Tornarono a casa, si divisero per varie strade e il rosso rimase con il turchino.
— sai altro di questo ragazzo? — ha chiesto l'amico, osservando la strada avanti a lui.
— intendi Strecatto? so solamente che non vuole farsi degli amici — rispose Cico, guardandolo.
— e sai il motivo? —
— si, ma non credo gli farebbe piacere se te lo dicessi onestamente .. —
Il turchino guardava il ragazzo accanto a se che aveva ripreso a guardare avanti.
— non è impossibile aiutarlo, semplicemente devi avere pazienza, non credo che lui voglia stare solo per sempre —
— in realtà..è proprio quello che mi ha detto — spiegò alzando le spalle sospirando.
— cosa? come fa una persona a voler stare da solo per sempre? Ma poi siamo nell'adolescenza perché non si deve godere questi anni della sua vita? — il rosso si fermò, era arrivato a destinazione, sospirò — non chiederlo a me — rispose, per poi salutare l'amico ed entrare in casa.Passò la giornata steso sul divano, a non fare assolutamente niente, finché non si decise ad alzarsi, prendere il suo skate e uscire un po'.
Chiuse la porta d'ingresso, e salì sullo skate,si dava varie spinte con la gamba, così che potesse andare avanti.
Finché non si accorse della presenza del violetto, dall'altra parte della strada, perse l'equilibrio e cadde a terra. Il violetto si accorse di lui, e corse ad aiutarlo.
— stai bene? —
Il rosso si mise una mano sulla fronte. — si è tutto ok — disse ridendo.Strecatto allungò una mano per aiutarlo ad alzarsi e Cico accettò senza problemi.
— non sapevo andassi sullo skate —
— beh, non sai nulla su di me, in realtà —
— anche questo è vero — risero insieme.
— huh, io vado — disse il violetto, in imbarazzo. Alzando la mano in segno di saluto, e facendo qualche passo indietro.
— ah si certo, anche io — sorrise il rosso.
Si salutarono, per poi prendere strade diverse.Il violetto si dirigeva verso casa, con una mano in tasca e l'altra che teneva la collanina attorno al suo collo.
Non sapeva cosa fare, davvero voleva stare da solo per sempre? o forse lo diceva per auto convincersi? nonostante non ci riuscisse, continuava a dirselo. Non sapeva se quel ragazzo rosso, con le lentiggini e un po' più alto di lui, fosse il ragazzo giusto, quello che poteva essere suo amico dopo anni, che non lo avrebbe abbandonato, niente è sicuro, solo la morte.Non sapeva se cedere, non sapeva se credere che potesse veramente essere lui, alla fine lo conosceva da poco, non poteva davvero saperlo.
La sua mente continuava a dirglielo, di crederci, di ricominciare, ma non voleva ascoltarla, però lo stava facendo. Cercava di scacciare quei pensieri dalla testa, senza riuscirci.
Era sul suo letto, sdraiato guardando il soffitto, e sentì una lacrima scendere dalla sua guancia.
— perché piango? —
non lo sapeva neanche lui, sentiva un vuoto, un buco totalmente nero, sul suo petto.