ARIA'S POV
Mi sento stupida, una stupida a pezzi. L'ho fatto per lui, non voglio che faccia qualcosa di insensato, Elijah e Klaus mi hanno detto della sua tendenza nello spegnere l'umanità ogni volta che si presenta un problema o una sensazione che non riesce a gestire e affrontare. "Mi prendi in giro?!" sta letteralmente dando di matto "No" dico secca "Mi spieghi il perché?! Io non capisco, ma che ti prende?!" c'è qualcosa nella sua voce che mi fa morire dentro "Ascoltami Kol..." mi avvicino a lui posandogli le mani sulle guance "Io tengo a te, forse anche più di quanto dovrei" mi guarda ma non risponde né tantomeno si sposta "L'idea che tu possa star male, soffrire o addirittura spegnere le tue emozioni a causa mia, non mi va per niente giù" i suoi occhi sono lucidi e una lacrima solca il suo viso "Non posso farlo, non riesco a starti lontano, e se questo significa soffrire qualora tu dovessi morire, allora sono disposto a correre il rischio" quello che dice mi fa sorridere e di slancio mi alzo sulle punte dei piedi abbracciandolo e stringendolo a me "Sei un uomo fantastico Kol Mikaelson" sussurro al suo orecchio.
"Forse è meglio se vada a fare una doccia" dico una volta staccata dall'abbraccio, lui mi sorride e annuisce in risposta. Una volta sotto il getto dell'acqua mi fermo a riflettere e mi passano per la testa le parole di mia nonna "Qualsiasi incantesimo può essere spezzato, anche il più complesso. Devi solo trovare la giusta formula e le parole adatte, il resto verrà da sé" un colpo di genio mi balena la mente e mi do della stupida da sola per non averci pensato prima, maledizione! Mi avvolgo nel morbido asciugamano bianco e velocemente indosso l'intimo, dei jeans e un maglione grigio. Sistemo di fretta e furia i capelli per poi andare a cercare Elijah "Hai visto Elijah?" domando a Klaus che passava di lì, quando ricevo una sua risposta negativa mi reco verso la sua stanza, busso due o tre volte ma quando non ricevo risposta capisco che forse è uscito "Cercavi me?" mi volto e noto che è proprio di me "Si. Mi serve il ciondolo" mi guarda curioso ma senza troppe storie lo estrae dalla sua giacca e me lo porge "Grazie" gli lascio un leggero bacio sulla guancia e corro in camera mia, metto le scarpe, il cappotto e prendendo la borsa con il grimorio esco fuori dalla villa Mikaelson, diretta alla soffitta della chiesa di St. Anne.
Forse ho capito come spezzare la maledizione ma avrò bisogno di aiuto, non credo che la magia che ho sia sufficiente, per questo decido di chiamare la persona che più se ne intende di magia pur essendo un vampiro, prendo il cellulare e faccio partire la chiamata "Pronto"
"Kol"
"In persona tesoro"
"Mi serve il tuo aiuto"
"Chi dobbiamo uccidere?"
"Nessuno idiota"
"E allora a cosa ti serve il mio aiuto?"
"Tra cinque minuti alla chiesa di St. Anne, ti spiegherò tutto quando ci vedremo"
"Spero che tu abbia un valido motivo per farmi arrivare in soli cinque in una chiesa"
"Sai che ti adoro!"
"Si come no. Arrivo"
Ridacchio da sola per la sua poca pazienza e mi appresto a preparare tutto ciò che ci servirà per l'incantesimo. Assorbo nuovamente la mia magia e una scarica elettrica si propaga lungo la mia schiena. A questo punto non mi resta che aspettare. I minuti continuano a passare ma di Kol non c'è traccia, provo a richiamarlo ancora una volta "Mi spieghi dove diavolo sei finito?! È passata mezz'ora!"
"Scusa tesoro ma c'è traffico"
"Non potevi venire a piedi?"
