BANGAZE

283 8 1
                                    

BANGAZE-IN ANOTHER LIFE PT.1
*È ispirata alla ff “In another life”*

Tutto era cominciato quel giorno, quando, Bryce Withingale, un ragazzo di diciotto anni, mise piede in quello spoglio ospedale.
I suoi genitori avevano insistito purché facesse uno stage in quella struttura.
Lui non era per nulla entusiasta, anzi, ai suoi occhi pareva una cosa inutile.

Per quale motivo dovrei fare qualcosa per cui non provo un minimo di interesse?

Il ragazzo si fermò poco prima di arrivare alla reception.
Poteva sempre inventarsi una scusa, come quella che non avevano tempo o avevano già un numero troppo elevato di stagisti.

Trovava quel posto opprimente.
Monotono...
Triste...
Freddo...
Si sentiva male al pensiero di cosa dovessero passare tutte le persone che vivevano in quel posto.
Proprio per questo sperava che nessuno gli parlasse.
Sperava che quell’improvviso arresto, da una camminata decisa, non venisse notato da nessuno.

Circondato da gente che continuava per la sua strada, due pozze giallognole lo scrutavano da lontano.
Il ragazzo si avvicinò a Bryce.

<<Tutto ok?>>
<<Si>>

Era un ragazzo alto.
Aveva degli occhi giallognoli che richiamavano il color ocra e dei capelli rossi molto strani.
Assomigliavano ad un tulipano.
Era vestito con una di quelle solite tuniche bianche.
Non si addiceva per nulla al suo aspetto e neanche al suo comportamento.
Aveva anche troppa energia per trovarsi in un ospedale-

<<Sei un nuovo paziente o->>
<<No, stavo giusto per andarmene>>

Sto tizio sorride sempre?

Da quando l’aveva incontrato non aveva smesso un secondo di sorridere.
Aveva un bel sorriso, uno di quelli contagiosi, ma a Bryce non faceva nessun effetto... se non irritarlo.
Come faceva a sorridere in un posto come quello?

<<Aspetta ghiacciolo almeno dimmi come ti chi->>
<<Non chiamarmi ghiacciolo>>

Il bianco prese un respiro profondo, riempiendo d’aria i polmoni.
Quel tipo non avrebbe mollato facilmente.

<<Bryce Withingale>>

Il rosso sorrise

<<Che bel nome>>

Il bianco invece si limitò ad un accenno del capo per poi girarsi verso l’uscita.

<<Io vado>>

Disse, salutando con un gesto veloce.
L’altro ragazzo non disse niente.
Non aprí bocca, ma nella sua testa girava una frase “Voglio rivederlo”.

Tch che seccatura

Bryce decise di tornare a casa, non avrebbe messo più piede in un ospedale.
Almeno non in quello.
Non voleva legarsi con i pazienti, ma in generale non voleva trovarsi lì.
Mentre attraversava la strada, dei fiocchi di neve iniziarono a cadere intorno a lui.
Come se lo evitassero.
Come se lo ritenessero uno di loro, come se fosse anche lui fatto di neve e ghiaccio.
Così freddo e insensibile...

<<Meow>>
<<Uh?>>

Il bianco si girò.
Un gattino dal pelo rossiccio si stava riparando dal vento sotto ad un cartone.

Che crudeltà abbandonare gli animali cosí

Si avvicinò cautamente al micetto.
Aspettandosi qualche segno di ostilità, si accovacciò qualche metro distante da lui.
La palla di pelo, invece, andò dal ragazzo, miagolando allegramente.

<<Vuoi venire a casa con me?>>
<<Meow>>

Il bianco sorrise appena.
Forse non era poi così freddo.

Giunse a casa sua.
Le finestre era rimaste aperte dalle ore prima e un po’ di neve sciolta, era dispersa sul pavimento, mentre altra continuava ad entrare.

<<OoOf>>

Chiuse tutto e accese il camino, pulendo il casino che si era formato sul pavimento.
Il gatto nel frattempo si era steso sul tappeto davanti al fuoco.
Bryce si era appena sdraiato sul divano, dopo un’ora di pulizie, quando qualcosa sbattè contro la finestra.
Il gatto lo guardò con uno sguardo interrogativo, alzandosi, e andando vicino alla finestra.
Il padrone fece lo stesso e con sia sorpresa vide una chioma rossa tutta tremante.

<<Non posso crederci, tu mi hai seguito dall’ospedale fino a casa mia?>>

Il bianco era completamente impazzito.
Aveva abbandonato la sua solita calma e freddezza e ora sembrava rosso come i capelli dell’altro.

<<Perchè fai tutte ste storie volevo solo rivederti>>

Silenzio.
Era vero che l’immagine di quel volto non lo aveva mai abbandonato da quando aveva lasciato quella prigione...ma questo non significava che voleva rivederlo.
O semplicemente non voleva farsene una ragione.

<<Non voglio sapere come hai fatto ad uscire dall’ospedale>>

Ora che lo poteva guardare meglio, aveva delle occhiaie abbastanza pesanti e si era cambiato per uscire.
Aveva una felpa rossa come la sua sciarpa e dei jeans neri.
Erano seduti sul divano, uno di fronte all’altro.
Il gatto si era accucciato sulle gambe dell’ospite.

<<Come si chiama?>>
<<A dire il vero non ha un nome>>

Ora che LI guardava meglio, il micetto è il ragazzo si assomigliavano abbastanza.

<<Si chiama tulipano>>
<<Eh?! Che razza di nome sarebbe?>>
<<È perchè è rosso come i tuoi capelli e mi ricordano un tulipano>>
<<Zitto ghiacciolo>>
<<Zitto tulipano>>

Dopo circa dieci minuti si arresero.

<<Senti>>

Richiamò la sua attenzione il padrone.

<<Come ti chiami?>>
<<Grazie per avermelo chiesto>>

Rispose con aria fiera. Gonfió il petto e indicandosi disse

<<Claude Beacon, il solo e l’inimitabile>>

I due passarono l’intera giornata insieme.
Non erano poi così insopportabili come si urlavano contro alcune volte.
Erano uno l’opposto dell’altro certo, eppure erano anche così in sincronia...
Forse per il fatto che si completassero a vicenda.

Ormai era arrivata la sera.
Tra i due caló nuovamente una sorta di silenzio.
Il rosso non voleva andarsene.
Non voleva tornare il quel posto.
Lì si sentiva a casa, mentre in quella struttura sembrava di essere in un carcere.

<<Devo andare vero?>>

Il bianco era molto combattuto.
Le infermiere dovevano essere molto preoccupate ma alla sua parte egoistica non importava.
Lo voleva lì con sè.

Prendendo alla sprovvista pure il rosso, che non si aspettava  una risposta simile Bryce, decise che per una volta avrebbe seguito il suo cuore.

<<Dovresti>>

Un largo sorriso comparve sul volto pallido del rosso.
E un accenno di una curvatura su quello del bianco.
I due si sdraiarono sul divano, con il cibo in mano, pronti a cominciare un film di due ore.
Non si curarono più di nulla da quel momento in poi.
Erano solo loro, il gatto, il cibo e il film.
Dimenticandosi di tutto.
Anche della malattia terminale di Claude.

*Angolo autore*
Potete odiarmi si-
La prossima parte la devo ancora scrivere e nn so quando la pubblicherò ma intanto prendere questa.
Alla prossima
Alex~

♡ONE SHOTS INAZUMA♡ ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora