Il controllo

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Quando Helene scoprì dell'accaduto, mi insultò in quarantasette sottolingue dei troll e mi rimproverò per mezz'ora intera.
Ero andata a trovarla con Lucy ed Alice dato che Will non mi avrebbe permesso altrimenti.
Di pomeriggio, andai a parlare con Silente su ciò che era accaduto data la mia trasformazione spontanea e il risultato fu che avrei dovuto seguire delle lezioni aggiuntive con la professoressa MgGonagall.

[...]

Reyna:“Così Camp gli ha risposto che avrebbe detto a sua madre del suo Troll in Trasfigurazione!” esclamò divertita.
Campbell:“E la cosa bella è che non gli ho neanche letto nella mente! Perché... Insomma, lo sapete: non lo faccio” aggiunse goffamente il serpeverde.
Tessa:“Camp, sei impossibile” scherzai ridacchiando.
Reyna:“Oltre a questo, tu conosci la ragazza che è stata ritrovata pietrificata?” aggrottai la fronte.
Tessa:“No... Chi sarebbe?”
Campbell:“Una del tuo anno, penso” feci una smorfia.
Tessa:“Oh! Sì, ora ho capito...” dissi sarcasticamente.
Reyna:“Ha i capelli simili ai tuoi, abbastanza alta e con gli occhi chiari, penso, i professori non vogliono dirci di più fino a domani mattina: ma dico io, ci prendono per stupidi!”
Tessa:“O per giocatori di Indovina Chi” schernii io, ma loro sembrarono non capire.
Tessa:“Gioco babbano” spiegai, e loro mi risposero con un ‘Aaaaaah’.
Dopo questo breve dialogo, salutai entrambi e tornai nella sala comune, dove dei ragazzi innervositi borbottavano tra di loro.
E così scoprii che una Tassorosso del terzo anno era stata pietrificata, si chiamava Molly e ci avevo già parlato qualche volta: era una brava persona e sperai con tutto il mio cuore che stesse bene.
Era stata ritrovata a fissare una finestra, con gli occhi sbarrati.
La cosa si faceva più pericolosa, ma non ero una detective, bensì una persona in ritardo alla lezione con la MgGonagall.
Dovetti sfrecciare da gruppo a gruppo di persone per riuscire ad arrivare puntuale e a quel punto questa cominciò a spiegare.
McGonagall:“Animagus, signorina Jorkins... La sua trasformazione è il fine che un mago possa volere se vuole diventare un Animagus” ripetè la parola con forza e decisione.
McGonagall:“Ora, mi può per piacere ripetere con precisione che cosa ha fatto quando dice di essersi trasformata?” domandò con le mani chiuse una in quell'altra.
Tessa:“Ero terrorizzata, così non ci ho pensato un secondo e mi sono gettata in avanti e... Sono atterrata a quattro zampe” spiegai.
McGonagall:“Tutto qui?” chiese leggermente sorpresa. Annuii imbarazzata.
McGonagall:“Bene... Ma... Bene, sarebbe d'accordo se le proponessi di riprovare la trasformazione?” ci pensai un po' su, poi annuii nuovamente.
In un leggero movimento di bacchetta, la professoressa fece scomparire banchi e sedie e fece apparire un grande materasso.
McGonagall:“Adesso dovrà provare a riprodurre tutto ciò che ti ricordi di aver fatto” mi spiegò.
Esitante, mi allontanai un po' dal materasso, poi, quando la professoressa mi fece cenno di iniziare, presi la rincorsa e mi gettai in avanti... Con scarsi risultati: atterrai a pelle d'orso sul morbido terreno e mi alzai imbarazzata.
McGonagall:“Tutto ok?” chiese preoccupata.
Tessa:“Sì, sto bene” risposi più a me che a lei.
Tornai indietro.
McGonagall:“Provi a svuotare la mente e pensare solo a ciò che vuoi: in questo caso, vuoi diventare un lupo. E ci metta più enfasi” più enfasi? Più di quanta ne abbia usata prima gettandomi in avanti? Tornai indietro, presi un gran respiro e ripetei l'azione, cercando di pensare solo a quello... Invano.
E riprovai, una, due, cinque volte.
Ad un certo punto, però, la McGonagall ebbe un'idea.
McGonagall:“Lei di cosa ha paura, signorina Jorkins?” domandò pensando.
Tessa:“Io... Dei serpenti, ad esempio” ne sparai una a caso.
La professoressa annuì.
