Capitolo 30 - La Via più Veloce per Karalet

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L'uomo bestia inizia a correre ad incredibile velocità in mezzo agli alberi scansandoli abilmente e saltando interi dossi in un singolo balzo. L'attrito dell'aria colpisce violentemente Nora in faccia, obbligandola a socchiudere gli occhi e a ripararsi con le braccia per proteggersi dal vento.

L'esperienza di venire trasportata come uno zaino la mette a disagio.

Anzi, la irrita. E non poco. Ma, attraverso la fessura tra le proprie dita, osserva il panorama aereo della campagna e del resto del mondo e non riesce a contenere l'entusiasmo e la meraviglia.

Un paradiso terrestre in grado di alleviare il suo senso di odio verso quel mondo alternativo.

«Bello, eh? Arriveremo in un attimo! Come vi chiamate? Io sono Brij!»

L'uomo urla contro il vento e instaura una discussione assolutamente naturale e fuori luogo per la situazione in cui si trovano. Nonostante la stranezza della cosa, decide di rispondere onestamente e di non far arrabbiare la persona che la sta reggendo a un centinaio di metri d'altezza.

«Io sono Nora. Lei è-»

«Sono il Capitano della Guardia Sonia Purveen»

«Ah, quindi lavori per il pelatone! Come sta?»

«Io lavoro per il Re, e il Re non è pelato»

«Come sarebbe? Non mi dire che lo avete già cambiato. Non è morto Garvan, vero?»

«Garvan? L'ultimo che ricordo è Garvan III e risale a centocinquanta anni fa»

«Così tanto? Beh peccato, era simpatico. Ho combattuto al suo fianco un paio di volte in passato»

«Combattuto con lui?»

«Già! Qualche volta persino contro di lui! A proposito, a quando un'altra guerra? Sono sempre divertenti le vostre guerre!»

«Perché diavolo vorresti un'altra guerra?!»

Nel suo mondo originale una guerra è sempre stata sinonimo di violente battaglie e migliaia di morti, a volte milioni e non sempre quelli che cadono sono coloro che combattono.

Nonostante la storia che conosce è ciò che è arrivato da ciò che hanno raccontato i vincitori di quelle guerre, è indubbio che una cosa del genere sia drammatica in qualsiasi mondo, compreso questo.

Nella sua mente di persona nata in un periodo pacifico, l'idea di bramare l'andare in guerra le sembra paradossale e irresponsabile.

Nora intercede nel dialogo fra Sonia e Brij cercando di essere quanto più possibile educata, ricevendo in cambio una risposta singolare a quarantadue denti che rivelano quattro canini aguzzi.

«Perché non ci si annoia mai in guerra»

Nessuna delle due sa bene cosa dire o come reagire.

Una risposta così semplice, eppure così orrenda al punto da scuoterla da dentro.

Senza rendersene conto, improvvisamente il passo di Brij inizia a farsi più lento, fino a fermarsi completamente e dare la possibilità a Nora e Sonia di sistemarsi in piedi.

Gambe e braccia iniziano a tremare e rapidamente le viene la pelle d'oca. Lo sbalzo di temperatura le confonde i pensieri per qualche secondo.

L'aria pungente rende più difficile respirare e la temperatura è ben più bassa rispetto quando sono uscite dalla foresta, al punto che i piedi di Nora affondano in un sottile strato di nevischio.

In quel momento, con la coda dell'occhio, scorge una leggera aura sferica azzurrina espandersi lentamente dal corpo di Brij. Ogni centimetro che l'aura si espande, la neve biancastra intorno a lui si scioglie e giovani fili d'erba verde diventano poltiglia marcia. Non appena se ne accorge, Brij si getta per terra in fretta e procede a eseguire degli esercizi addominali, ritraendo la sagoma azzurrina dentro di lui.

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