Capitolo 8

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Al mio segnale, scatenate l'inferno.
(Dal film Il gladiatore)

Anna come quasi ogni sera si trovava seduta
davanti alla pista da ballo stravaccata peggio di un ragazzo ma quella volta non era da sola.

C'era una ragazza a tenerle compagnia che si chiamava Alba e che lei aveva conosciuto nei giorni in cui Ginevra non si era fatta vedere.

Il suo silenzio lo aveva preso come un rifiuto e non era di certo stata contenta della reazione alla loro prima notte insieme e forse ultima ma credeva che sarebbe bastata una gomma a cancellare ciò che dentro però era indelebile.

Certe storie ti lasciano il segno anche prima di essere realmente cominciate e le ho sempre chiamate interrotte ma sono proprio quelle che poi rischi di portarti addosso tutta la vita.

Ed il rimorso per ciò che poteva essere e non è stato ti può far restare sveglio intere notti.

Partono sempre con il botto facendoti provare emozioni indescrivibili per poi finire con un finale di merda e il vuoto incolmabile dietro.

Ed Anna non voleva che Gin diventasse una
persona persa nella lista di quelle a cui già a malincuore aveva dovuto rinunciare e quella sensazione di non averci provato fin in fondo sarebbe stata per lei una vera persecuzione.

Già l'aveva sperimentata con la prima ragazza che le era realmente piaciuta per la quale non aveva lottato per poi pentirsi per tre anni per averla persa e lei non voleva che riaccadesse.

Con Gin già sapeva che si sarebbe attaccata a qualcosa di forte e non l'avrebbe dimenticata.

Avrebbe voluto insistere con lei ma sapeva in cuor suo che avrebbe peggiorato solo le cose.

E poi se ami qualcuno devi sempre lasciarlo libero di scegliere e lei non voleva imporre il suo amore, dato che se non la ricambiava poteva benissimo ammetterlo e poi sparire.
Non di certo sarebbe stata l'unica delusione.

In Alba cercava di trovare qualcosa che fosse simile a Gin ma capii che i suoi lineamenti non poteva trovarli in un'altra ragazza, perchè nessuna era come lei e faceva un male cane.

La consapevolezza di essersi fissata con una persona a tal punto da non riuscire ad amarle un'altra dopo di lei è forse la cosa più brutta.

Eppure era bella e le sembrava una modella.
Era sensibile ma allo stesso tempo si sapeva difendere come lei ma mentre fissava l'alcool nel bicchiere si accorse che le mancava Gin.

Poteva pure parlarle di pianeti, amore e tutti i discorsi interessanti che da ragazza timida lei amava ma aveva imparato che a volte non conta di ciò che si parla, anche parlando del niente si può parlare in silenzio di ogni cosa.

Con la nera non avevano mai parlato di un cazzo, eppure con gli occhi si erano dette un mare di cose che ancora neanche si spiegava.

Quella bionda sarebbe stata la ragazza giusta per sua madre se lo accettasse ma non per lei.
Nessuno può scegliere la persona da amare e questo ormai Anna lo aveva compreso bene.

Alba aveva la bellezza, i connotati giusti per una come lei ma non sentiva quell'attrazione.
Gin non aveva niente di tutto questo, anzi a connotati era il contrario ma la desiderava.

"Perchè le altre non mi sanno più di niente?"

"Perché non posso avere te e nessun'altra?"

" Quale incantesimo hai usato donna fatale?"

La ragazza accanto a lei per richiamarla dato che si era accorta che era altrove nel mentre le parlava, le mise piano una mano sulla gamba coperta ma al contatto Anna invece di scaldarsi, non sentii nulla se non un fastidio.

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