9 - Cosa ne sarà della nostra scommessa?

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Capitolo 9C

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Capitolo 9
C

osa ne sarà della nostra scommessa?


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Jungkook sospirò pesantemente, preparandosi a tirare fuori parole che credeva sarebbero rimaste sepolte per sempre nella sua memoria. Fu difficile parlarne, ma fu ancora più difficile immaginare come avrebbe reagito Taehyung a quella confessione. Ormai aveva capito quanto fosse comprensivo e come volesse sempre cercare il buono in ogni cosa, ma in quegli eventi non c'era nulla di tutto ciò. C'era soltanto tutto il marcio che si portava dentro, uno dei tanti fardelli di cui avrebbe voluto liberarsi ma da cui non era mai riuscito.
Si schiarì la gola, ripulendosi l'angolo della bocca ferito con il dorso della mano e bevve un sorso d'acqua dalla bottiglia che Taehyung gli aveva appena allungato. Un seccante sapore ferroso ne alterò il gusto limpido.

«Come ti avevo già accennato, eravamo compagni di liceo. Una mattina mi ha visto seduto fuori dai cancelli di scuola, non volevo entrare quel giorno. Era l'anniversario della scomparsa dei miei genitori.»
Tutt'ora avrebbe voluto dimenticare quel giorno. Se avesse potuto lo avrebbe letteralmente cancellato dalla faccia della terra. «Mi ha raggiunto, si è presentato e non so come siamo finiti a fare un giro per la città. Avevo scoperto avesse quasi due anni più di me e che fosse arrivato in città solo da qualche mese. A dirla tutta sembrava un bravo ragazzo, non avrei mai immaginato-» Sbuffò, lasciando la frase in sospeso dopo aver scosso la testa, quasi a volersi liberare di quei ricordi. Per qualche tempo aveva creduto che fosse un buon amico, qualcuno che finalmente lo aveva compreso e gli aveva offerto una spalla su cui piangere. Suo malgrado, col passare del tempo aveva scoperto cosa si celasse al di là del suo visino d'angelo e che, il soprannome Devil Jin non poteva che essere più centrato di così. «Ad ogni modo quel giorno, non so perché ma gli raccontai dei miei e di come mi sentissi. Mi disse che anche lui aveva un rapporto difficile con loro e in un certo senso mi sentii compreso. Yoongi, per quanto lo abbia sempre ritenuto un fratello, non riusciva a capire come mi sentissi. I suoi genitori sono due persone meravigliose e ci sono sempre per lui. Io invece non potevo dire lo stesso, i miei non c'erano e non ci sono mai stati...»

«Capisco potessi sentire la loro mancanza ma i Min sicuramente avranno fatto del loro meglio...»
Jungkook non rimase sorpreso da quelle parole, non si sarebbe aspettato diversamente da un ragazzo come Taehyung.

«Questo lo so e gliene sono veramente grato, so che hanno fatto tutto ciò che potevano per crescermi al meglio. Voglio molto bene a Seoyeon e Minjae, davvero.» Jungkook si voltò, distogliendo lo sguardo da quello di Taehyung nel tentativo di ricacciare indietro quelle lacrime che minacciavano di uscire al pensiero di ciò che di concreto quelle persone avevano fatto per lui. Senza di loro avrebbe trascorso la sua infanzia su una strada o in un vecchio e sperduto orfanotrofio, circondato da bambini altrettanto disperati e bisognosi di un affetto che mai avrebbero ricevuto. Jungkook era consapevole di ciò che accadeva in posti simili. Quasi nessun bambino di età superiore ai due anni trovava qualcuno pronto ad accoglierlo a braccia aperte. Quelli come lui sarebbero rimasti rinchiusi fra quelle quattro pareti fino alla maggiore età, fino a quando non fossero stati in grado di badare a se stessi da soli.
«Comunque il punto è che, quella situazione in comune fu ciò che mi spinse a potermi fidare di lui. Ha saputo sfruttare le mie debolezze per farmi entrare nel suo giro, mi ha manipolato. È stato scaltro, lo riconosco.» Una piccola smorfia gli segnò il viso, facendogli risucchiare il respiro per la fitta al labbro.

'Til our wounds bleedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora