Capitolo 1 - Parte prima

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"È così che andiamo avanti, un giorno alla volta, un pasto alla volta, un dolore alla volta, un respiro alla volta. I dentisti medicano un canale radicolare alla volta; il carpentiere mette una doga alla volta. Se scrivi libri, lavori a una pagina alla volta. Ci distacchiamo da tutto ciò che sappiamo e tutto ciò che temiamo. Contiamo gli uccelli in cielo e non stacchiamo gli occhi dalla finestra quando sentiamo i passi di qualcuno che si avvicina da dietro; diciamo di sì, conveniamo che spesso le nuvole assumono forme di altre cose, pesci e unicorni e cavalieri; ma alla fine sono solo nuvole e noi riportiamo l'attenzione al prossimo pasto, il prossimo dolore, il prossimo respiro, la prossima pagina. È così che andiamo avanti."

(Stephen King-Mucchio d'ossa)

GOOD LUCK

(Di: Sheila Rosati)

 

 

 

Copyright © 2020 Sheila Rosati

Tutti i diritti riservati.

ISBN: 9798693556010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giorno 10 Gennaio  2007

Sono al buio, nella piccola stanzetta silenziosa.

L'unica fonte di luce è lampada sul leggio, che inonda col suo fascio abbagliante i fogli sui quali se ne stanno, dormienti, le parole che reciterò.

Lo schermo davanti a me è spento, in attesa. La sala è un mondo magico e muto, pronto per essere scatenato.

Ed io... beh, io risistemo il copione per la cinquantesima volta in due minuti.

Pazzesco: ero convinta d'aver riordinato i fogli poco fa. Invece, siamo daccapo. Sono di nuovo incasinati.

"Allora, ragazza" mi incita il direttore di doppiaggio, dall'interfono, facendomi sobbalzare "Scena quindici, anello tre. Li hai trovati?"

"Sì" mento, a mezza voce, mentre maneggio il copione con mani frenetiche.

Merda, merda, merda. No che non li ho trovati, aspetta un minuto.

Il microfono sembra ammiccarmi, fissandomi dal suo angolo, mettendomi ancora più fretta.

"Mi raccomando occhio, qui." continua il direttore. "Questo frammento è un po' bastardo. Se sei brava, ci toglierà meno di un'ora, però."

"Certo." Sto facendo un gran fracasso con i fogli, non trovo la mia battuta. Mi impongo di calmarmi, e mi infilo le cuffie.

Per mettermi maggiormente a mio agio decido di fare un sorso d'acqua dalla boccetta qui accanto, cominciando ad aprirla, e mi sporgo indietro con l'idea di sedermi sullo sgabello. Appena mi sposto, però, perdo l'equilibrio.

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