Capitolo 19
Il soggetto perfetto.~✶~
Quando lo sguardo di Jungkook ricadde sulla finestra, il sole stava ormai tramontando. Aveva trascorso le ultime dieci ore seduto su una vecchia sedia arrugginita nella sala interrogatori e, nonostante almeno una decina di agenti lo avessero interrogato, nessuno di loro sembrava essere riuscito a cavargli di bocca la confessione che cercavano.
«Per l'ultima volta Signor Min, può dirci cosa è accaduto ieri sera?»
Jungkook si ritrovò a reprimere uno sbuffo infastidito e posò i gomiti sul tavolo. «Per l'ennesima volta agente, stavo solo assistendo all'incontro con alcuni amici, come tutte le persone presenti ieri sera. Non so cosa stiate cercando di farmi ammettere ma non sono stato io ad appiccare quell'incendio.»
«Tutte le prove conducono a lei. Se insiste su questa versione, saremo costretti a trattenerla.»
«Tutte le prove? L'unica prova che avete è una stupida collana che potrei aver perso scappando dal sotterraneo durante l'incendio! E inoltre, non insisto su questa versione! Si da il caso che questa versione sia la verità.» Insistette caparbio. Tutt'ora non riusciva a capacitarsi di come una prova tanto futile potesse aver dato loro motivo di trascinarlo in centrale e continuare quell'inutile interrogatorio. Doveva sicuramente aver tralasciato qualche dettaglio importante, non era possibile che fosse andata diversamente. Una collana non poteva certo essere l'unica prova in loro possesso e neppure una buona ragione per un arresto.
«Le indagini terminano domani mattina. Se non otterremmo ulteriori prove verrà rilasciato ma per il momento, rimarrà in cella per la notte.»
«Cosa? Non potete trattenermi!» Jungkook batte i pugni sul tavolo, le manette produssero un forte rumore metallico.
«Signor Min non è nella posizione per ribattere. Inoltre l'agente Lee ha verificato i suoi precedenti e pare abbia segnalazione per possesso di stupefacenti risalente a quando era ancora un minore. Ha tutti i presupposti per-»
«Sono due questioni che non c'entrano nulla l'una con l'altra! Ho già pagato il mio debito per ciò che è accaduto quella volta. Non sono un criminale anche se pare vi ostiniate a crederlo!» Infervorato il moro scosse la testa e si alzò di slancio nel momento esatto in cui due agenti lo afferrarono per i polsi. Se questa era la giustizia in cui aveva sempre creduto, quella in cui tutti sperano d'incappare nei momenti difficili, Jungkook d'ora in poi se la sarebbe fatta da sè.
Una volta trascinato in cella le manette gli vennero sganciate eppure, nonostante i polsi liberi si sentì un topolino in trappola.
Si lasciò cadere sulla panca addossata alla parete di cemento della sua cella con uno sbuffo, ritrovandosi a sperare con tutte le sue forze di poter contare sul suo Hyung.
Era certo che Yoongi non avrebbe mai rinunciato a tirarlo fuori da guai - nonostante ci si cacciasse più spesso di quanto desiderasse - e che sarebbe stata solo questione di tempo.
Odiava la sensazione di irremovibilitá, l'attesa di qualcuno che venisse a salvarlo, nonostante la consapevolezza fosse l'unica via a cui potersi aggrappare. Da dietro le sbarre aveva le mani legate, in tutti i sensi.
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'Til our wounds bleed
Romance"𝑆𝑒 𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑣𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑟𝑐𝑖, 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑜 𝑝𝑜𝑖 𝑠𝑎𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑢𝑡𝑜." Nella boxe ci sono tre motivi per cui un arbitro può mettere fine ad un incontro: quando stabilisce che uno dei due...