{Nome}
Nightmare, ecco la parola in inglese per descrivere quello che ho avuto stanotte: un incubo
Il cielo era percosso da tuoni e lampi, che lo percorrevano per il lungo.
Ricordo bene la stanza in cui mi trovavo.
Era una prigione.
Ricordo la voce di quel boss sconosciuto.
C'erano delle spine enorme che uscivano dal muro e, per terra, in una pozza di sangue giaceva un corpo, rivolto a pancia in basso.
Era vivo.
Non era ancora morto, ma era più di là che di qua.
«Parla.»
«Non dirò mai niente, e tu lo sai bene.» disse il poveretto, tossendo schizzi di sangue tra una parola e l'altra.
«Va bene, hai ragione. Non mi servi più.»
Una spina enorme, più grande delle altre trapassò l'uomo da una parte all'altra, facendolo fuori.
La forza di Spike mi inondò il corpo.
Anche se era un sogno cercavo comunque di ferire il nemico, però purtroppo ogni mio assalto non aveva effetti.
Poi qualcosa, una scarica elettrica, mi colpì, facendomi svegliare.
Il fiatone mi affaticava i polmoni, e la stanza dell'ospedale, a cui ero purtroppo, troppo abituato, mi dava fastidio ai bulbi oculari.
Nella mia stanza c'era solo Jirou, che mi guardava preoccupata.
«Ricordi cosa è successo?» mi chiese dopo che mi fui calmato.
«Ricrdo solo che stavo salvando Tsuyu dalla batteria di Kaminari che stava cadendo nella sua pozza, poi non ricordo niente.»
Mi raccontò tutto, di come ero stato fulminato.
Chiamò i nostri compagni, che arrivarono nel giro di qualche decina di minuti.
Per i primi minuti dopo il mio risveglio la testa pulsava in una maniera pazzesca e le voci rimbombavano nella mia mente.
Finalmente arrivarono i miei compagni.
Notai subito che Tsuyu sembrava ansiosa.
«Tsuyu vorrebbe dirti una cosa [Nome].» disse Tokoyami.
Lei si avvicinò al letto, con la testa china.
«Scusa.»
Rimasi stupito.
«Per cosa?»
«Per avermi dovuto salvare.»
«Perché? Siamo qui tutti per imparare. E immagino che abbiamo insegnato qualcosa a quelli che gestiscono il campo.»
«Cosa?» chiese Asui.
«Che mettere una batteria da due milioni di volte sopra una pozza d'acqua non è molto intelligente.» dissi iniziano a ridere e istillando un moto di risatine che percossero i miei amici.Quella sera riuscii ad uscire, tornando al campo. Ovviamente ero esonerato dalle attività, ma quella sera potei fare l'unica attività divertente: una prova di coraggio.
Divisi in coppie, esclusi i cinque delle lezioni supplementari, dovevamo entrare nella foresta, cercando di resistere agli spaventi, o spaventare, gli altri studenti.
Sfortunatamente Jirou non finì con me, ma Hagakure.
«Perfetto, c'è qualcuno che vuole dire qualcosa prima di iniziare.»
Alzai la mano.
Essendo uno dei più alti nel gruppo, bastava che alzassi la mano di qualche centimetro sulle teste degli altri, per farmi intervenire.
«Si?»
«Io potrei stare da solo?»
Pixie-Bob sembrava alquanto sorpresa.
«Perchè?»
«Il mio quirk è Nightmare, sarebbe un po' troppo facile vincere.»
«Beh, allora va bene.»
Il mio compagno, uno di 2ªB, se ne andò in un gruppo da 3.
«Qundi, direi che proprio voi potreste iniziare. Facciamo che tu puoi andare a spaventare alla fine.»
Mi diressi verso il mio punto, come se fossi il boss finale.
In quella sfida nessuno avrebbe potuto battermi, in nessuna occasione. Ero imbattibile.
Serpenti e scorpioni giganteschi uscivano dalla foresta, colpi di cannone, sangue e ossa inondavano il sentiero.
A metà sfida finalmente potei prendermi una pausa.
Con pausa intendo fare il giro e cercare di essere spaventato dagli altri. Inutile dire che qualunque tentativo non funzionò.
Poi successe una cosa strana.Angolo autore
Eccomi finalmente tornato.
Dopo una mareidi mesi finalmente ho ricominciato 😁
Mi era venuta in mente un'idea.
Se facessi una Nezuko x Reader?
Non vorrei attenermi all'anime, ma fare una storia modern. Se volete info commentate e poi approfondirò nel prossimo capitolo.
Addio! 😁
STAI LEGGENDO
Incubi sonori [Jirou x Reader]
Fanfiction«C-Cosa posso fare?» «Augurarmi... di finire in... paradiso.» E dopo chiuse gli occhi e smise di respirare. Il silenzio che Calò sulla classe un quel momento era incredibile. Persino il suono della camminata delle formiche riusciva a sentirsi. Una l...