Prologo

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1 ANNO

Artemisia aveva atteso quel momento da sempre, faticava a ricordare un solo attimo della sua vita in cui non avesse pensato alla magia.

E il giorno in cui la lettera proveniente dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era arrivata nella sua grande casa al centro di Londra, poteva sicuramente classificarsi come il suo giorno preferito in assoluto.

Fin da piccola era consapevole di essere una maga, del resto aveva sviluppato precocemente le sue doti magiche. Come quella volta in cui, a soli 5 anni, ruppe il piatto di una minestra che si rifiutava di mangiare.

E certamente non poteva che conoscere la magia: i genitori adottivi di Artemisia, Alicia e Harold Lynch erano entrambi purosangue, particolarmente rilevanti nel mondo magico. Alicia era una medimaga, Harold lavorava al Ministero della Magia, Quartiere Generale degli Auror.

Adottivi perché non aveva mai conosciuto i suoi veri genitori: quando aveva appena un anno, era stata portata da una strega alla famiglia Lynch. Sapeva soltanto che i suoi genitori erano morti in un incidente, avvenuto in circostante misteriose.

"Ne parleremo quando sarai più grande" era la risposta categorica di Alicia di fronte alla curiosità della bambina.

Ma Artemisia non si arrendeva, ogni giorno continuava ad avanzare domande sulle origini della famiglia. Non che si trovasse male con i suoi genitori adottivi, era circondata da calore e amore. Semplicemente era una bambina molto curiosa, dotata di un caratterino di fronte a cui era difficile dire di No.

E così riuscì ad ottenere poche informazioni sulla sua mamma; Marlene, questo era il suo nome, una donna da cui, secondo Alicia, aveva preso la solarità e le labbra a cuore.

Ma tutto il resto, dagli occhi grigio-azzurri, l'atteggiamento ribelle e la tendenza a cacciarsi sempre nei guai. Beh questo proveniva dal padre.

E quando si cominciava a parlare di lui, lo sguardo di Alicia e Harold si abbassava e facevano di tutto per deviare il discorso. Artemisia non riuscì a scoprire neanche il suo nome, e una volta compreso che i genitori non amavano affrontare quell'argomento, decise di lasciar stare.

Lo avrebbe sicuramente scoperto con i suoi mezzi.

"Artemisia, cara, scendi. Ci sono visite" sentì la dolce voce di sua madre richiamarla dal piano di sotto.

Nella sua stanza preparava le ultime cose per Hogwarts, ripetendo mentalmente l'elenco di tutto l'occorrente da portare.

Era stata a Diagon Alley già i primi di Luglio, troppo entusiasta di poter finalmente comprare la sua prima bacchetta.

Aveva fatto dannare non poco il povero signor Olivander che continuava a mormorare
"Mm, no, no non ci siamo. Lei è proprio difficile sa signorina Lynch? Sembra divertita dalla situazione, il negozio un po 'meno" osservò Olivander, dando un'occhiata al suo negozio, molto più caotico rispetto a prima dell'arrivo di Artemisia.

Artemisia, sorrideva entusiasta a ogni scoppio di bacchetta, era divertente no?

"Proprio come suo padre, sempre con quel sorriso malandrino, di sfida" continuava a mormorare Olivander mentre apriva e chiudeva contenitori di bacchette come in preda a degli spasmi.

"Mio padre dice?" chiese Artemisia che non era mai stata così curiosa. Ma ecco che come se il mondo si fosse d'accordo a non farle conoscere niente sul suo vero padre, un rumore di porta e la presenza del signor Lynch interruppe la conversazione.

Alla fine della giornata, Artemisia tornò a casa felice come non lo era mai stata: in una polverosa scatola la sua bacchetta, nelle braccia della madre i libri delle materie del primo anno, nella mano di suo padre il nuovo gufo, Olimpia.

Artemisia Black ||Harry Potter||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora