Capitolo 31

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"Forse è questo il Purgatorio, una solitudine eterna."
(Marc Levy)

"Di cosa dobbiamo parlare Gin?" - chiese - e
si sedette con le mani contratte sul suo letto e si mise ad osservarla, per capire cosa volesse.

"Luca tra di noi non funziona. Non siamo mai stati bene insieme ed è meglio finirla qui per il fatto che tu sei un bravo ragazzo ma io non ti merito." - rispose - mentre rimase sorpreso.

"Ah si? E com'è che te ne sei accorta ora? Ti svegli una mattina e non ti vado più bene?" -
ribadì - per poi fulminarla per le sue cazzate.

"Lo sai come sono. Non riesco a legarmi mai a nessuno. Ci abbiamo provato un'altra volta e non è andata, punto." - ribattè - più seccata.

"A me non torna questa storia. So che mi stai nascondendo qualcosa, Gin." - disse - freddo.

"Dimmi la verità cazzo. Dammi un motivo per lasciarmi." - continuò - alzando anche la voce.

"Non c'è un motivo. Solo che non so tenermi una relazione." - gli urlò - quasi gesticolando.

"Senti allora non dire a tutti che sei stata tu a lasciarmi ma il contrario." - rispose - ridendo.

"Perché?" - chiese - mentre lo guardò stranita.

"Perché non voglio fare la parte dello stronzo o passare per uno dei tanti di cui sei stanca."
- ribadì - per poi distogliere lo sguardo da lei.

"Il problema non sono io ma sei tu. Tu non lo vuoi ammettere, ma sei innamorata di quella Anna. Questo è il motivo." - continuò - duro.

"Non è per questo." - gli rispose - senza fiato.

"Senti non inventarti altre cazzate e smettila di fingerti etero. Non negarlo più a te stessa." - le ribattè - incazzato incrociando le braccia.

"Luca lasciami parlare." - ribadì - già sfinita.

"No. Ti fai male a te e anche agli altri. Risolvi la tua confusione." - le disse - mentre si rialzò.

"Io non ne voglio più sapere di te e sia chiaro ti ho lasciato io." - continuò - e sbattè la porta.

"Che addio di merda." - pensò - senza parole.

"Io l'ho lasciato per lei?" - si chiese - nervosa.

"Io sono ancora innamorata di lei?" - ribadì -

"Ma lei non mi vuole più e lo so che mi odia."-

Anna era invece seduta sui soliti divanetti con Alba, per distrarsi dalla scenata di Gin e stava in silenzio, mentre era immersa nei pensieri.

Il pensiero della nera la tormentava anche se dentro di lei lo respingeva, perché lei si stava comportando come una bambina capricciosa.

Ed era stanca di averla ma soltanto per poco.
Lei era sempre stata una gelosa, perché non sopportava l'idea di essere sostituita e quando amava qualcuno, lei non voleva condividerlo.

L'aveva messa davanti ad un ultimatum: o lei era sua e basta, oppure non la voleva proprio.
Le cose a metà le avevano sempre fatto schifo.

"A cosa stai pensando?" - le chiese Alba - con lo sguardo preoccupato ma Anna le sorrise.

"A nulla. Solo casini." - rispose - guardandola.

"Passa da casa mia oggi. Ti lascio in pace."
- ricevette un messaggio da Gin sul display -

Anna lo tolse dall'anteprima e non rispose ma Alba, dato che il telefono era sul tavolino, lo aveva già letto seppur lei non volesse spiarla.

"Rispondile. Gin è quella ragazza con i capelli neri che si avvicinò a noi no?" - chiese - dura.

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