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«I tried to scream, but my head was underwater, they called me weak like I'm not just somebody's daughter, could've been a nightmare, but it felt like they were right there and it feels like yesterday was a year ago, but I don't wanna let anybody know 'cause everybody wants something from me now and I don't wanna let 'em down.»

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Macclesfield, Regno Unito. Settembre 2020

Daisy's P.O.V.

È proprio quando credi che le cose possano cominciare ad andare meglio che tutto crolla ancora una volta.

Stavo finalmente riuscendo a trovare una sorta di equilibrio, avevo trovato un lavoro, anzi tre, stavo cominciando ad essere meno apatica, a farmi meno male.
Ma, effettivamente, tutto era fin troppo bello per essere vero, così mia madre ed Hank hanno deciso di stravolgere le nostre vite, e forse per loro è qualcosa di positivo, di rivoluzionario, ma di sicuro non per me.
Un cambiamento drastico come un trasloco, soprattutto se in un posto dove neppure si parla la tua lingua, è una fonte d'ansia non indifferente, e di certo non quello di cui avrei bisogno in questo momento.
Ogni singolo cambiamento nella mia routine quotidiana, anche se minimo e quasi impercettibile, mi fa perdere il controllo e il panico prende il sopravvento, quindi è possibile immaginare che reazione un cambiamento del genere possa scaturire in me.

Un amico di famiglia vive in Italia ormai da una decina d'anni, io e sua figlia Abigayle eravamo amiche tempo fa, lei è probabilmente stata la mia unica amica, ma ovviamente a causa del suo trasloco ci siamo perse di vista e non ci siamo più sentite.
Ad ogni modo, il padre di Abigayle ha offerto sia ad Hank che a mia mamma un posto lavoro nella sua agenzia, oltre che ad un alloggio con vista mare in costiera Amalfitana, e loro quasi non ci hanno pensato.
Non metto in dubbio che per loro sia un sogno, un'opportunità unica, ma la verità è che non lo è per me e per giorni non hanno fatto che ribadire che invece lo sarà, lo sarà perché potrò lasciare Macclesfield, lo sarà perché potrò andare a vivere in un posto migliore, in grado di offrirmi più tranquillità grazie al paesaggio, più opportunità per quanto riguarda il lavoro, e soprattutto, perché dal loro punto di vista, potrei ripartire da zero, ricominciare tutto.
Ma hanno idea di quanto mi opprima anche soltanto il pensiero di dover fare un salto nel vuoto, inconsapevole di ciò che mi aspetti?
E a lasciarmi qui in Inghilterra neppure ci pensano, perché se non riuscissero a controllare ogni mio movimento sarebbe una strage per loro, per cui non mi hanno lasciato scelta, ed è per questo che ora ci troviamo in fila al gate per l'imbarco all'aeroporto centrale di Manchester.

Inutile sottilinearlo, ma sono già in iperventilazione e non ho rivolto la parola né a mia mamma, né ad Hank, neppure per sbaglio, ma d'altronde con lui non ci parlo comunque praticamente mai.
Per cercare di alleviare l'ansia scrollo un po' nella home di Instagram, mentre seguo Hank e mia mamma man mano che ci avviciniamo al gate

-Daisy, potresti almeno fingere di essere entusiasta per questo viaggio?- sbuffa mia madre infastidita dal mio comportamento, io sollevo lo sguardo dallo schermo del mio cellulare e i miei occhi verdi incontrano i suoi

-penso di aver finto abbastanza in passato, e se te lo fossi dimenticata, questo non è esattamente un viaggio, non è una vacanza estiva, ci stiamo trasferendo in un altro paese- sbotto riportando il mio sguardo sul cellulare, ed onestamente, non sono una di quelle persone che passano ventiquattro ore al giorno incollate al telefono, ignorando ogni forma di vita circostante, ma ora come ora non voglio avere a che fare con nessuno, tantomeno con chi mi sta letteralmente obbligando a ricominciare tutto, perché se non l'avessero capito, quel tutto comprende anche la mia salute mentale, e ripartire da zero dopo i minimi progressi fatti mi terrorizza

Golden [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora