Capitolo 30

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"La vita senza dubbi sarebbe un inferno o un limbo. La sua condizione ideale è il purgatorio.
(Roberto Gervaso)"

Gin ritornò a casa nervosa quella notte perché l'idea che Anna la stesse trascorrendo con una che non fosse lei, le faceva ribollire il sangue.

Aveva l'impressione che volesse sostituirla ma stesse ancora trovando la giusta candidata per lei e quella ragazza avrebbe potuto diventarlo.

Però da lontano a lei era sembrata famigliare.

Non era riuscita a vederla bene perché con le luci e la confusione non era facile seguire loro due con gli occhi ma lei non ci diede più peso.

"Forse è soltanto un'allucinazione." - pensò -

"Chissà cosa sta combinando con quella." -

Non riusciva a dormire, rigirandosi nel letto perché Anna l'aveva sedotta in modo che mai si sarebbe aspettata e le aveva mandato la testa a puttane come mai nessuno aveva fatto.

Aveva mandato via Luca, inventando la scusa che era stanca ma la verità era che il pensiero di lei la torturava in un modo così assurdo.

Come poteva un angelo tentare il diavolo?

L'unica spiegazione era che Anna era ubriaca.
La parte di lei che aveva visto in quelle sere in discoteca era Brayan, perché se lei fosse stata lucida non si sarebbe comportata in tal modo.

Pensò anche di non averla conosciuta affatto.

"Sarò il tuo tormento" - le aveva detto Anna -

Si alzò dal letto sconfitta e andò in cucina per prendersi un bicchiere d'acqua, ma trovò suo padre che aveva avuto il suo stesso intento.

"Gin che ci fai sveglia?" - chiese lui dolce - e le accarezzò il viso, mentre la vide così nervosa.

"Avevo sete." - rispose - e la squadrò tutta per capire cosa avesse, guardandola negli occhi.

"Si, che io ti credo! Sputa il rospo. A me puoi dire tutto lo sai." - ribadì - facendola sedere.

"Ho il sospetto che abbia un'altra." - rispose -
e lui capì subito di chi si trattava in silenzio.

"Per questo stai così?" - le chiese - divertito.

"Così come?" - disse lei - guardandolo male.

"C'hai una faccia. Tipo ammazzo qualcuno." - ribattè - dandole un bel pizzicotto sul braccio per prenderla in giro, mentre lei si congelò.

"Secondo te ti poteva aspettare Gin? Per tutta la vita magari. Ha il diritto di avere un'altra."-
continuò - mentre Gin non diceva una parola.

"Non intendevo quello. Sono preoccupata per lei, perché non è più l'Anna di una volta." - gli rispose - dopo un breve silenzio così strano.

"Ti sei chiesta cosa l'ha fatta cambiare?" - le chiese - mentre bevette l'acqua nel bicchiere.

"Comunque sei gelosa bambina mia. Si vede ad occhio nudo." - continuò - ridendo subito.

"Non lo sono papà." - ripetè - sorridendogli.

"Poi ti ricorderai di queste parole ed ora torna a dormire." - ribadì - mentre sparirono nelle loro camere, ma il sonno non arrivò alla fine.

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