Capitolo 34 - Consegna alle Porte del Nord

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«Sei il ragazzino di prima?»

Nora osserva il ragazzino più basso di lei di una ventina di centimetri ondeggiare avanti e indietro mentre una decorazione a forma di piuma del piccolo berretto che indossa segue delicatamente i suoi movimenti.

«Già. Tu sei la ragazza simpatica, sì?»

«Un attimo. Cosa intendi dire?»

«Mi hai salutato prima e hai sorriso, sì? Quindi sei simpatica»

Quanti anni ha questo ragazzino?

Nonostante l'aspetto, il modo di parlare e il comportamento di Mirov le fanno pensare che sia più piccolo di quanto dimostri.

Improvvisamente, punta il dito contro Sonia con un leggero broncio.

«Lei non ha sorriso. È antipatica, già»

Una espressione sbalordita colora il volto suo volto e si gira immediatamente verso di lui.

«Scusa, ma avevamo cose più gravi e importanti a cui pensare»

«Lei però ha sorriso...»

«Forse lei non ha ben capito la situazione in cui si trova, ma io ho una reputazione da mantenere»

«Reputazione? Anche il capofamiglia usa spesso quella parola, sì»

«Possiamo andare adesso?»

«Vedi? Antipatica, già!»

Con sguardo ora seccato, Sonia osserva Mirov corrucciare la fronte in segno di antipatia. Come si gira verso Nora, il sorriso gli torna in volto ed estrae una piccola mappa della zona, spiegandole in modo dettagliato la strada e vari riferimenti visivi che può usare per orientarsi.

«Grazie mille per la mappa, Mirov»

Entrambe ringraziano, ma Mirov mostra segno di apprezzamento solo verso Nora, fatto che Sonia decide di ignorare per mantenere il proprio decoro e dignità.

«Allora, ragazza simpatica, ci vediamo più tardi, sì?»

Con un cenno della testa, Nora allarga il sorriso di Mirov che inizia a saltellare, facendo ondeggiare la decorazione del berretto e i bordi del cappotto bianco che indossa.

Mentre si incamminano verso nord, Mirov agita la mano per salutare ed entrambe rispondono al gesto.

Le strade deserte di Karalet paiono ancora più fredde rispetto al giorno prima, specialmente dopo gli eventi della notte scorsa. L'idea di vedere nuovamente quegli sguardi le mette ansia, ma l'assenza di persone nelle strade le dà un po' di conforto.

Attraversate le porte principali della città, non riescono a non notare che la strada davanti a loro, prima coperta di corpi sparpagliati su di essa, ora è completamente libera.

Svariate tracce sono ancora visibili sul terreno e sulle mura esterne, ma essere riusciti a liberare il percorso in una manciata di ore sorprende e spaventa contemporaneamente le due mentre si incamminano verso nord, protette dal calore dei vestiti pesanti.

Nel corso di diverse ore di cammino, la strada battuta inizia a farsi sempre più confusa fino a sparire completamente e a lasciare lo spazio al terreno coperto di nevischio. Un vento gelido penetra nelle ossa di Nora che trema leggermente. Cerca di riscaldarsi strofinando le braccia, ma senza alcun risultato.

«Perché fa così freddo?! E tu perché non sembri averne affatto?!»

Nora dà voce alle sue lamentele mentre continuano a camminare e si gira seccata verso Sonia che non appare turbata minimamente dalle temperature.

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