Capitolo 25

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Freddo. Tanto freddo. È questo ciò che sento. Sobbalzo dal letto e mi siedo sul morbido materasso. Le mani mi tremano. Le gambe sono come gelatina. Sto sudando ma allo stesso tempo ho freddo. Per un attimo mi sembra di star sognando ma quando il marchio comincia a bruciare capisco che non si tratta affatto di un sogno. Mi avvicino alla porta, faccio difficoltà a camminare e ci metto un po' ad arrivare sino alla stanza di Elijah, quando apro la porta cado per terra in ginocchio con un tonfo sordo, percepisco una presenza accanto a me e credo sia quella dell'Originale, ma non ne sono sicura, sento ogni suono ovattato, sento che mi sta chiamando ma non ho la forza di rispondere, non riesco a respirare, mi manca l'aria e se non sapessi che mi trovo alla villa Mikaelson penserei di essere sott'acqua. Elijah mi adagia sul suo letto e si allontana, non so bene dove sia andato, continuo a tremare e cerco di ispirare più aria possibile. Lo sento. Sto per morire. Sono vicina alla mia fine. 

Percepisco altri passi all'interno della stanza e sono certa che appartengono a Klaus e Kol. Ho sempre più freddo ma allo stesso tempo caldo, vorrei strapparmi la canotta che indosso ma un attimo dopo desidero solo coprirmi il più possibile. È una sensazione orribile e non so per quanto resisterò ancora. "Cosa facciamo?!" riconosco la voce di Kol sbraitare contro i fratelli, mentre mi regge il capo con entrambe le mani cercando una mia reazione, anche minima, senza però riceverla. È come se non fossi più padrona del mio corpo, vorrei parlargli, dirgli che sto bene, che va tutto bene, ma non ci riesco... Il marchio brucia sempre di più, vorrei urlare ma non ho voce per farlo, mi sento bloccata in un limbo, tra la vita e la morte, consapevole che quest'ultima prenderà il sopravvento sulla prima. Nella mia mente maledico Esther in tutte le lingue possibili e immaginabili, persino in latino. Cerco di articolare una frase di senso compiuto, ma continuo a dire parole sconnesse tra loro "Cassetto" mi guardano tutti e tre confusi "Comodino" continuo ad inspirare "Del mio letto" sto letteralmente delirando "Boccetta gialla" nessuno di loro sembra aver capito cosa io abbia detto. Sto per ripetere ciò che ho detto ma quando vedo Kol correre fuori dalla camera di Elijah mi rendo conto che ha capito. Dopo qualche attimo ritorna con in mano la boccetta di cui parlavo, la stappa e l'avvicina alla mie labbra, la bevo in un solo sorso e qualche attimo dopo riesco a regolarizzare il respiro. 

"Grazie..." riesco solo a dire prima di sprofondare in un sonno che mi sembra non abbia fine. 

KOL'S POV

Cosa è appena successo? La mia mente continua a porsi la stessa domanda senza però sapersi dare una risposta. Stavo dormendo quando Elijah è venuto a chiamarmi, e dire che ho avuto un colpo al cuore non renderebbe giustizia a quello che ho provato. "Aria sta male" queste sono state le uniche parole che ha detto prima di correre fuori per avvisare Niklaus, inutile dire che mi sono precipitato fuori dalla mia camera per controllare con i miei stessi occhi. Quando l'ho vista lì, su quel letto, mentre tremava e sudava allo stesso tempo ho provato una strana sensazione, che mai e dico mai e poi mai avevo provato. Per un attimo ho temuto davvero che sarebbe morta, ma quando le ho fatto bere il contenuto di quella boccetta e si è addormentata, ho ripreso a respirare. Non so se sia una cosa positiva oppure no, in un certo senso vuol dire che mi sto affezionando ma significa anche che se davvero dovesse morire io ci starei male, soffrirei e non so se sarò in grado di reggere tutta l'agonia a cui sarò sottoposto. So che potrebbe sembrare affrettato perché conosco quella ragazza da poco più di un mese ma è come se la conoscessi da una vita, mi ha completamente ammaliato con il suo fascino, la sua bontà e la sua lingua tagliente. Ci sono andato a letto insieme ed è come se mi avesse stregato ancor più di prima, è magnetica e con un solo sguardo è capace di restare impressa anche nelle menti più rigide. 

Voglio starle accanto, voglio che sappia che ci sono, voglio che sappia che tengo davvero a lei. E al diavolo Elijah e tutta la protezione nei suoi confronti. Se voglio qualcosa me lo prendo, e Aria è la cosa che desidero di più adesso. "È tutta colpa mia, non avrei dovuto lasciarti andare da sola in quel cimitero, avrei dovuto insistere e venire con te" sussurro queste parole mentre le stringo la mano; riposa ancora sul letto di mio fratello e non faccio altro che colpevolizzarmi da un'ora ormai. Se fossi andato con lei, se l'avessi protetta da Esther, tutto questo non sarebbe successo, non sarebbe in pericolo e non sarebbe sospesa tra la vita e la morte. "No ti sbagli" bisbiglia Aria con voce flebile, si è svegliata... "Sono stata io. L'ho provocata e non avrei dovuto" fa un colpo di tosse e stringe di più la mia mano "Tieni" le porgo il bicchiere d'acqua che si trovava sul comodino e le sorrido "Grazie" dice dopo aver bevuto "Cos'era quell'intruglio che hai bevuto prima?" decido di cambiare discorso per non permetterle di darsi colpe che non ha "Valeriana, Rosmarino e Lavanda. Sono erbe tranquillanti, come i sonniferi ma di origini naturali" mi spiega guardandomi negli occhi "Ci hai fatto prendere un colpo" mi guarda colpevole e mormora delle scuse a voce talmente bassa che se non avessi un udito più sviluppato della norma non sarei riuscito a sentire "Non preoccuparti, infondo, è solo di Esther la colpa" mi guarda seria ma non risponde. 

Guarda il vuoto e qualche istante dopo gli occhi le si fanno lucidi "Io non voglio morire Kol..." mi stendo accanto a lei e le poso una mano sulla guancia guardandola negli occhi "Non morirai, te lo prometto" dico sicuro anche se in realtà non so come impedire a quel marchio di ucciderla "Non puoi fare nulla, e nemmeno io posso. Nessuno può" la stringo a me facendole posare la testa sul mio petto "Ti mi rendi felice Kol, davvero..." prende un respiro e poi continua "Ma non voglio che tu stia male per colpa mia" alza lo sguardo e ancora non capisco dove vuole arrivare "Che vuoi dire?" 

"Che forse sarebbe meglio prendere le distanze. Non so quanto tempo ho ancora e non voglio che tu faccia qualche stupidaggine quando morirò..."







Il mio cuore è tuo adesso -Kol Mikaelson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora