Il bugigattolo si è rimpicciolito

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UN FIDANZATO COME HOLDEN MORRIS

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Il bugigattolo si è rimpicciolito

Le estati volano sempre... gli inverni camminano!

(Charles M. Schulz)

Prendete quella smorfiosa di mia cugina... no, scherzo!

Prendete me, mia madre, Wolverine e immaginateci felici, o qualcosa di simile. In una casa ancora più piccola di quanto sia sempre stata, certo, ma felici, o qualcosa di simile.

Mia mamma non prepara più colazioni orribili (nel senso che non le prepara proprio più!), i bagnoschiuma sono sempre del discount e Wolverine pesa ancora più del dovuto, anche se ha fatto qualche progresso: ha perso ben tre chili negli ultimi mesi. Applausi per lui. Ciò che ha subito maggiori variazioni è stato il nostro bugigattolo. Mi spiego meglio: è sempre lo stesso, ma la presenza di Bob fa sembrare gli spazi ancora più piccoli. È come se d'improvviso le pareti si fossero fatte più vicine, il pavimento si fosse ristretto e i mobili si fossero fatti più grandi. E no, non sono io ad essermi trasformata in stile Alice nel Paese delle meraviglie dopo essersi tracannata una di quelle buffe bevande che ti fanno diventare piccola o gigante. Sono decisamente sempre la stessa: stessa altezza, stesso corpo. Nemmeno una taglia in più di reggiseno, porca vacca.

Cosa importante: Poison continua a rimbombare a tutta birra dalle sei del mattino, insieme però ad alcune canzoni dei Queen. La più gettonata è I want to break free.

Insomma, è tutto sempre un grande manicomio. Ma a me va benissimo così.

Bob ed io, come capita ormai di frequente, ci scontriamo davanti alla porta del bagno. Lui sta per uscire e io sto per entrare.

Una folata di dopobarba mi solletica le narici.

Ops! Scusami. – sorride, imbarazzato.

–Tranquillo. – gli sorrido di rimando.

Fa così strano vederlo qui, in questo momento. E non parlo solo del fatto che sia strano vederlo davanti al bagno, ma parlo in generale. Fa strano vederlo in casa nostra. Nella stessa casa che io, la mamma e il mio gatto abbiamo condiviso da soli per anni. Vedere i suoi rasoi, il dopobarba, il suo profumo, la sua spazzola. Vedere tre spazzolini, e non più solo due. Quando si dice che sono i dettagli a fare la differenza.

–La fai tu la colazione, vero? – gli domando.

Soffoca una risatina, mantenendo un atteggiamento impacciato.

È tenero vedere come, malgrado viva con noi già da un mese, abbia sempre un alone di goffaggine a circondarlo. A volte mi ricorda un elefante in una cristalliera. Chiede 'scusa' per ogni cosa, si inchina a raccogliere qualsiasi oggetto anche se non è lui a farlo cadere, si preoccupa di non essere mai di disturbo, e distoglie lo sguardo ogni qual volta una situazione lo faccia sentire in imbarazzo.

Sono stata io, dopo il diploma, a proporre alla mamma questa convivenza. Cosciente che l'inizio del college sarebbe stato imminente e che lei sarebbe stata sola a condividere queste mura avevo creduto fosse giusto parlarle del piacere che mi avrebbe fatto se Robert fosse venuto ad abitare con noi. Con lei.

La mamma era impallidita, facendo una faccia super preoccupata, come se d'improvviso fossi diventata matta. Malgrado sapesse che io e quello che poteva considerarsi a tutti gli effetti il suo nuovo compagno andassimo d'accordo, aveva il timore che farlo venire a vivere da noi avrebbe potuto distruggere quell'equilibrio che avevamo costruito dopo il divorzio e ciò che ne era conseguito. Avrebbe distrutto il suo di equilibrio, soprattutto.

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