Capitolo 41

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Beatriz si trovò per la seconda volta davanti la porta del Bar.

Soltanto che adesso era da sola.

Ormai era inutile aspettare.
Prese un respiro profondo, ed entrò.

Il cigolio della porta avvertì a tutte le persone all'interno della sua presenza.

Per primo vide Beck, seduto di spalle al bancone.

Guardandosi intorno si rese conto di quanto fosse diverso ora il locale.
Poteva giurare di averlo visto diverso, dieci minuti prima.

"Bene, ti aspettavo" disse l'uomo rimanendo di spalle.

"Sai meglio di me perché sono qui" rispose la ragazza, seria come non era stata mai.

Lui ridacchiò beffardamente.
"Ero sicuro che prima o poi tu avresti fatto saltare tutto"

Si girò dal suo sgabello, finalmente guardando la ragazza negli occhi.
Non sembrava più il Beck tanto gentile che li aveva aiutati.

"Dove hai lasciato Peter?" Chiese lui guardandosi intorno, anche se sapeva già la risposta.

"Ha fatto la sua scelta, come puoi vedere ora non è qui"

Per qualche motivo, questa informazione lo fece rallegrare.

"Dovrai ringraziarlo da parte mia allora.."
"...Mi ha lasciato tutto ciò che mi serviva"

Il quel istante Beatriz si sentì molto in soggezione.
Era come se ora tutte le persone in quella stanza la stessero osservando.

Solo in quel momento capì di essere in trappola.

"Che cosa vuoi da me?" Chiese lei cercando di mascherare il suo tono rotto.

"Tu mi servi" rispose lui.
"Insieme potremmo fare grandi cose"

Lei gli rifilò un occhiata di disprezzo.
C'era ancora un pezzo del quadro che gli mancava, ed era proprio lì per scoprirlo.

"Oh certo, come radere al suolo una intera città per i tuoi giochetti?"  Disse acida lei.

"Tu guardi solo la parte negativa"
"Forse perché vedo solo quella"

Beck sbuffò e si alzò in piedi.
"Non riesci proprio a vedere questa grande opportunità che hai davanti!"
Disse lui aprendo le braccia, facendo un gesto plateale.

Lei non rispose, anche se voleva sapere dove voleva andare a parare.

Beck avanzò verso la ragazza.
"Unisciti a me, loro non vedono il tuo vero potenziale"
"Continuano a tenerti da parte-"

Lei cercò di interromperlo.
"Non-"
"È inutile che dici il contrario" la zittì lui.

"Guardati! hanno preso il ragazzo che spara ragnatele nella squadra al posto tuo!"

"Anche io faccio parte della squadra" rispose lei, alzando leggermente il tono della voce.

"Ah si? Allora perché non hai un costume? O un nome?"

Lei rimase di nuovo in silenzio.
Qualcosa la bloccava dal rispondere.

"Io voglio solo aiutarti"

Beatriz ridacchiò nervosamente.
"Questa frase l'ho già sentita tante volte, direi troppe"

Scosse la testa, trovando tutto questo assurdo.
"E sentiamo come vorresti aiutarmi? Facendomi diventare un tuo scagnozzo? Per poi farmi strisciare sotto di te a vita?"

"Non cerco un aiutante, ne ho già a sufficienza" rispose lui.

"Tu sei destinata ad essere molto di più che una semplice spalla" continuò l'uomo, girandogli intorno, come fanno i serpenti con le loro prede.

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