Aveva appena finito il suo disegno, come sempre in bianco e nero, non li colorava mai, aveva questa impressione di rovinarli con il colore, li preferiva così.La professoressa continuava a parlare, e mentre metteva a posto il suo quaderno notò che il rosso lo stava guardando, sventolò piano la mano, così che lui si accorgesse di starlo fissando, Cico sobbalzò mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosa, e cominciò a parlare con il suo compagno di banco. Strecatto accennò un sorriso.
Poco dopo suonò la campanella e il rosso si avvicinò al banco del violetto
—vogliamo andare? — ha detto con un sorriso.
— ora? — rispose sorpreso Strecatto— beh, quando sennò? dobbiamo portare la ricerca dopo domani, e domani non ci sono — ha spiegato tranquillamente, gli occhi ancora fissi su quelli del violetto.
— ah, okay si, va bene — rispose mettendo le cose nello zaino.
Non era preoccupato, ormai per lui allontanare le persone non risultava difficile, l'importante era non affezionarsi, sarebbe stato facile giusto? così pensava lui.
Si dirigevano pian piano verso casa del violetto, senza dire una parola, nessuno riusciva ad aprire un discorso, e se succedeva, si chiudeva poco dopo, provocando un silenzio imbarazzante tra i due.
Aprì la porta della casa silenziosamente.
— mamma! C'è un mio compagno di classe, dobbiamo fare una ricerca — ha quasi urlato mentre richiudeva la porta dietro di loro.La madre del violetto, si fiondò davanti la porta. — compagno? —
— si è un ragazzo.. — ha risposto silenziosamente.
Sul viso della madre spuntò un sorriso, per poi allungare la mano in segno di piacere.
— sono la madre di Strecatto, Mary —
— piacere Cico — sorrise anche il rossoLa madre li fece entrare completamente in casa e loro si diressero verso la camera del violetto.
— come mai hai, diciamo, specificato che sono un ragazzo — chiese Cico, entrando in camera e ispezionando quest'ultima.
— lunga storia, non so se un giorno te lo spiegherò — ha sospirato mentre poggiava le sue cose sulla scrivania.
Il rosso fece una espressione confusa, per poi appoggiare lo zaino a terra e guardare strecatto.
— huh, su cos'è la ricerca? non stavo ascoltando la prof mentre lo diceva — chiese il violetto.
— se non mi sbaglio bisogna scrivere cosa secondo noi è l'amicizia —
— e questa dovrebbe essere una ricerca? a me sembra più un nostro pensiero — sbuffò Strecatto, provocando una leggere risata al rosso.Incominciarono.
— beh allora, secondo te cos'è l'amicizia? — chiese il violetto guardando negli occhi il ragazzo davanti a se.
— beh, credo sia volersi bene, esserci sempre l'un l'altro, ascoltare e almeno cercare di aiutare, e se proprio non puoi, comunque supportarlo, non abbandonarlo nonostante le difficoltà. Diciamo che se sai che qualcuno ti sta accanto, che ti vuole bene,ti senti felice,ti senti protetto, al sicuro, e speciale per qualcuno — ha detto guardandosi intorno, come se fosse una cosa da niente.
Il violetto lo guardò stupito, non aveva mai provato queste emozioni. Nessuno lo faceva sentire speciale, felice, o perlomeno in questi anni, prima di essere abbandonato dalle persone che lo facevano sentire bene.
Per questo allontanava tutti, non voleva soffrire di nuovo, preferiva stare solo.— invece secondo te? — disse il rosso risvegliandolo dai suoi pensieri.
— io.. non lo so. — ha semplicemente risposto, guardando a terra.
—non lo sai?—
Il violetto portò le gambe al petto, e cercò di non guardare Cico.
— tu hai amici, che ti fanno sentire così? —
Strecatto scosse la testa, e Cico lo guardò sorpreso.
— pensavo si notasse, in genere non voglio mai affezionarmi a qualcuno, sennò poi finisco come anni fa —
— anni fa? — lo guardò confuso, piegando la testa in diagonale.
— delle persone che mi rendevano felice mi abbandonarono, iniziando a parlare male alle mie spalle. Dopo ciò non strinsi amicizia con nessuno, tra l'altro so che nessuno può capirmi o aiutarmi nei miei problemi, solo io posso superare i miei ostacoli —— beh.. si ma allontanare... — Cico venne interrotto dal violetto.
— non dirlo perfavore, mi continuano a dire le stesse cose da anni, non è colpa mia, semplicemente non riesco a stringere amicizia, e se succede, poco dopo mi allontano. Anche se non lo volessi, non è più una cosa che controllo ormai — si è strofinato le mani sul viso mentre parlava, sospirando stanco. Il rosso non disse nient'altro, non sapeva cosa rispondere, voleva parlare, ma dalla sua bocca non uscì niente..