Non capii il motivo della domanda, fino a che non mi ritrovai dietro di me un enorme serpente velenoso, gridai di paura, e per istinto, corsi lontano da lui, ma questa bestia mi venne dietro: e ci riuscii. Sentii le ossa come rompersi, il pelo crescere e le zanne affilarsi nella mia bocca.
Saltai dietro la scrivania e quando sentii la McGonagall lanciare un incantesimo, tirai un sospiro di sollievo, ritrovandomi senza peli o coda.
Mi alzai da terra lentamente, sbirciando oltre la cattedra, notando che il serpente che mi aveva inseguito non era altro che una sciarpa abbandonata in quell’aula.
La professoressa mi guardava fiera e cominciai a ridere istericamente.
Tessa:“Ce l'ho fatta?” chiesi contenta.
McGonagall:“Ebbene, ci è riuscita. Ha solo bisogno di una motivazione adatta: vede, dentro di lei c'è un istinto da lupo e ciò significa che può essere usato a tuo vantaggio” sorrisi a trentadue denti.
Tessa:“Grazie professoressa”
McGonagall:“Non c'è di che, cara. Ora posso lasciarla ai suoi lavori” disse risistemando l'aula.
Tessa:“Arrivederci!” la salutai entusiasta.
Lei mi sorrise e uscii dall’aula.
Seguii tra un gruppetto di Tassi di seconda, credo fossero i parenti dei miei amici: Ernie McMillan, Hannah Abbott e Zacharias Smith.
Poi fui in Sala Grande, dove feci un veloce pranzo, quando ancora tutti stavano entrando.
Non ebbi il tempo di dire a Will dell'accaduto, non lo vidi neanche, che mi ritrovai in cortile aspettando Helene per un breve appuntamento.
Dopo pochi minuti, la vidi uscire dalla sala comune con una ragazzina molto simile a lei.
Helene mi salutò con la mano ed io ricambiai ugualmente.
Helene:“Ciao Tes, questa è Luna Lovegood!” la presentò.
Le tesi la mano, la ragazza indugiò su di essa, poi con la mano sinistra, me la strinse goffamente.
Tessa:“Piacere...” la salutai stranita.
Luna:“Hai dei begli occhi, sono strani, ma belli” si complimentò fissandomi con i suoi occhioni stralunati.
Tessa:“Oh, bè, grazie. Anche i tuoi sono belli” le dissi guardandole gli occhi enormi.
Lei sorrise.
Helene:“Bene, Luna, adesso io e lei dovremmo parlare di una cosa nostra, là c'è la tua amica, giusto?” chiese indicando una ragazzina dai capelli rossi.
Luna:“Oh, sì! Ciao” ci salutò, andandosene.
Guardai stranita Helene, che ridacchiò.
Helene:“È strana, Luna, ma è una ragazza stupenda” mi fece mentre la guardava andarsene.
Tessa:“Sì, ok. Ma c'è una cosa più importante” le dissi contenta.
Helene:“Lo so! La ragazza di terza Tassorosso! La conosci? Mi dispiace così tanto” disse tutto d'un fiato.
Esitai per capire ciò che mi aveva detto.
Tessa:“No, non lei. Sono riuscita a trasformarmi da sola!” sussurrai gioiosa.
L'amica sgranò gli occhi, prima di esclamare felicemente ed abbracciarmi.
Helene:“Come hai fatto?” domandò curiosamente.
Tessa:“La McGonagall dice che il mio istinto da lupo deve essere stimolato” cercai di imitare la sua voce.
Tessa:“Credo che intendesse dire che succede quando provo paura” spiegai in poche parole.
Helene:“Aah, interessante...” dopodiché, scoppiammo a ridere, senza un motivo preciso.
Helene:“E con l'attacco... Che hai avuto?” bisbigliò.
Tessa:“Non è più successo niente di simile, ma comunque continuo a stare attenta” le risposi altrettanto piano.
Helene:“È davvero un peccato che tu non abbia visto cosa ti ha attaccato, avresti potuto dirlo a tutti e saremmo stati più al sicuro...” commentò tristemente.
Tessa:“Già, ma comunque... Hey, Lee” lo salutai.
Lee:“Ciao, dov'è la mia dolcezza?” scherzò mettendo un braccio intorno alle spalle di Helene.
Helene:“Perchè questo nomignolo, dolcezza?” lo schernì lei.
Lee:“Dai, fammi fare bella figura!” sibilò divertito, poi le diede un bacio sul naso e, Insomma, cominciarono a fare gli sdolcinati, cose da fidanzati.
Alzai gli occhi al cielo e li salutai, probabilmente non mi sentirono neanche che me n'ero già andata.
Camminai velocemente tra gruppi di ragazzi, fino ad arrivare nella sala comune.
Fu molto disagiante ciò che accadde poi.

The Bravest Boy ➵Cedric DiggoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora