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Act 3: would you like to dance?

"Non si è presentato nessun altro, puoi anche andare via."

Perché lui era lì? Nemmeno una persona in tutta la scuola era venuta, perché lui invece sì?
Che imbarazzo! Lee Minho, uno dei ragazzi più popolari e belli della scuola, davanti a lui che invece piangeva e gli diceva "tutti mi odiano, non è venuto nessuno."

Minho era rimasto in silenzio, forse troppo sconvolto, forse troppo dispiaciuto.
Jisung fece per chiudere la porta, ma l'altro la bloccò.
"Non fa niente! Non fa niente, possiamo lo stesso festeggiare insieme." si affrettò a dire per evitare che gli chiudesse la porta in faccia.

"Non devi farlo solo perché ti faccio pena, è okay."
"No, ma cosa dici! Sono venuto apposta, dai, possiamo ancora divertirci."

Jisung non insistette ancora e si mise da parte per lasciar entrare il maggiore. Poi chiuse la porta e Minho gli mise tra le mani una busta regalo. "Questo è per te, spero ti piaccia."

La afferrò mormorando un grazie e andò a posizionarla sul tavolo che aveva riservato per i regali, ma che adesso ospitava solo un misero pacchetto con un fiocco dorato. Poi tornò a sedersi sul pavimento. Minho fece lo stesso e si sedette poco lontano da lui.
"Cosa è successo? Come mai non è venuto nessuno?"

Jisung sospirò. "Non lo so...probabilmente tutti pensano sia uno sfigato o qualcosa del genere. Forse non sono abbastanza per loro...non so. Sapevo di non avere tanti amici, anzi non ne ho nessuno, credevo soltanto che sarebbe stata una buona occasione per farmene alcuni, ma a quanto pare mi sbagliavo. Non sono come loro, forse sono destinato a rimanere da solo per il resto della mia vita." Continuava a piangere senza sosta, tanto che aveva paura che prima o poi sarebbe morto disidratato da un momento all'altro.

Il più grande provò a consolarlo. "Non dire così, sono sicuro che non è vero. E poi, essere popolare e avere un mucchio di amici non è tutto nella vita."

"È facile dirlo per te, ti vogliono tutti-" Interruppe la frase a causa dei singhiozzi che gli impedivano di parlare.
"Dai, smetti di piangere! Avrai tante altre occasioni per avere una bella festa."

Il minore lo guardò e scosse la testa. "No, non credo. Sai, non ho mai avuto una vera e propria festa di compleanno. In tutta la mia vita non ho mai avuto amici. Era da anni che sognavo di festeggiare il mio compleanno, speravo solo che questa volta sarebbe stato diverso."

Si asciugò il viso con le maniche della felpa. "Dio, è così imbarazzante! Spero solo che non racconterai a tutta la scuola che hai passato la sera del mio compleanno ad ascoltare i miei discorsi deprimenti." Minho, d'altra parte, continuava a rimanere in silenzio. "Te l'ho detto, puoi anche andare via."

Si prese qualche minuto per pensare, vedere Jisung in quello stato gli faceva davvero male, tutto ciò che desiderava in quel momento era tirargli su il morale.
"Sai cosa? La festa non è ancora finita, possiamo comunque divertirci." disse, poi si alzò e si diresse verso lo sterio, accendendolo.

Spese qualche secondo per trovare una stazione radio che trasmettesse canzoni decenti e poi per regolare il volume, poi ritornò da Jisung, tendendogli la mano così da aiutarlo ad alzarsi.
"Vuoi ballare?"

Lui buttò la testa indietro, poggiandola sul divano. "Non ne ho voglia."
"Oh su! Non fare il difficile, non vorrai mica stare tutta la sera a piangerti addosso."
"Non posso?"
Minho sbuffò. "Forza, alzati."

Così Jisung gli afferrò la mano, lasciandosi trascinare dal più grande al centro del soggiorno.
Il maggiore iniziò a muoversi a tempo di musica, poi gli prese anche l'altra mano, facendo muovere di conseguenza l'altro ragazzo.

Finalmente il broncio di Jisung era sparito, Minho sorrise notandolo.
Pensò che fosse il momento giusto per impressionarlo, così, per quanto gli dispiacesse farlo, gli lasciò le mani e mise in atto le sue doti da ballerino. Jisung si fermò e prese a guardarlo impressionato, con la bocca semiaperta e gli occhi fissi su di lui. L'unica cosa che riusciva a pensare in quel momento era a quanto Minho si muovesse bene e a quanto fosse bello.

