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È giunta l'ora della mia partenza.
Prendo le valigie ed esco dalla mia stanza senza fare rumore.
Prima di tornare a casa ho parlato con Beatrice.
Mi ha fatto capire che sarebbe uno sbaglio andar via e non tornare più. Mi ha detto che potrei aiutare Joe ad essere un buon padre senza dover star per forza con Sophie.
Ma il problema è quando ti senti di troppo e hai quel maledetto istinto che ti spinge a fare cose assurde.
Solo che non voglio pentirmene.
Appena esco dalla mia stanza trovo la porta della camera di Joe aperta.
Istintivamente guardo dentro e lo vedo dormire accanto alla bambina.
Non smetterò mai di amarlo.
Scendo le scale cercando di fare il meno rumore possibile, apro la porta ed esco.
Mi fermo a guardare il cielo stellato e a respirare un po' di aria fresca.
In questo momento sembra di non averne abbastanza.
Chiudo la porta alle mie spalle e salgo sul taxi appena arrivato.
Guardo forse per l'ultima volta quella casa e do segno al tassista di partire.
Metto le cuffie al cellulare e premo play alla mia lista di canzoni.
Mi abbandono completamente alla musica cercando di spegnere la mente.
Il viaggio verso l'aeroporto è breve e appena la vettura si ferma, pago e scendo prendendo con me le valigie.
Guardo per l'ultima volta le strade della città ed entro.
Fortuna vuole che non sia molto affollato a quest'ora della notte.
Arrivo senza problemi al check in e aspetto l'apertura del gate.
Ho ancora quelle parole di Bea che mi girano nella testa. Non sono più tanto sicura di andare via per sempre, magari ritorno fra qualche mese. Non lo so. Credevo anche andarmene fosse la scelta migliore.
《Erica》riconoscerei quella voce ovunque.
Non mi capacito che lui sia qui, davanti a me.
È leggermente piegato sulle gambe per prendere fiato.
《Joe che fai qui?》gli domando.
《Bhe Nick mi ha svegliato in piena notte e me lo ha detto. Non credeva facessi sul serio. Ma tu perché vuoi andare via?》mi sposta una ciocca dietro l'orecchio.
《Faccio la cosa più giusta per te》cerco di non guardarlo troppo negli occhi. Sono il mio punto debole.
《No non lo è. Sai che ho bisogno di te e che sei la cosa più importante che ho》mi costringe a sollevare lo sguardo.
《Io sono di troppo qui. Hai la piccola e Sophie. Nick ha Bea. Io non ho nessuno e andare via mi sembra la scelta migliore》 mi sento una tale stupida.
Hanno aperto il gate e mi metto in fila per l'imbarco.
《Ma tornerai?》mi domanda restando un po' lontano dalla fila.
《Non lo so Joe》è vero. Sono completamente confusa.
Manca solo una persona davanti a me per controllare il passaporto e il biglietto.
《Mi mancherai》ammette arrendendosi all'idea di farmi restare.
《Anche tu》recupero i documenti e lo guardo per l'ultima volta.
《Ti amo Erica. Ricordalo ovunque andrai》e lo vedo allontanarsi mentre io vengo superata dalle persone dopo di me.
Lui mi ama.
Dio quanto mi sto odiando in questo momento. Ho davvero rovinato tutto?
Vado dritta verso l'imbarco e aspetto di salire sull'aereo.
Nick mi chiama e rispondo prima di dover scollegare il cellulare.
《Che succede Nick?》gli dico appena rispondo.
《Hai visto Joe?》risponde con un'altra domanda.
《Ma certo. Lo hai mandato tu qui》dovrei essere arrabbiata ma non ci riesco.
Forse era ciò che di più desideravo, che mi dicesse di amarmi.
《Sì era giusto che lo sapesse》non ha tutti i torti.
《Okay. Bhe devo andare. Ci sentiamo quando arrivo》chiudo la chiamata prima che potesse aggiungere altro.
Attivo la modalità aereo e vado a sedermi al mio posto.
Sto per lasciare tutto questo verso una strada che non conosco.
Lascio che Joe sia libero di essere un meraviglioso papà e magari riesce a ricongiungersi con Sophie.
Io cercherò il mio posto nel mondo,qualcosa per la quale vale la pena lottare.
Una volta avrei detto che era Joe ma dovrei smettere di dare la mia felicità in mani ad altre persone.
Deve dipendere da me e ho bisogno di dedicarmi del tempo.
Forse questa lontananza può essere utile e rendermi migliore.
Ho preso un libro dalla borsa e durante tutto il volo ho letto.
Dopo circa 3 ore sono a destinazione e recupero la valigia.
Torno alla modalità normale sul cellulare e trovo mio padre ad aspettarmi in aeroporto.
Gli corro incontro e lo abbraccio forte. Mi era mancato in questi mesi.
《Sono felice che tu sia qui》 mi bacia la guancia e mi accompagna verso la macchina.
《Anche io papà. Ma non voglio dar problemi con Jennifer. Insomma la vostra intimità è importante》salgo in auto mentre lui mi carica la valigia.
《Stai tranquilla. Tu sei mia figlia e sei più importante》sorride e mette in moto.
Sfreccia tra le strade di Seattle, piena di grattacieli e avverto già la mancanza di Los Angeles.
《Comunque grazie》dico a voce bassa ma lui sente lo stesso.
《E così è diventato padre》speravo non toccasse quell'argomento.
《Sì e credimi è veramente bravo. Solo che...》non trovo le parole adatte.
《Non volevi che fosse con un'altra ragazza》centra sempre la parola giusta.
Mio padre sa quanto io sia innamorata di Joe e dopo quanto mi ha detto prima di partire, credo che pure lui lo sia.
《È solo che probabilmente non era pronto. E non so nemmeno come andrà a finire sta storia》andarmene forse gli rende tutto più semplice.
《Si sta prendendo la sua responsabilità ed è giusto così》l'auto rallenta e guardo questo grande grattacielo. Spero ci sia un ascensore, sono tremendamente pigra.
《Per questo me ne sono andata》scendo dalla macchina e guardo il cellulare notando un suo messaggio.
Lo leggerò più tardi.
《E lui che ha detto?》mi accompagna alla porta principale del palazzo.
《Che mi ama》sorrido ricordando il suono della sua voce.
Lui mi ama eppure sono qui a 1135,1 miglia di distanza.
Ho bisogno di pensare su che fare. Se ritornare o stare qui sempre.

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