Capitolo 32 - Un Potere ai Limiti della Follia

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Un grido nella notte. Il terreno sotto i piedi della guardia diventa scarlatto e alcune gocce raggiungono la pietra delle mura cittadine.

Né Nora, né le guardie rimaste indietro e che non sono state avvolte dalla nube viola possono credere a quanto hanno appena visto. Le guardie rimangono pietrificate davanti a quello scenario ignoto e raccapricciante, mentre un immenso dolore attraversa il corpo di Nora che si inginocchia per terra e si regge con le braccia. Conati di vomito le escono a fiumi dalla bocca e non ha idea del perché. Le braccia, le gambe, il torso, la testa: ogni parte del corpo trema dal dolore.

Con uno sforzo immane, riesce ad alzare lo sguardo con occhi spalancati e labbra morsicate per non svenire e vede Sonia in piedi vicino a lei sguainare la spada con grande abilità.

Nora prova a guardare oltre Sonia mentre gli occhi le bruciano e vede una vera e propria carneficina in corso: Sonia si difende dagli attacchi selvaggi e senza tregua delle guardie evitando di ferirli gravemente, mentre gli uomini degli Shingen si lanciano con ferocia contro le guardie che ignorano le varie ferite dei pugnali e delle lame delle spade. Ad ogni ferita che viene inflitta, ad ogni cadavere che cade, Nora spasima con le mani nel nevischio e ogni tessuto del proprio corpo urla di dolore. Continua a mordersi le labbra, poi le guance, fino a quando non sente il sangue scorrerle sul mento e il sapore metallico in gola.

Che succede?! Fa male! Non ce la faccio! Basta!

Implora inutilmente con tutta sé stessa che il dolore si fermi mentre il suo intero corpo è ricoperto da una lieve e lucente nube viola.

Le guardie continuano come bestie selvagge a cercare di aggredire lei e Sonia senza alcun riguardo per gli uomini degli Shingen che continuano ad infilzarli e accoltellarli senza alcuna umanità.

Ogni secondo che passa si sente come se diverse lame si conficcassero direttamente nel cervello.

Nora vorrebbe sfogarsi e gridare per liberarsi di quella sensazione, ma sente le proprie corde vocali stringersi e impossibilitate a emettere alcun suono.

D'un tratto una forte luce bianca provenire da Sonia si espande fino a illuminare l'ingresso come se stesse fissando il sole negli occhi. Quel candido chiarore ricopre l'area e Sonia, con la sua pelle bronzea e i suoi capelli candidi e lievemente rosati, danno a Nora l'impressione di vedere un angelo.

«Hik Virak

Il bagliore è tale da toglierle la vista per una manciata di secondi, impedendole di vedere ciò che succede.

Gli uomini degli Shingen e le guardie reagiscono allo stesso modo e si avventano su di loro non appena finito l'effetto accecante mentre emettono versi lontani da quelli di una persona sana.

Vorrebbe andarsene, ma non riesce a muovere un muscolo.

Con un movimento fulmineo, Sonia colpisce le varie persone che si scagliano contro di loro con il dorso della spada, con l'elsa o con calci e pugni per stordirli. Dopo alcuni minuti, la nube svanisce lentamente nell'aria e il dolore si affievolisce, fino a sparire del tutto.

In mezzo alla pila di corpi, vivi e morti, Sonia è l'unica persona a essere ancora in piedi e fissa con ferocia le guardie nella retroguardia non investite dalla nube. Il loro sguardo è pietrificato dalla paura e dallo sgomento, mentre alcune non sono riuscite a contenere i propri rifiuti e un pungente odore di urina riempie l'aria per poi venire spazzato via dal vento notturno.

Dopo alcuni secondi di realizzazione, le guardie ancora coscienti decidono di fuggire via da quella città.

Non appena le guardie spariscono oltre gli alberi della campagna, anche Sonia si getta a terra reggendosi sulle ginocchia e sulle mani che affondano nel terreno umido.

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