Gli riprese la mano." Balla con me!"
"Non sono così bravo."
Minho iniziò a muoversi con passi improponibili, facendo scoppiare a ridere il minore, che poco dopo lo seguì a ruota.

Adesso più che due ragazzi sembravano ragni, ma almeno si stavano divertendo.
Quando poi la canzone finì, per dare così il tempo ai conduttori radiofonici di comunicare le notizie della giornata, Jisung si buttò a peso morto sul divano, con l'affanno e male alla pancia per le troppe risate. L'altro si sedette di fianco a lui, sorridendogli.

Jisung cercò di riprendere il fiato e allontanò i capelli dalla fronte sudata, poi prese a parlare. "Balli davvero bene! Sei un ballerino?"
Minho annuì fieramente. "Sì, la danza è la mia più grande passione, spero di riuscire a coltivarla e a lavorare con essa, prima o poi."

"Io non credo di avere una vera e propria passione. Cioè amo la musica, si può definire una passione?"

"Sì, ovviamente, che cosa ti piace ascoltare?"

Il minore prese a parlare freneticamente dei suoi artisti preferiti, dei generi che ascoltava e dei suoi piani futuri; parlò dei concerti a cui era stato, i suoi idoli che talvolta aveva incontrato...

Chiunque si sarebbe pentito di aver fatto quella domanda, per quanto stava parlando, ma Minho invece era davvero felice di avergliela posta. Era stato tutto il tempo ad ascoltarlo silenziosamente, a volte facendo qualche intervento, e aveva assimilato tutte le informazioni che Jisung gli aveva fornito: nonostante gli piacesse da tanto tempo, non aveva mai avuto l'opportunità di sapere molte cose sul suo conto. E, adesso che l'aveva sentito parlare, era ancora più convinto di esserne innamorato. Aveva una percezione della musica simile alla sua per la danza: la vedeva come una cosa fantastica, addirittura ultraterrena, troppo bella per essere descritta a parole, la quale non tutti potevano comprenderne il significato. Per lui, la musica era semplicemente arte.

Aveva ancora gli occhi gonfi e il trucco colato, ma a differenza di prima sorrideva e Minho pensò che non avrebbe mai visto in vita sua una cosa più bella del sorriso di Jisung.
Quella sera, che era iniziata nel peggiore dei modi, per Jisung si era rivelata una delle più belle di sempre.
Avevano ballato, riso e scherzato. Avevano parlato tanto e di così tante cose che nemmeno sarebbero stati capaci di farne un riassunto.

Infine avevano mangiato, forse anche troppo, il cibo che Jisung aveva preparato. Certo, mangiare in due ciò che era stato preparato per l'intera scuola era decisamente troppo, infatti lasciarono molti avanzi che probabilmente Jisung avrebbe mangiato a colazione, pranzo e cena per le prossime tre settimane.

La serata era passata così velocemente che sembrava non fosse vera.
Jisung infine aveva accompagnato Minho alla porta di casa e gli aveva regalato uno dei suoi più grandi sorrisi.
"Grazie mille per essere venuto." il sorriso gli sparì dal volto. "Spero non andrai a dire a tutti i tuoi amici che hai passato una serata orribile con Han Jisung perché la sua festa drastica ti faceva pena."

Minho si affrettò a scuotere la testa, "No, ma cosa dici? Non lo farei mai e mi sono davvero divertito. Grazie a t- aspetta! Non hai ancora aperto il mio regalo!"
Minho, che inizialmente era sulla porta di casa, rientrò in soggiorno e corse a recuperare il pacchetto solitario che per tutta la sera era stato abbandonato su quel grande tavolo di legno.
"Aprilo."

Jisung sfilò dolcemente il nastro, quasi dispiaciuto di aver disfatto il fiocco, poi aprì la busta, trovandoci dentro un oggetto rettangolare ricoperto da una carta da regalo blu. Lo scartò, spalancando gli occhi alla vista del regalo.
"Oddio, lo stavo cercando da una vita! Grazie, non dovevi."
Minho scosse la testa. "Adesso però è davvero tardi, grazie per avermi tenuto compagnia, ma devo andare."

Il minore l'accompagnò per la seconda volta alla porta.
"Ciao Minho, buonanotte."

"Quindi mh... ci sentiamo, okay? Buonanotte."

Jisung chiuse la porta e si sedette sopra il divano. Si rigirò tra le mani quella copia di Cime Tempestose e non poté fare a meno di sorridere, pensando a quanto bella fosse stata quella sera.

Birthday| MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora