Capitolo 13

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Quando tornai a casa era il momento di reagire, di fare qualcosa della mia vita.
Quando girai la chiave, c'era la mamma sul divano a guardare la Tv.
''Ciao mamma'' dissi non parlavo da settimane..
''Ciao piccola dove sei stata?''
''Al mare'' risposi
Sapevo che l'avevo fatta preoccupare, da 5 anni a questa parte aveva perso tutte le persone che lei amava, mio padre che l'aveva lasciata per un altra, mia sorella che era andata a vivere lontano e sapevo che non voleva perdere anche me.

''Ti va di parlarne?'' Disse
Mi fece posto vicino a lei e mi sedetti..

''Ti racconto una storia, c'erano due ragazze, ai tempi non avevano problemi, erano bellissime, avevano finito da poco il liceo e volevano esplorare il mondo, cose impossibili per quel l'età, ero fidanzata con un bel moro, tutto muscoli e poco cervello, un giorno, decisi di fargli una sorpresa così mi presentai a casa sua, ma lo trovai con lei. Jessica credimi io volevo sparire, era la mia migliore amica quella del liceo quella del per sempre, gli gridai tutto l'odio che provavo e dissi cose che neanche pensavo veramente.. Da lì non ci parlammo più, nessun messaggio, nessuna telefonata, niente. Io mi chiusi in camera per un anno, tua nonna mi lasciava il vassoio fuori la porta, io mangiavo e lo riportavo dov'era, per un anno mi chiusi in quella camera, vedevo la tv, scrivevo, guardavo il sole o la pioggia e dormivo, così per 365 giorni, un giorno capii che il mondo non aspettava me, che anche senza me continuava a girare che il fruttivendolo vicino casa continuava ad alzarsi e andare a lavorare, che i bambini malati di cancro ricominciavano a vivere o a morire, che la gente andava lo stesso alle feste e continuava a lavorare, a studiare, ad andare al mare, continuava a vedere la tv..così decisi di uscire e di riprendere la mia vita, semplicemente da ricominciare da me''
Fece una pausa fissando il vuoto

'' uscii e conobbi tuo padre, mi aiutò ad uscire da quella sfera di dolore, Jessica nonostante questa persona non c'era, era sempre presente , c'è stata al mio matrimonio, quando ero in bagno per truccarmi e uscire con tuo padre, alla mia laurea, c'è sempre stata, dopo 5 anni nacque tua sorella e dopo 7 anni.. Tu, quando tu sei nata già avevo le contrazioni così mi diedero la camera e mi fecero stendere sul letto aspettando l'ostetrica, appena arrivò la riconobbi subito, anche se avevo la vista annebbiata e non dormivo da più di 48 ore.. Era lei portava il suo camice bianco, i suoi capelli neri con una coda alta , anche lei mi riconobbe e mi aiutò a partorire''

'' Mamma, con questo mi stai dicendo ?''

''Jessica se è destino anche per una stupidaggine vi rincontrerete puoi cambiare le circostanze ma non le coincidenze''

''Mamma'' sussurrai
''Poi come andò a finire?''

'' ci sono cose che non puoi cambiare Jessica , ci sono cose che succedono perché devono succedere''
La guardai
Sospirò '' decidemmo di uscire, lei era lì davanti, all'uscio del marciapiede con un sorriso stampato in faccia eravamo si e no un metro di distanza, non ero più arrabbiata volevo recuperare il tempo perduto'

''E?'' Dissi

'' Ma il tempo perduto non si recupera Jessica, perché il suo momento è passato, attraversò la strada e venne investita da una macchina''

Non parlai, ero sbalordita non poteva essere, non poteva essere seria .

''Jessica devi farmi un favore, cogli la rosa prima che appassisca ''

La guardai interrogativa, non ero mai stata brava con le metafore.
''Carpe Diem, Jessica, cogli l'attimo, alzati e vai a riprenderti Monica''

Volevo essere salvata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora