17 - Rimpianti e conseguenze.

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Capitolo 17Rimpianti e conseguenze

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Capitolo 17
Rimpianti e conseguenze.

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Jungkook quasi stentò a credere alle parole del ragazzo assonnato di fronte a lui. Batte le palpebre un paio di volte, incapace di assimilare la risposta e decidersi a seguirlo all'interno. Fu bello realizzare di non essere stato l'unico dei due a sentire la mancanza dell'altro nella propria quotidianità. Il suo cuore ormai debole e innamorato, non potè che animarsi di una flebile scintilla di speranza quando Taehyung si mosse di lato, tentennante e lasciò lui lo spazio per entrare.

Recepito il messaggio, il moro non attese oltre. Poche volte aveva avuto occasione di conferire un immagine reale a ciò che la sua mente aveva sempre associato a Taehyung e beh, la sua stanza era l'esatta riproduzione di ogni singolo aspetto della sua personalità. Avrebbe saputo collegare a lui quale lato della stanza gli appartenesse, senza neppure averla mai vista.

Quella minuscola stanza era ciò che Taehyung chiamava casa.

Per Jungkook al contrario, casa non era mai stata un luogo, perché nessun posto gli era mai appartenuto. Per lui casa era il suo Hyung che gli scompiglia i capelli sapendo che lo innervosisce, erano i suoi genitori che lo aspettavano in cucina per fare i biscotti il giorno di natale, erano i signori min che si preoccupavano per lui e se ne prendevano cura come fosse figlio loro. Per lui, casa era anche Taehyung e il sorriso luminoso che rivolgeva lui ogni mattina.

Un lungo sospiro lasciò le sue labbra mentre, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni del pigiama, si guardava attorno come se fosse la prima volta. L'atmosfera tesa lo rendeva nervoso e il silenzio di Taehyung peggiorava la situazione, come se non fosse già sufficientemente angosciosa.

Da buon pugile, Jungkook tentò di irrompere in tanta quiete con un approccio diretto. «Mi sei mancato.» si lasciò sfuggire, cercando il suo sguardo.

Il castano sussultò nell'udire quelle parole. Inaspettate come un temporale estivo, lo fecero sentire esposto, senza alcuna protezione alla tempesta che intravedeva all'orizzonte. Il sollievo di poter risentire quella voce sarebbe stato immenso, se solo non si sentisse davvero ferito. «Ti prego-»

Quella fioca supplica non fece demordere Jungkook, troppo testardo per cedere al primo tentativo. Non era corso da lui solo per sentirsi supplicare di andarsene. Il suo scopo era ben altro e nonostante Taehyung sembrò quasi contrario, non aveva intenzione di mollare. «Tae voglio sapere cos'è successo. Voglio saperlo da te e da nessun'altro.»

«E se-» Iniziò il castano, alzando gli occhi sulla sua figura poggiata con le spalle al muro e il cappuccio della felpa tirato sulla testa. «-quello che dirò non dovesse piacerti?» Deglutì, acquisendo maggior sicurezza parola dopo parola. Stavolta non avrebbe taciuto, non ci sarebbe riuscito. La delusione stava guidando con coraggio quel discorso e lo avrebbe fatto fino alla fine. «Cosa farai Jungkook? Mi insulterai ancora, mi tratterai male? O magari, mi beccherò un pugno?» Di fronte al mutismo assoluto dell'altro, Taehyung continuò senza più alcun freno, come un fiume in piena. Ormai gli argini si erano distrutti irreparabilmente. «Mi spezzerai il cuore, Jungkook. E io non sono così masochista da lasciare che accada senza fare nulla per impedirlo.»

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