Un nuovo inizio

A testa alta

Mi scoppia la testa dal dolore, non so davvero cosa sia successo in quel negozio per poter scatenarmi tanta sofferenza.

Ma la sofferenza che provo ora non è data dalla scomparsa dell'effetto dell'antidolorifico, la sofferenza che provo è data dallo sguardo di delusione che Jay mi ha rivolto.

"Jay" penso tra me e me, ora non so più se lui sia il mio vecchio Jay o se è solamente Jackson.

Sta di fatto che mi manca il mio ex fidanzato, il mio migliore amico, la mia spalla ... la mia salvezza.

Sì, perché questo è stato Jackson una barca in mezzo al mare, un mare che è stato dolore, solitudine e poi spensieratezza. Lui è sempre stato lì, mi ha sempre tenuta sott'occhio fino a farmi ritornare sana e salva nel nostro porto sicuro, la nostra intimità, la nostra quotidianità che ci eravamo creati ma che purtroppo è svanita tutto un tratto.

Jay che due anni fa era casa, ora è uno sconosciuto che neanche riesce a reggere il confronto con i miei occhi. Vigliacco da parte sua oserei dire, ma voglio lasciar da parte il rancore e l'odio.

<< Sei sveglia! >> Ritorna dopo tutte queste ore, nel cuore della notte ed io mi sento così arrabbiata nel sentirlo

Sono al buio, come luci ci son solo i miei parametri che a malapena illuminano questo schermo in penombra e lui sa che son sveglia, ma come fa?

<< Rimani qua >> la frase mi scappa dalla mente e attraversa la mia bocca come quando i bambini non riescono a trattenersi dal non dire qualcosa

La mia richiesta lo travolge e sconvolge, lo riconosco dai suoi occhi e da come agita le mani

Io a mia volta vorrei risvenire subito e non svegliarmi mai più, ma il mio subconscio sa che tutto ciò di cui ho bisogno è lui ed averlo qui a un passo da me mi fa totalmente rendere conto che è la persona che più mi è mancata in assoluto.

<< Va bene >> mi risponde, sedendosi sulla sedia al fondo del mio letto e guarda il vuoto

Si gira improvvisamente, come per parlarmi ma si blocca quando velocemente accendo la lucina sopra il letto

Se vuole parlarmi, deve vedermi, non può sfuggire dal mio sguardo per sempre

Sbuffa e continua << Perché non hai seguito la terapia? Non hai fatto nemmeno una visita, è vero? >>

Rido, so che mi conosce bene

<< Scusa se rido, so che non dovrei >> mi scuso perché i suoi occhi mi stavano già insultando prima che la sua bocca potesse farlo

<<... Son stata sopraffatta dal lavoro, dalla famiglia, dalle faccende irrisolte e da altri imprevisti >> mi giustifico inutilmente

<< Non dovevi trascurare questa cosa, sei un'incosciente se fai una cosa del genere, sei un dottore cavolo >> il suo tono della voce si alza notevolmente

L'ho già visto arrabbiato nei miei confronti, è una situazione già vissuta troppe volte questa, è la nostra classica situazione in cui io mi lascio andare sopraffatta dagli spiacevoli eventi della vita e lui che mi pesca in mezzo alla disperazione e mi riporta su, al sicuro. E' successo quando non riuscivo ad andare avanti a medicina e mi son fermata un anno, è successo alla morte di Lexie e papà, è successo per la morte di zio Derek e sta risuccedendo adesso.

E' una nostra costante, io che mi perdo e lui che mi riprende, ma stavolta credo sarà diverso. Lo è per forza, lo vedo dai suoi occhi, lo vedo dal distacco che mi mostra e dal disgusto che prova nel vedermi un'altra volta fallire così.

Perché questo faccio: fallisco.

<< Jackson, sto bene >> lo guardo, le lacrime scendono già

<< Non stai bene, devi curarti, devi farti visitare, devi seguire una terapia e prenderti cura tu di te stessa per una santa volta >> è esasperato

Sento ribollire dentro di me una rabbia che credo di aver soppresso con la lontananza in questi due anni

<< Io mi son già presa cura di me stessa! L'ho fatto quando mi sono allontanata da te, quando son riuscita a metterti da parte, a metter da parte tutto il dolore che mi hai fatto provare e son riuscita a partire per l'Afghanistan; l'ho fatto quando al primo posto ho messo quei bambini, l'ho fatto dedicandomi a questo lavoro lasciando da parte il fatto che al di sopra di me c'eri ancora una volta tu con il tuo essere così menefreghista, orgoglioso e potente. >> mi tolgo questo peso e magicamente le lacrime sul mio viso non ci sono più

<< Jackson tu mi avevi salvata, lo sai come mi sentivo, cosa eri per me e poi all'improvviso mi hai distrutta totalmente hai fatto della mia salvezza la mia disgrazia, il mio incubo. Sai cosa si prova quando la persona che più hai amato è anche quella che ti ha distrutto totalmente il cuore? >>

Il suo sguardo è cupo, l'ho lasciato senza parole

<< Lucy io ... io, io te lo avevo detto a New York, io ... scusa, mi dispiace dirtelo solo ora ma scusa >>

Si alza e se ne va, capovolgendo totalmente la classica situazione che in passato si creava ripetutamente.

Ora sono io quella che resta e non trascura e invece lui, è diventato la me del passato. La povera vecchia Lucy che pur di non dire il suo pensiero, rimaneva zitta e lasciava perdere ... quanto tempo che ho perso, ma ora non più è ora di cambiare.

La notte la passo in bianco, ormai è quasi l'alba e i primi ad arrivare saranno gli specializzandi curiosi di sapere come sta la loro collega e non vedo l'ora di vedere le loro finte espressioni compiaciute.

La prima ad arrivare è di nuovo la Wilson, sicuramente avrà passato la notte qui, è bella sveglia quindi suppongo ci sia anche Alex in giro per i corridoi.

<< Lucy, ti ho lasciata sveglia e ti ritrovo così! >> ride

<< Jo, come caspita fai ad essere così sorridente e arzilla all'alba? >> la guardo con un sorriso malizioso

<< Non siamo amiche, non posso mica raccontarti i cavoli miei >> sorride

<< Allora chiederò al mio amico Karev più tardi >> rido di gusto, Jo sussulta quando pronuncio il suo nome e mi sembra di capire solo adesso quanto lei non sappia nulla riguardo al nostro rapporto

La rassicuro subito << Alex è veramente un amico, mi ha visto crescere ... sta tranquilla >>

Mi ignora e prosegue la sua visita.

Rimango sola ancora per un'oretta, giusto il tempo del giro mattutino, tra poco arriveranno tutti e lo rivedrò, questa volta non è l'ansia a sopraffarmi ma l'orgoglio.