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Sono ancora a girarmi nel letto, non ho molta voglia di alzarmi anche se oggi è il mio compleanno.
Spesso mi soffermo a pensare a tutte le cose che mi sono capitate nel corso dell'anno passato tra un compleanno e un altro.
Mi alzo dal letto un po' controvoglia e noto sulla scrivania un vassoio con la colazione pronta.
Un krapfen alla crema, un succo di frutta all'albicocca e una bellissima rosa rossa.
La porta si apre lentamente e fa capolino Joe.
《Scusa non ti volevo svegliare》sorride entrando in stanza.
《No tranquillo. Ero già in piedi》non so esattamente cosa fare con lui.
Insomma è stato molto carino con me, soprattutto facendomi tornare qui con lui.
Mi mancava molto, lo devo ammettere, ma le cose non sono così chiare.
《Tanti auguri principessa》mi abbraccia forte.
In quel momento sembra che le mie insicurezze non ci siano.
《Grazie Joe》sorrido e prendo il vassoio.
《Ti piace la rosa?》mi apre la porta della stanza.
《Sì, sai  che l'adoro》scendo  le scale e vado direttamente in sala da pranzo.
Avverto una strana sensazione e vorrei sbagliarmi.
Mi siedo a tavola e gusto con calma la colazione del compleanno.
Joe è sparito ma non mi preoccupo più di tanto.
《Auguri》 sento urlare alle mie spalle.
Mi volto e trovo Nick con un super sorriso.
《Nick》mi alzo e vado ad abbracciarlo.
《Mi sei mancata cosi tanto. Finalmente sei tornata》 è così bello rivederlo.
《Anche tu. E tanti auguri》gli bacio la guancia.
《Hey amore》sento una voce femminile, nuova.
Appena compare questa ragazza con addosso solo una t-shirt nera, rimango pietrificata.
《Oh scusatemi. Credevo ci fosse Joe》la ragazza torna a sparire da dove è comparsa.
Guardo Nick confusa, ho troppe cose che mi girano nella testa e sento salire la rabbia.
《Chi è?》sibilo a denti stretti.
《Lei è Sophie. La mamma di Willa》Nick si sente un po' in colpa per averlo detto.
《Non aggiungere altro》sono delusa per aver creduto a Joe.
Come ho fatto a farmi convincere? Lui è sempre stato così e non posso di certo cambiarlo.
Prendo la rosa che mi aveva regalato e la butto nel bidone.
Metto i piatti sporchi in lavastoviglie e salgo in camera  con Nick quasi attaccato.
《Hey che vuoi fare?》si siede sul letto.
《Non lo so. La testa mi sta esplodendo. Ti rendi conto? È venuto fino a Seattle a implorarmi di tornare. Aveva detto di amarmi. E poi? Sta con Sophie, vive qui con lei e la figlia. Io non sono la ruota di scorta. Sia chiaro. Valgo molto di più》 intanto scendono traditrici le lacrime bagnando le guance.
Nick mi tiene strette le mani per paura che possa scappare.
《Non sai quanto mi dispiace. Io gli avevo detto che non era una buona idea. Che doveva prendere una decisione.  Ma non mi ha ascoltato》Nick sapeva tutto.
《Nick cazzo! Sapevi che Joe aveva qui Sophie e non me lo hai detto? Come hai potuto?》mi libero dalle sue mani.
Sono troppo arrabbiata per ragionare.
Metto al volo un paio di scarpe ed esco di casa fregandomene di essere ancora in pigiama.
Non mi aspettavo che Nick me lo tenesse nascosto. Se lui sapeva che Sophie viveva con loro perché non me lo ha detto? Perché mentirmi? Tornare era la scelta peggiore che potessi fare.
Inizio a camminare per la città con lo sguardo fisso sul basso.
In questo momento il marciapiede è cosi interessante.
I miei pensieri corrono nella mente, uno dopo l'altro. Sembrano tutti collegati tra loro.
Vorrei andare via, sta volta sul serio senza dire dove vado. Se vado a Seattle può comunque tornare a cercarmi. E non è ciò che voglio.
Restare qui sarebbe sbagliato. Non posso stare qui, non dopo quello che è successo.
La cosa peggiore è che mi ha mentito, si è preso gioco di me e dei miei sentimenti.
È giunto il momento di una svolta, di trovare il mio posto nel mondo. E non è qui. Non lo sarà mai con il ricordo di Joe e quella.
Non riesco a sopportarlo. Mi sento così stupida per averci creduto. Vorrei prendermi a schiaffi.
Entro da un cancello di ferro battuto  e cammino lungo un sentiero. Per mia fortuna non ci sono molte persone in giro quindi sono abbastanza indisturbata.
Quando sono insicura,triste o ho dei pensieri mi ritrovo sempre al cimitero, davanti la lapide di mia madre.
Mi piace mettermi lì vicino e parlarle, ho quella sensazione che lei in qualche modo mi ascolti.
Perciò anche in questa occasione le racconto tutto. Delle emozioni provate,di tutti i dubbi che mi assalgono. Poi rimango a fissare la foto di mia madre. Lei è bellissima, con questo dolcissimo sorriso e quei grandi occhi castani. Papà dice che le ricordo mamma da giovane e un po' di somiglianza la vedo anche io. Ma lei era più forte di me, probabilmente dovrò esserlo anche io.
Aspetto a lungo prima di allontanarmi da lì, per dare l'ultimo saluto.
Ricevo una telefonata da un numero che non conosco e ho quasi timore a rispondere.
Ma magari è qualcosa di importante quindi premo la cornetta verde e porto  il  telefono all'orecchio.
《Pronto?》rispondo poco sicura di me.
《Sei Erica Walker?》una voce grossa e maschile risponde dall'altra parte.
《Esatto, sono io》non so bene cosa aspettarmi ma decido di lasciare il cimitero per poter parlare tranquillamente.
《Sono il sig Danes il preside della Chilton il college più prestigioso del Connecticut. Abbiamo valutato la sua domanda di ammissione e sono lieto di informarti che sei stata ammessa con la borsa di studio della tua scuola. Qui vicino ci sono dei dormitori perché mi rendo conto che la distanza è davvero enorme. Ti ospiteremo volentieri sei tra le 3 migliori studentesse del campus. Puoi passare direttamente lunedì ma ti consiglio di metterti in viaggio. Ovviamente qualora confermerai il trasferimento manderò i tuoi dati all'agenzia per prendere un aereo. Tutto a nostre spese. Allora che ne dici?》il signore ha pensato proprio a tutto.
E questa proposta si presenta proprio dopo aver parlato con mia madre. È forse un segno del destino?
《Accetto》 rispondo convinta.
Si ricomincia da zero.

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