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«So, I go, 'cause I don't wanna feel like you don't know me anymore, don't recognize my face, somewhere out in the big wild country someone's fallin' in love in a backseat and givin' it away like their hearts won't ever break, God bless the young hearts sippin' cheap wine, gettin' drunk with their friends for the first time, thinkin' nothing's gonna change, till everything changes.»

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Amalfi, Italia. Ottobre 2020

Daisy's P.O.V.

Un mugolio misto tra assonnato ed infastidito abbandona le mie labbra quando, attraverso le sottili tende rosa pastello della finestra, il sole filtra illuminando la mia camera da letto, obbligandomi così a svegliarmi.
Quando provo ad aprire gli occhi subito dopo un lungo sbadiglio, sento delle forti fitte colpirmi alle tempie ed improvvisamente inalo un respiro spezzato dal dolore portandomi una mano alla fronte

-Cristo..- biascico con la voce ancora impastata dal sonno
-devo piantarla di passare ore a piangere- mormoro tra me e me mettendomi lentamente a sedere, scuotendo però la testa con un sorrisino amaro sulle labbra quando mi rendo conto della cazzata appena detta.
Allungo una mano verso il comodino e afferro il bicchiere colmo d'acqua che ogni sera, prima di andare a letto, riempio così da trovarlo lì pronto ogni mattina, mi sistemo meglio sul bordo del letto con le gambe a penzoloni e tiro fuori dal cassettino una fialetta con degli antidolorifici, ne metto uno in bocca e lo butto giù con un lungo sorso d'acqua.
Poso nuovamente il bicchiere ormai vuoto sul comodino e il mio sguardo cade sul quadernetto color pesca su cui solitamente annoto gli appunti per i testi delle mie canzoni, canzoni che scrivo, ma che non ho mai cantato, neppure quando a Macclesfield mi esibivo nell'abituale pub.

Quindi lo prendo tra le mie mani e mi sistemo nuovamente nel mio letto, sollevando il cuscino contro la spalliera in modo da sedermi più comodamente, apro il quadernetto e afferro la matita adagiata tra le pagine colme di parole e scarabocchi.
Il vero motivo per cui ho deciso di aprirlo in un primo momento è perché per tutta la notte non ho fatto che pensare alle parole di Harry, al modo in cui mi è stato accanto in un momento delicato per me, alle sue parole empatiche e al suo perché a me piaci.

Sarò sincera, per pura scelta ho deciso di non soffermarmi su quest'ultimo dettaglio, perché, per quanto dolce, sarebbe potuto essere sfuggito dalle sue labbra per il semplice motivo di non farmi crollare, di tirarmi su.
Ritornando però alle sue parole, al suo aiuto tanto necessario ed essenziale per affrontare le critiche della gente, alcune parole cominciano ad apparire sparse nella mia mente, come tante nuvolette difficili da rincorrere e minuto dopo minuto, comincio a metterle insieme, ad unirle, provando a buttar giù qualche riga sul foglio bianco.

I am not a stranger to the dark, “hide away” they say, “'cause we don't want your broken parts”, I've learned to be ashamed of all my scars, “run away” they say, “no one'll love you as you are”, but I won't let them break me down to dust, I know that there's a place for us, for we are glorious

La mia concentrazione viene inaspettatamente interrotta dal suono di una notifica sul mio cellulare, quindi corrugando lievemente la fronte allungo il braccio verso il comodino e afferro il cellulare, ma il fiato mi si blocca in gola quando leggo il mittente del messaggio: é Harry.

La mia concentrazione viene inaspettatamente interrotta dal suono di una notifica sul mio cellulare, quindi corrugando lievemente la fronte allungo il braccio verso il comodino e afferro il cellulare, ma il fiato mi si blocca in gola quando leggo ...

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Golden [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora