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Act 7: who would care about him?

Se esisteva una cosa più traumatica in tutto il mondo, per Jisung era il rientro a scuola.
Per quanto non vedesse l'ora dell'arrivo dell'inverno, in quanto il caldo era decisamente insopportabile, avrebbe fatto di tutto pur di non tornare a scuola.
La detestava, non poteva farci nulla.

Se dobbiamo dirla tutta, a lui piaceva anche seguire le lezioni, alcune le trovava davvero interessanti e amava imparare cose nuove. Tuttavia, l'ambiente che aleggiava in quel posto era davvero oppressivo nei suoi confronti e non aveva un bellissimo rapporto con i suoi compagni di classe; la sua festa di compleanno ne era stata la prova.

Odiava entrare nelle mura scolastiche, era una vera tortura.
Sentiva tutti gli sguardi su di sé e aveva paura di quel che gli altri pensassero di lui. A maggior ragione dopo l'accaduto di quella sera. Chissà cosa avrebbero detto, era così preoccupato.

Almeno aveva Felix. Ringraziando Dio, l'australiano era sempre stato al suo fianco. Se non fosse stato per lui, probabilmente si sarebbe già ritirato da tempo.

E quel giorno era proprio con lui, davanti all'edificio, mentre aspettavano che la campanella suonasse per dare inizio sia alla giornata scolastica che all'anno stesso.

Era da quando erano arrivati che Jisung continuava a guardarsi intorno e l'amico era abbastanza sicuro di chi stesse cercando.

"Perché non vai a salutarlo?" gli aveva chiesto, indicando il punto del cortile nel quale Minho si era riunito con il suo gruppo di amici.
Jisung lo guardò un po' dubbioso, poi scosse la testa.

In realtà gli era già passata per la mente l'idea di parlargli, ma l'aveva subito eliminata.
Era vero, loro due avevano legato molto durante quei giorni e erano diventati degli ottimi amici, ma Jisung era ancora convinto fosse soltanto perché i suoi amici effettivi non erano disponibili.

E se Minho si fosse vergognato di farsi vedere con lui davanti agli altri? Non poteva di certo correre il rischio di fargli fare una figuraccia.

Rimase per qualche minuto indeciso tra andare verso di lui o restare lì dov'era, tuttavia il suono della campanella decise per lui, in quanto venne travolto da una miriade di studenti che si addossavano per arrivare primi in classe in modo da prendere il posto migliore, così perse di vista Minho.

Un po' gliene era grato, se non gli fossero venuti addosso probabilmente sarebbe rimasto tutto il giorno immobile a pensare a cosa fare.

In ogni caso, entrò nell'edificio con Felix, ma poco dopo fu costretto a separarsi da lui, che aveva la sfortuna di possedere l'armadietto in una zona della scuola molto distante dalla loro classe.

Così si diresse verso il proprio e, cercando di ricordare il codice che aveva impostato l'anno scorso, provò ad aprirlo.

Rimase una decina buona di minuti a cercare di decifrare il codice ma, non riuscendoci, ci rinunciò e stabilì che ci avrebbe riprovato durante la ricreazione.

Attese il ritorno del migliore amico e andarono in classe insieme.


Finalmente l'intervallo arrivò e Jisung si precipitò nel corridoio per poter aprire l'armadietto. Non che fosse di vitale importanza, ma doveva pur poggiare la sua roba da qualche parte.

Provò tutte le combinazioni possibili, dalla sua data di nascita, anche se era più che sicuro di non aver messo quella dato che, prima di quell'anno, aveva sempre disprezzato il giorno del suo compleanno, a quella del giorno del miglior concerto a cui era stato.

Birthday| MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora