Capitolo 40 - "Date, e vi sarà Dato"

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Il mattino dopo il sole ha ormai sciolto interamente il nevischio e il terreno nudo e umido assorbe i passi sordi della gente indaffarata nelle sue attività quotidiane, ad eccezione di qualche sguardo rivolto verso Nora e Sonia dopo averle riconosciute a seguito degli ultimi eventi che hanno agitato la altrimenti tranquilla città di Karalet.

«Chissà chi è questa persona di cui parlava Farlan»

«Non ti preoccupare, garantisco che non si tratta di una trappola»

Gli interrogativi di Nora vengono soppressi dalla voce sicura e pacata di Sonia.

«Aspetta, sai chi stiamo andando ad incontrare?»

«Sì. Abbiamo discusso varie cose prima che ti svegliassi»

«Quindi sapevi anche che ci avrebbe ospitato?»

«Esatto»

Nora ripensa al momento in cui si è risvegliata e ha avuto l'impressione che nemmeno Sonia sapesse di che cosa Farlan Shingen stesse parlando, ma ripensandoci adesso le sembrava troppo tranquilla per essere all'oscuro della cosa.

«E perché quella sceneggiata dell'onore?»

«Consideralo come un assaggio di come interagiscono più in alto. Dai sempre ad un nobile occasione di spiegarsi e mostrarsi. Potrebbe tornarti utile in futuro, anche se finora sei stata accettabile»

Vagamente irritata dalla cosa, Nora continua a camminare lungo le strade dall'atmosfera confortante e dai colori accesi. Le case splendono del tipico rosso naturale, ma diversi carri e bancarelle colorano le vie e diversi lampi di luce brillano da vari Laboratori.

«Ora che ci penso, da quando siamo arrivate l'atmosfera è completamente diversa. C'era persino neve per terra»

«Ci stiamo avvicinando all'inverno, è normale che il tempo inizi a cambiare»

Esauriti gli argomenti di riserva, le due camminano in silenzio mentre Nora indossa un'espressione pensierosa.

«Come va la gamba?»

«Questa? Molto meglio! Ho avuto abbastanza cure e riposo, quasi come nuova»

Sonia agita esageratamente la gamba incriminata a dimostrazione delle sue parole.

«Come è successo? Non lo hai raccontato ieri»

«Nulla di eccitante. Dopo che sei svenuta, ti ho preso e portato di corsa verso Karalet. Una roccia scivolosa mi ha fatto perdere l'equilibrio e ho messo male il piede. Erano passate diverse ore e ho perso la concentrazione. È stato un mio errore»

«Mmm...»

Nora ascolta paziente, ma il suo sguardo si fa ancora più pensieroso.

Con la coda dell'occhio osserva i vestiti in perfetto ordine di Sonia, senza una macchia. Eppure, ai bordi della giacca e nella zona della frattura il tessuto è leggermente logoro e strappato. In tutto questo tempo che lei era svenuta, non ha sostituito i suoi vestiti. Probabilmente si sono strappati durante la caduta, ma si interroga se altri strappi sono stati causati da qualcos'altro. Qualcosa da cui Sonia l'ha difesa mentre priva di sensi.

«Perché hai rischiato così tanto per me?»

«Cosa intendi?»

«Hai rischiato la morte per salvarmi! Voglio sapere perché»

«È la cosa giusta da fare, specialmente considerando il mio Grado»

«Smettila di girare attorno alla questione»

Durante i suoi vecchi lavori le è spesso capitato di sentire clienti comportarsi in modo simile o di farlo lei stessa per una ragione o per un'altra. Ma questo non è un vecchio lavoro, né tantomeno il suo vecchio mondo. Una persona le ha salvato la vita, una persona che non ha alcun particolare motivo per farlo.

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