Capitolo 2

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Il giorno seguente iniziò come tutti gli altri. L'euforia del primo giorno era del tutto sparita, e tutti erano tornati a deprimersi come di consueto.

Peter stava prendendo le sue cose dalla armadietto, quando qualcuno lo richiuse improvvisamente.

"Guarda chi abbiamo qui, parker lo sfigato"
Così dava il suo buongiorno Flash Tompson.

Flash era il classico bulletto, figlio di papa, che si divertiva a prendere in giro gli altri per sentirsi meglio con se stesso.

Aveva preso di mira Peter da ormai svariati anni.
Lui non aveva mai reagito, neanche dopo aver acquisito i suoi poteri da ragno. Lo ignorava e cercava di tenersi lontano da lui.

A testa bassa Peter riaprì il suo armadietto e prese il libro che gli serviva.

"È così che si saluta? Dopo tre mesi di vacanza devo recuperare tutti gli insulti arretrati" disse Flash accennando un ghigno.

Suonò la campanella.
Peter richiuse lo sportello e si avviò verso la sua classe.
"Non finisce così parker" lo minacciò Flash da lontano.

Girò all'angolo a passo svelto, ritrovandosi davanti la sua aula.
Anche questa volta lo aveva scampato.
Trovò Ned ad aspettarlo in classe.

"Hai visto Beatriz?" Chiese quest'ultimo appena lo vide.
"Um...no non mi sembra" rispose perso in altri pensieri.

Peter non capiva tutto questo interessamento per la ragazza, da parte di Ned.
Ce ne erano una sfilza a scuola, anche carine, eppure con loro non erano lo stesso.
Sarà il fascino straniero.

Entrò la professoressa nell'aula
"Bene ragazzi oggi parleremo di-"

"ASpEttI- eccomi mi scusi per il ritardo"
Disse Beatriz entrando con il fiato corto, dopo aver corso per arrivare in tempo.

La prof le fece segno di andarsi a sedere.
Dopo averla ringraziata, si mise di nuovo seduta accanto a Ned e Peter.

"Per un pelo" borbottò lei poggiando la cartella a terra.

Anche con i capelli spettinati le guance rosse e il fiatone, i due ragazzi la trovavano bellissima.
Non era solo qualcosa di estetico, solo con uno sguardo potevi leggergli dentro.

"Comunque se te lo stessi chiedendo questa è matematica" disse Ned vedendo la confusione sul volto della ragazza.

"Oh no ti prego"esclamò lei mettendo la faccia sul tavolo.
"Che succede?" Chiese peter, pensando si fosse sentita male.
"Odio fare matematica, non la capisco"rispose lei tirando fuori il suo quaderno.

Peter e Ned si scambiarono uno sguardo di intesa.
"Beh si dia il caso che noi facciamo parte delle squadra per il decatlon scientifico" si pavoneggiò Ned.

"O almeno io faccio parte" si corresse lui.

"Quindi siete del cervelloni ,bene, allora mi sentirò stupida accanto a voi" scherzò lei.

A Peter venne un idea.
"Se vuoi possiamo aiutarti"
Lei appoggiò il mento su una mano, guardando il ragazzo negli occhi.
"Ti ascolto"

Tutte quelle attenzioni lo stavano mettendo a disagio.
"Oh..em-Non so, c-con delle ripetizioni" propose Peter.
"Si, Peter è bravissimo a spiegare" lo spalleggiò Ned.

"Beh non sarebbe male, poi io potrei aiutarti con lo spagnolo" disse lei

"Penso sia una fantastica idea"
Beatriz sorrise.
La campanella interruppe la loro conversazione.

"Cavolo devo andare, ho storia al terzo piano, se non corro non farò mai in tempo" disse Bea rimettendo velocemente tutto nella cartella.
Si alzò e schizzò via.

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