"I don't care"

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"I got this feeling on the summer day when you were gone
I crashed my car into the bridge, I watched, I let it burn
I threw your shit into a bag and pushed it down the stairs
I crashed my car into the bridge
I don't care, I love it
I don't care"


Sto cantando a squarciagola, con il sorriso stampato in faccia e la consapevolezza che questa mia gioia stia dando suoi nervi a qualcuno ma.. I DON'T CARE!

"Questo prosecco è fantastico" urlo ad Arizona mentre mi abbraccia sbronza, "hai ragione, è magico" scoppiamo a ridere subito dopo questa sua uscita. Diciamo che non è una serata facile per nessuna delle due, Callie è qui con la sua nuova fidanzata ed io, beh...esclusa da tutti.

Probabilmente me lo merito, oggi mi sono comportata proprio male nei confronti di Tom e dei ragazzi, ma non volevo esser presa in giro da dei bambinoni; dopo aver scoperto il loro stupido giochetto ho dato di matto, volevano solo vedermi soffrire per fare sentire più sicura la loro amichetta Edwards.

Forse finalmente hanno realizzato contro chi si sono messi e come mi aspettavo, son rimasta da sola, o almeno, con Arizona.

"Scatenati, facci vedere se sei ancora capace piccola Lucy"  la voce che mi incoraggia è una voce che non mi aspettavo di sentire, è Meredith che con un bicchiere in mano si sta buttando nella pista con noi.

"Pista" questa più che pista è semplicemente il soggiorno del ricchissimo signor Avery di sto cavolo, quanto lo odio, quanto mi son sentita presa in giro e quanto gli vorrei rovinare tutto. Ma forse divertendomi così tanto sta funzionando, lo sento che è irritato dalla mia presenza e dal mio essere così falsamente gioiosa.

La festa continua, io ho smesso di ballare e di bere e la noia mi sta assalendo. 

"Piccola Sloan" era lei, in tutta la sua bellezza, in tutta la sua maestosità e falsità...Catherine era arrivata.

"Ciao Catherine, sei sempre stupenda" le dico con un sorriso stampato in viso, spero non si avvicini senno sentirebbe subito che sto tremando dall'ansia. Ecco, questo è un colpo di scena...che diavolo ci fa lei a Seattle!

"Non credevo di vederti" mi anticipa, "è da tanto che non ci vediamo, ma ero informata sui tuoi movimenti" bene, benissimo, mi spiava nonostante io non fossi più nulla nè per lei nè per il figlio. "Mi dispiace molto per ciò che è successo in missione" mi dice, dispiaciuta e questa volta lo sembra davvero; "vedo che le voci corrono tra Seattle e Los Angeles" sono irritata, la sua falsità mi urta tanto quanto suo figlio. Ed è proprio quando si parla del diavolo che appaiono le corna, eccolo che arriva con quella faccia preoccupata consapevole che questa situazione non si concluderà nei migliori dei modi.


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