Sono passati due giorni da quando Esther mi ha lanciato questa sorta di maledizione e dire che sono esausta sarebbe un eufemismo. Quando ho informato Klaus ed Elijah le mie teorie si sono rivelate esatte, volevano andare da Esther per minacciarla a morte affinché mi liberasse dal marchio, ma fortunatamente sono riuscita a fermarli in tempo. Ho trascorso le ultime quarantotto ore perlustrando ogni grimorio di tutte le famiglie di streghe residenti a New Orleans, ma per mia sfortuna non ho trovato nulla che parlasse di questo tipo di maleficio, e dopo accurate ricerche anche sul web e in diversi libri sull'occulto sono giunta alla conclusione che non vi esiste rimedio e che molto probabilmente neanche Esther sa come spezzare il sortilegio. Sono spaventata, e sto cercando in tutti i modi di far capire ai fratelli Mikaelson che non possono fare nulla per aiutarmi, e come se non bastasse Kol si è chiuso in camera sua e non ho sue notizie da ore, e questo mi preoccupa. Sto morendo, lo sento, sto perdendo giorno per giorno il controllo sulla mia magia, ho forti emicranie e a volte la mano destra mi trema, esattamente dove ho il marchio; mi sta consumando dall'interno, so che non mi rimane molto tempo ed è per questo che devo farlo. Osservo il ciondolo che mia madre mi donò quando ero bambina, "Ti proteggerà" mi disse, e in parte ha avuto ragione, è sempre stato il mio portafortuna e quando lo indossavo mi sentivo davvero protetta. Lo stringo tra le mani e pronuncio le parole che mi separeranno per sempre dalla mia magia
Ex ore usque in subsidiis locati
Quando riapro gli occhi noto che il ciondolo ha cambiato colore, ora non è più di un bianco perla ma ha acquisito una tonalità di rosso sangue, non permetterò ad Esther di rubarmi la magia, il potere della mia dinastia è nelle mie mani e non posso rischiare che vada sprecato per i piani sporchi di quella strega. Sarà anche più forte di me, ma io sono più astuta. Ora non mi resta che lasciare questo pendente nelle mani della persona di cui più mi fido: Elijah. Quando sono avanti alla porta della sua camera busso leggermente e quando mi da il permesso per entrare avanzo di qualche passo "Aria..." sembra sorpreso di vedermi "Elijah..." dico a mo' di saluto "Sono qui per parlarti" continuo mentre mi accomodo sul suo letto "Dimmi" mi affianca e si siede "Ho fatto molte ricerche Elijah, nessun libro e nessun grimorio riporta delle informazioni utili su questo simbolo" gli spiego "Credo che neanche Esther stessa sappia come spezzarlo" continuo abbassando lo sguardo "Che vuoi dire Aria?" domanda serio "Che non esiste rimedio a questo maleficio e non mi resta altro da fare se non aspettare che mi uccida" lo guardo negli occhi e nel suo sguardo leggo tristezza "Troveremo una soluzione, l'abbiamo sempre fatto. Ti do..." lo interrompo subito "No Elijah, non fare promesse che non puoi mantenere" faccio una breve pausa e poi continuo "Sono venuta qui anche per darti questo" dico mettendogli il ciondolo tra le mani "Era di mia madre, me lo ha regalato tempo fa. Ho trasferito qui dentro ogni briciola del mio potere e tu devi promettermi che non permetterai ad Esther di mettergli le mani sopra" aspetto una sua risposta che però non arriva "Elijah voglio la tua parola" so che quando fa una promessa è capace di tutto pur di mantenerla "Ti do la mia parola Aria" gli sorrido riconoscente e lo abbraccio "Continueremo a cercare, non ci fermeremo qui" mi rassicura mentre mi accarezza dolcemente i capelli "Ne sono certa"
Quando esco dalla camera dell'Originale mi chiudo la porta alle spalle e mi incammino nel corridoio, fin quando una voce non mi ferma "È così allora?" mi volto e vedo Kol poggiato allo stipite della porta di camera sua "Hai sentito tutto non è così?" domando avvicinandomi, annuisce e sospira "Davvero non esiste rimedio?" chiede ancora "No, non c'è" dico diretta "Quindi sei umana ora, niente magia, niente potere, niente di niente..." lo guardo triste e annuisco "Gliela farò pagare Aria, fosse l'ultima cosa che faccio" dice serio riferendosi a sua madre "Kol non cacciarti nei guai, sai che è pericolosa ed estremamente potente" gli afferro una mano e lo osservo dal basso "Non ti prometto niente" dice secco per poi andare via. Perché adesso sembra arrabbiato? Sospiro e mi porto una mano alla fronte presa da una fitta alle tempie, ho bisogno di qualcosa di forte. Scendo di sotto e verso nel bicchiere di cristallo del Bourbon bevendolo subito dopo tutto d'un sorso, per un attimo il dolore sembra essere cessato. Non sono in pace con me stessa e non lo sarò fin quando non saprò se Esther ha la cura per questo maleficio. Dovrei andare da lei, infondo, nel peggiore dei casi potrei solo morire prima del tempo, sarebbe imprudente dato che non ho più la magia, ma cos'ho da perdere? Qualche ora? Due giorni? Forse tre? Morirò comunque, quindi...Tanto vale esserne sicuri.
Durante il tragitto verso il cimitero non posso fare a meno di pensare a quanto sia strano non avere più la magia, mi sento vuota, come se mi avessero risucchiato l'anima e non rimanesse altro che un contenitore senza nulla al suo interno. Prima avevo un legame diretto con la natura e tutto ciò che ne faceva parte, mentre adesso non sento più niente. Apatia. È questo quello che provo: totale apatia. Sono sempre io, in carne ed ossa, ma è come se una parte di me, la più importante, non ci fosse più, ed effettivamente è davvero così, perché la verità è che non sono nulla senza la mia magia, senza il potere e senza la costante sicurezza di potermi difendere in caso necessario. Ma, purtroppo, non posso farci nulla. £"È meglio così", continuo a ripetermi.
Per avere la certezza che Esther dica il vero ho portato con me la sfera della verità, è come una sorta di macchina della verità, ma senza fili e a forma sferica. Riesce a percepire quando si sta dicendo la verità e quando si sta mentendo: se diventa blu ci ritroviamo nel primo caso, mentre, se diventa rossa nel secondo. Forse sto andando incontro a morte immediata, ma comunque vadano le cose, finirà sempre allo stesso modo: con me in una bara. Potrò sembrare pessimista o qualcosa del genere, ma la verità è che sono solo realista, il che è deprimente perché potrei semplicemente pensare che riusciremo a trovare un modo e che non morirò ma la realtà è un'altra, e onestamente preferisco affrontarla piuttosto che evitarla rinchiudendomi in un'inutile fantasia.
Arrivata al cancello sorpasso per l'ennesima porta l'entrata e mi avvio verso la cripta dove Esther è solita praticare la sua magia. Avanzo lentamente, non ho fretta di vedere quella donna, mi guardo intorno notando alcuni fiori secchi in giro. Ora più che mai questo posto mi mette i brividi, e pensare che è mattina. Quando la scorgo di spalle, rivolta verso il tavolo di legno al centro della cripta, richiamo la sua attenzione con un leggero colpo di tosse "Spero che tu sia qui per dirmi che hai convinto i miei figli ad accettare la mia offerta" dice mentre ancora mi da le spalle "In realtà sono venuta qui solo per farti una domanda, non pretendo nulla, solo un si o un no" stringo con le dita la sfera che ho in tasca come per darmi sicurezza "Quale sarebbe questa domanda?" finalmente si volta a guardarmi e sembra scrutarmi interessata "Puoi davvero spezzare questo maleficio?" ci pensa sù e risponde solo dopo qualche secondo "Si, posso farlo, ma ti ho già detto a che condizione" si gira nuovamente continuando a fare ciò che faceva prima, facendomi capire chiaramente che la conversazione era terminata. Senza degnarla di uno sguardo o una parola in più me ne vado camminando a testa alta verso l'uscita di questo posto. Stringo ancora una volta la piccola sfera e una parte di me spera tanto che sia diventata blu, mentre l'altra, seppur più piccola, spera che sia rossa, perché non vuole che i Mikaelson accettino quell'assurda proposta. Non ho il coraggio di guardare e continuo a camminare facendo finta di nulla; appena fuori da quel posto prendo un profondo respiro e lentamente caccio la sfera dalla tasca destra del cappotto che indosso. Quando i miei occhi si posano sulle mie mani e sul piccolo oggetto che reggono, si fa largo in me una grande consapevolezza, e non ho mai odiato avere ragione così come adesso.
Ciò che vedo è solo una scura tonalità di rosso.
SCUSATE IL RITARDO MA AVEVO PROBLEMI CON LA PUBBLICAZIONE DEL CAPITOLO. A BREVE NE ARRIVERÀ UN ALTRO.
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Il mio cuore è tuo adesso -Kol Mikaelson-
VampireAria Montgomery è una strega, nata e cresciuta a New Orleans fino all'età di 17 anni. Al compimento dei suoi 18 anni si trasferisce a New York con sua madre e sua nonna, lasciandosi alle spalle la sua vita, i suoi amici e una famiglia a cui teneva p...