"No perché sono passato anche al bar per prendere il caffè"
"D'accordo ma sbrigati"
"Faccio il possibile"
Riattacco sbuffando, quel vampiro è impossibile.
"Eccoti finalmente" dico mentre lo vedo raggiungermi nella soffitta "Tieni" mi porge il bicchiere di carta con all'interno il caffè e gli sorrido per ringraziarlo "Dio ma non hai freddo?" dico notando che indossa solo una semplice camicia scura che lascia scoperti gli avambracci "Ti ricordo che sono un vampiro e che un po' di freddo non mi spaventa" alzo gli occhi al cielo e mi avvicino al tavolo sorseggiando il mio caffè "Allora dì un po', perché sono qui?" domanda "Forse ho trovato un modo per spezzare il maleficio" dico a bruciapelo, lo osservo e noto che mi sta guardando con un espressione confusa "Scherzi vero?" incrocia le braccia al petto e non posso fare a meno di notare i suoi muscoli tendersi sotto il tessuto sottile della camicia "No" rispondo calma "E quando ti sarebbe arrivata questa illuminazione?" chiede ancora "Sotto la doccia" prendo un altro sorso di caffè "Sai tesoro? Di solito sotto la doccia le persone non pensano a come spezzare incantesimi, piuttosto si lavano, cantano e a volte fanno sesso, capisci che intendo?" alzo un sopracciglio e gli sorrido con aria di sfida "Capisco perfettamente ciò che intendi. Ma stavo semplicemente riflettendo e mi è venuta in mente una cosa" si avvicina e infila una mano nella tasca dei suoi jeans mentre con l'altra si gratta la testa, osservo ogni suo minimo movimento e mi maledico per i pensieri poco casti che sto facendo adesso. "Cosa hai pensato?" domanda dopo attimi di silenzio "Se riuscissi a trovare la giusta formula e le giuste parole potrei riuscire a spezzare l'incantesimo" gli spiego "D'accordo Sherlock. E dimmi, io esattamente cosa ci faccio qui?" decido di stare al suo gioco e sorrido "Per il caffè" assottiglia lo sguardo e ride "Sul serio?"
"No. Devi aiutarmi. Non ho abbastanza energia quindi dovrò assorbire la tua" lo guardo dal basso e noto che ha uno strano sorrisetto "Prevedo del contatto fisico" seguo la sua risata prendendo una penna e un pezzo di carta dove vi scriverò la formula "Posso farti una domanda?" chiede dopo un breve attimo di silenzio, di risposta annuisco e si para di fronte a me "Perché sono sempre io quello che chiami quando hai bisogno di aiuto?" lo guardo confusa e mi acciglio "Se non ti va di aiutarmi sei libero di andare, non ti tratterrò" rispondo con un tono brusco "Non era ciò che intendevo e lo sai" si avvicina lentamente "No non lo so invece" la mia voce è fredda e lui sembra notarlo "Mi chiedevo solo perché fossi sempre io quello che chiami, insomma, ci sono anche Elijah e Niklaus eppure tu ti ostini sempre a chiamare me. Perché?" sospiro avvicinandomi a mia volta "Perché con Elijah e Klaus non c'è la stessa connessione che ho con te" rimane stupito ma non si smuove "È perché siamo stati a letto insieme?" ma oggi ha voglia di litigare per caso? "Non riesci a pensare ad altro vero? Quando mi vedi pensi solo al fatto che siamo andati a letto insieme. E non intendevo quel tipo di connessione, comunque" prendo la mia borsa e il cappotto per poi uscire di fretta da lì accompagnata dalla sua voce che mi richiama.
Al diavolo Kol! Al diavolo questa stupida maledizione! Al diavolo tutto!
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Il mio cuore è tuo adesso -Kol Mikaelson-
VampirgeschichtenAria Montgomery è una strega, nata e cresciuta a New Orleans fino all'età di 17 anni. Al compimento dei suoi 18 anni si trasferisce a New York con sua madre e sua nonna, lasciandosi alle spalle la sua vita, i suoi amici e una famiglia a cui teneva p...