconosciuto che ti offre la cura per una malattia incurabile.
Dopo aver fatto ordine di quanto appena sentito Nora crede di sentire qualcosa di caldo scorrerle vicino a dove dovrebbe avere gli occhi. Fisicamente non è in grado di sentire niente, eppure il cervello le dice che qualcosa c'è. Lacrime bollenti scorrerebbero sulle guance, ma il loro peso questa volta proviene dalla speranza e dal sollievo della notizia.
Ti prego, qualunque cosa tu sia, voglio salvarla! Mandami in quel posto! Non voglio che muoia!
Le suppliche di Nora falliscono nell'uscire e produrre suono, ma dei versetti e mugugni provenienti dall'Entità le fanno capire che le sue parole sono comunque arrivate a lei.
«E sia! O fanciulla in pena, vai ed esaudisci il tuo desiderio!»
Improvvisamente una sensazione di vibrazione la pervade e anche lo spazio intorno a lei che fino a pochi attimi fa era nero come se il mondo fosse vuoto inizia a distorcersi in modo inquietante.
Sfumature di bianco, azzurro, rosso e ciano si fanno strada fra il vuoto di quell'ambiente.
E per un attimo le pare di vedere qualcosa che assomiglia ad un sorriso.
Quando Nora prova ad aprire gli occhi una tempesta di luce la acceca costringendola a richiudere le palpebre. I suoni di un vento leggero, di uccellini che cantano e di fronde mosse da una brezza primaverile le arrivano alle orecchie.
Sono viva? Sono... a casa? Come sarebbe?
Questo è il primo pensiero che le passa per la testa, ma quando riesce finalmente a riaprire gli occhi e a guardarsi attorno si rende conto immediatamente che quella non è casa sua, né tantomeno la città che conosceva.
«Dove sono?»
Persino l'aria, l'atmosfera, gli odori che la circondano puntano tutti verso la stessa direzione. La risposta era una ed era chiara, ma Nora non riesce ancora a comprendere appieno la situazione in cui si trova.
«Che posto è questo? Sono... Sono in un altro mondo?»
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Il Mondo della Farfalla
FantasyNora Diatris, ragazza venticinquenne, si allena all'alba per poi andare al lavoro. Ogni giorno al tramonto quando finisce di lavorare va a trovare la madre ospedalizzata in quello che i dottori definiscono "Sonno Eterno" e che non riescono a spiegar...