Capitolo 26

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"Chi non teme che il più banale dei suoi momenti presenti diventi in futuro un paradiso perduto?"
(Nicolás Gómez Dávila)

Gin non dormì per niente quella notte, perché sentiva Anna così distante da lei non solo con il corpo ma anche con il cuore e decise così di recuperarla usando dei trucchi come sempre.

Le sue doti erano quelle di far impazzire con la seduzione le persone e renderle sue senza fare sforzi ma con la riccia non funzionavano.

Sapeva essere un serpente quando lo voleva.
Aveva un fascino che avrebbe stordito anche la ragazza più difficile e tutti cadevano ai suoi piedi ma Anna riusciva spesso a farla penare.

I suoi occhi neri come la pece contenevano il veleno ma in realtà stava cambiando, per una ragazza più angelica di lei e non sapeva come.

E si incazzava perché non era la vecchia Gin.

La se stessa di prima sapeva come stregare le persone ma aveva trovato qualcuno che come la riccia sapeva tenerle testa ogni momento.

Il potere del diavolo si può attenuare quando si trova davanti un angelo degno di se stesso.

Ci vuole tanta più fatica a sedurre una mente che un corpo, perché puoi anche possedere fisicamente una donna una sola notte ma se vuoi che si ricordi di te per tutta la vita, devi toccarla nell'anima lasciando segni indelebili.

Ma lei non era abituata a inseguire qualcuno.

Voleva che la sua preda le fosse servita con il piatto d'argento ed una volta avuta nel letto, il gioco era fatto senza che muovesse un dito.

Con Anna invece avrebbe imparato che anche se una persona è tua, la devi conquistare ogni giorno come se fosse sempre la prima volta.

E fare in modo che la riccia si lasciasse andare non era facile, dato che era come avesse paura delle sue stesse emozioni ed ogni volta che ne provava, si chiudeva in se stessa non volendo.

Gin voleva trovare il modo di farla aprire con lei per cercare di farle superare quei blocchi.

Odiava che la escludesse dal mondo che aveva dentro, perché era bello e solo per questo non mostrarlo al mondo era davvero uno spreco.

"È tutta da scoprire." - si disse - come quella volta al locale e voleva conoscerne i segreti.

Non le aveva mai raccontato del suo passato.

Tendeva sempre a nascondere ogni cosa, fino a farlo anche davanti a se stessa ma Gin aveva sempre nutrito curiosità verso le personalità.

Anna avrebbe potuto scappare per tutta la vita, ma non sarebbe sfuggita ai suoi demoni e la nera voleva solo farle capire che bisogna accettare le nostri parti oscure che odiamo.

E si sa che le emozioni tanto più cerchiamo di controllarle, più ci scappano di mano e quelle represse sono rabbia di cui non ci liberiamo.

La riccia non urlava mai e non si sfogava per poi mantenere quella freddezza apparente che feriva chiunque si trovasse nei suoi dintorni.

E voleva almeno suscitarle una reazione ma con la provocazione l'avrebbe poi allontanata.
Voleva scogliere quel cuore ormai ghiacciato.

Entrò nella stanza e si accorse che Anna stava sul letto, stesa su un fianco, con gli occhi fissi alla finestra da dove si vedeva il sole sorgere.
Neanche lei aveva dormito e Gin capì che le stavano frullando troppi pensieri nella testa.

Era bella con una sola maglietta addosso ma dovette contenersi quando realizzò che aveva i boxer in bella vista e si morse il labbro dura.

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