Capitolo 7

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"Che cos'è questo posto?" Kol mi ha portata in una soffitta che si trova nella chiesa di St. Anne, sapevo dell'esistenza di questa chiesa ma non sapevo che avesse una soffitta e che quest'ultima fosse una specie di laboratorio per la magia. "Questo è il luogo dove venivo spesso con la mia ex ragazza, quando ero nel corpo di sciamano, per fare incantesimi" resto un po' interdetta: lui aveva una ragazza? Strega tra l'altro?. "Avevi una strega come ragazza?" lui mi guarda "Si, perché sembri così sorpresa?" abbasso lo sguardo sentendomi improvvisamente in soggezione "Di solito vampiri e streghe non  vanno molto d'accordo"

"Io sono sempre stato amico delle streghe, Aria. Ho sempre creduto che fosse meglio averle dalla mia parte che contro, così per ogni evenienza sarebbero state disposte ad aiutarmi" non posso far altro che pensare che Kol Mikaelson sia tanto manipolatore e furbo quanto affascinante. "Davvero molto audace da parte tua" lo prendo in giro e in risposta lui ridacchia. "Cosa c'è qui dentro?" domando riferendomi ad un piccolo scrigno posto su una mensola, sopra ci sono incise due iniziali: D.V.

"Ferma! Non aprirlo!" mi interrompe proprio quando ero ad un passo dal vedere il contenuto "Perché?" qui c'è qualcosa che non va "Sono cose personali che appartengono alla mia ex, quindi potresti non toccare per favore?" è agitato e questo aumenta il mio livello di curiosità "Si scusa non volevo" meglio fingere per ora, appena sarò sola scoprirò cose c'è in quello scrigno. "Da dove iniziamo?" cambia argomento e decido di fare lo stesso "Passami le erbe che sono nella mia borsa" fa come dico e poggia le erbe sul tavolo in legno. Prendo tre piccole ciotoline che trovo su una mensola e pongo ogni erba all'interno di una di esse.

"A cosa ti servono verbena, strozzalupo e questo fiore di cui non ricordo il nome?" menomale che è stato sciamano prima di me "Si chiama Agrifoglio e simboleggia la resistenza e la protezione, nel quattrocento gli uomini regalavano alle donne questo fiore per dire loro che le avrebbero protette sempre e a qualunque costo" nel mentre apro il grimorio e cerco l'incantesimo da fare alle erbe "E la verbena e lo strozzalupo?" ma davvero non ci arriva? "La verbena è il punto debole dei vampiri così come lo strazzalupo lo è per i licantropi" faccio una breve pausa mentre cerco in giro un coltello d'argento "Hai per caso un coltello d'argento" ci pensa su un attimo e poi apre un mobiletto dove dentro vi sono diversi coltelli "Questo va bene?" mi domanda sollevando un coltello piuttosto appuntito.

Annuisco e gli faccio cenno di avvicinarsi "Ora entri in gioco tu" mi guarda confuso così continuo a spiegare "Mi serve un elemento per legare queste tre erbe e questo elemento deve essere forte e non morire mai..." mi interrompe continuando lui la frase al posto mio "Come il sangue di un vampiro Originale" ci guardiamo e non posso fare a meno di notare una certa complicità tra noi e sembra averla notata anche lui visto il suo sguardo. Distolgo l'attenzione da lui e mi concentro sul coltello, lo afferro e porgo una mano a Kol facendogli intuire di darmi la sua.

Così fa, mi porge la sua mano e delicatamente l'afferro, sono morbide e lisce, un brivido corre lungo la mia schiena. Passo la lama sul suo palmo applicando un po' di pressione provocando un taglio non molto profondo; chiude la mano in un pugno e versa alcune gocce del suo sangue in ogni ciotolina, successivamente guarda il suo palmo notando che la ferita è già guarita. Mi osserva aspettando la mia prossima mossa, stendo la mia mano sulla prima ciotolina e ripeto lo stesso passaggio fatto prima provocando così un taglio anche sul mio palmo. Stringo la mano così da far uscire più sangue "Ah" un lamento di dolore esce dalle mie labbra.

Kol intanto si è allontanato, ma sono troppo concentrata sul mio sangue per poter vedere cosa sta facendo. Una volta che il mio sangue e quello del vampiro sono su ogni erba, poso il coltello che avevo in mano e prendo il grimorio poggiandolo accanto alle ciotoline, facendo attenzione a a non sporcarlo. "Tieni" mi volto verso Kol notando solo ora che regge un bicchiere contenente del sangue, il suo. Afferro il bicchiere e lo guardo negli occhi "Grazie" tutto questo accompagnato da un sorriso che prontamente ricambia. 

Bevo il contenuto, constatando che il gusto non è così metallico come credevo, o forse è solo il suo ad essere più dolce. Abbandono i pensieri sul gusto del sangue di Kol e riporto l'attenzione sul grimorio, nel frattempo l'Originale ha acceso delle candele sotto mia richiesta e le ha poste intorno alle erbe sul tavolo. "Dammi le mani" gli dico porgendo le mie in avanti "Perché?" quante domande "Lì c'è il nostro sangue quindi le erbe devono essere legate a noi, non solo fisicamente ma anche spiritualmente, per questo ti chiedo di darmi le mani mentre faccio l'incantesimo" mi sorride maliziosamente "Se è una scusa per farti prendere per mano potevi trovarne una migliore tesoro" sbuffo al nomignolo con cui oggi mi ha chiamata spesso "Idiota" sussurro sapendo benissimo che mi ha sentito.

Uniamo le nostre mani e inizio a recitare la formula dell'incantesimo, si alza un leggero vento che mi scompiglia i capelli e una volta terminato apro gli occhi notando che il sangue si è seccato sulle erbe "Deduco sia un buon segno" esorta Kol, sorrido annuendo separando di malavoglia le mie mani dalle sue e chiudendo le erbe in tre barattoli differenti "Devono restare qui fin quando non diventeranno del tutto rosse, quando lo saranno diventate potrò terminare l'incantesimo e proteggere la bambina" è per questo che mi serviva tempo e con un po' di fortuna saranno pronte poco prima che la bambina nasca "Quanto ci vorrà?" mi domanda osservando i barattoli "Forse giorni, forse settimane, il tempo che ci vorrà" rispondo vaga, ma infondo è la verità non so con certezza quanto tempo occorre.

Il mio cuore è tuo adesso -Kol Mikaelson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora