CAPITOLO 16

430 12 0
                                    

«E non sapete che cosa ha fatto Niccolò una volta in quarto liceo!» esclama Adriano versandosi un altro goccio di vino. Le risate si stanno sprecando in quel pranzo. Simona non rideva così tanto da anni. Non se lo sarebbe mai aspettato, ma la compagnia di Adriano e Niccolò è più che piacevole.
«Ah perché stavate in classe insieme?» domanda Marisa mentre tampona il tovagliolo sulla labbra per pulirle. Niccolò beve un goccio di vino e «Sì. Dopo essere stato bocciato sono finito in classe con lui e quegli altri delinquenti» racconta con un sorriso, dando una pacca sulla schiena ad Adriano che rischia di strozzarsi con il vino che sta bevendo; infatti fulmina Niccolò con lo sguardo, ma quest'ultimo è già intento a riprendere a parlare con Simona e Marisa. Simona ha il sorriso stampato in faccia dall'inizio del pranzo. Niccolò non ha fatto battutine sul loro incontro della sera prima o sul pranzo del giorno precedente e di questo Simona gliene è grata. Vuole passare quel pranzo in tranquillità e godersi della buona compagnia per una volta; ridere senza dover pensare ai suoi problemi e fino a quel momento lo stava facendo senza problemi. Che cosa avessero quei due di tanto speciale per farla divertire così tanto non lo sapeva. Anche Marisa ha un sorriso enorme in faccia e né a Niccolò né a Simona sfuggono gli sguardi che quei due si lanciano durante tutto il pranzo.
«Gli altri chi?» domanda allora Simona curiosamente, incrociando le mani sul tavolo.
Adriano le sorride e «Il nostro gruppo di amici. Eravamo tutti in classe insieme» - e a quel ricordo un sorriso nostalgico attraversa le labbra sia di Adriano che di Niccolò ed è quest'ultimo che ridendo «Pensate che ce facevamo chiamà "I Miserabili"» confessa con una risata per poi guardare Adriano, «Aò se ce ripenso me chiedo che ce diceva er cervello per essece dati un nome del genere» scoppia poi a ridere seguito da tutti gli altri.
«Non era male dai» butta là Simona e tutti e tre la guardano continuando a ridere e coinvolgendo anche lei.
«Vabbè insomma,» riprende parola Adriano con un tono fin troppo allegro, dovuto a qualche bicchiere di vino di troppo, «Non cambiamo discorso. Ve stavo a dì che in quarto liceo sto genio qua,» - e dà una botta a Niccolò spintonandolo di lato e questo da parte sua alza gli occhi al cielo e si avventa sul bicchiere di vino per evitare di scoppiare a ridere dato che sa già cosa voglia raccontare Adriano, «Doveva essere interrogato in storia da più di un mese. La professoressa gli aveva dato un'ultima chance e quando lo chiamò alla cattedra per farsi interrogare Niccolò prese il libro di storia e lo fece cadere dal banco, poi andò alla cattedra e col cellulare in mano disse "'A prof io non so niente de storia e manco me frega, lei invece sa 'ndo posso trovà un caricatore pe er telefono?"» - Adriano termina di raccontare prima di piegarsi m due dalle risate al ricordo della scena. Niccolò non può trattenersi e lo segue a ruota e lo stesso fanno Marisa e Simona. Quest'ultima si immagina un Niccolò un po' teppista che chiede una cosa del genere alla professoressa e l'immagine è troppo buffa per non ridere. Le loro risate sonore riecheggiano nel grande salone e forse sono un po' accentuate dal vino rosso. Di sicuro quello ad aver bevuto di più è Niccolò e Simona se ne è accorta. Lei non ha toccato alcol perché è astemia e stranamente Niccolò non le ha fatto battutine o quant'altro, ma lei ha visto quanto Niccolò avesse bevuto e quando lo vede riempirsi per l'ennesima volta il calice, «Non avrai bevuto troppo?» gli chiedo cercando di sembrare disinteressata. Niccolò poggia la bottiglia sul tavolo e guarda la ragazza.
«Pensavo di aver invitato Simona, non mia madre» ribatte lui con un sorrisino divertito prima di bere, poi «E comunque l'alcol lo reggo bene per vostra fortuna».
Simona non è tanto sicura, ma si fida perché in fin dei conti per ora non ha fatto nulla di strano e sembra anche abbastanza sobrio.
«Lascia sta Simò, quando se parla di vino con Niccolò è inutile combatterci, gli piace troppo» le consiglia Adriano strappando un pezzo di pane e Simona guarda prima lui e poi Niccolò che con il calice in mano le fa un sorriso, come per avvalorare le parole dell'amico. Simona allora lascia perdere e torna al suo bicchiere d'acqua frizzante.
«Qui quello che non regge bene l'alcol è l'amichetto qua accanto» sentenzia Niccolò con un sorriso di sfida in volto e Adriano lo fulmina con lo sguardo e «No, stai zitto» lo minaccia guardandolo male. Simona e Marisa si godono la scena esilarante di Niccolò che scuote la testa e con uno sguardo maligno torna a guardare le due ragazze e «Una volta in discoteca Adriano aveva bevuto talmente tanto, cioè tanto si fa per dire, qualche shottino, ma questo è 'na sola, non regge manco mezzo bicchiere de vino. Vabbè insomma aveva bevuto talmente tanto che ha scambiato un palo con una tenda attorno per una ragazza con un vestito e si è messo a corteggiarla! Lo dovevate vedè! Lui in mezzo alla sala che parlava co sto palo!» - a quelle parole nella stanza si scatena il putiferio. Niccolò ha gli occhi lucidi per le risate e Simona e Marisa sono piegate in due dal ridere. Pure Adriano, anche se leggermente imbarazzato, non può non ridere al racconto della scena - scena che lui, talmente ubriaco, non ricorda molto.
«Non ero in me! Sono giustificato!».
«Sì, ma resti comunque un cretino che parla coi pali!» lo sbeffeggia Niccolò, poi «Che poi il bello è che s'arrabbiava pure perché sto palo non gli rispondeva!» - e ancora una marea di risate invade il salone. Ora tutti hanno le lacrime agli occhi e Adriano anche le guance leggermente rosse. Difficilmente beve fino a perdere il controllo, ma quella sera era la festa di laurea di un loro caro amico e aveva decisamente esagerato con l'alcol.
Adriano prende un altro goccio di vino, prima di posare il calice per evitare di esagerare anche sta volta e poi guarda le ragazze.
«Ora vogliamo sentire i vostri aneddoti però! Noi ci siamo messi in ridicolo, mo tocca a voi» - e quelle parole di Adriano vengono accompagnate dallo sguardo sinceramente curioso di Niccolò che fissa le due ragazze.
Simona scuote la testa e Marisa tossicchia.
«Per forza?» domanda Simona e i due ragazzi annuiscono.
«È il prezzo per la mia fantastica carbonara» specifica Niccolò. Simona inarca un sopracciglio.
«Fantastica è tutto un dire. Diciamo decentemente buona» specifica mentendo perché quella carbonara andava oltre la squisitezza, era perfetta! Se ne sarebbe fatta volentieri un terzo piatto.
«Detto da quella che se ne è mangiata due piatti» la smaschera Niccolò sbeffeggiandola, «'A Simò, non sai dì le cazzate» la prende scherzosamente in giro e Simona sorride e gira gli occhi.
«Vabbè, sti aneddoti?» domanda Adriano.
Marisa allora si schiarisce la gola.
«Io non ce ne ho tanti o divertenti come i vostri in realtà, fatemici pensare».
E il pranzo continua così: farcito di risate e aneddoti divertenti, qualcuno di più, qualcuno di meno, ma sempre in grado di regalare tanto risate ai quattro ragazzi.
«Wow, si sono fatte le tre!» fa notare Simona sbadigliando.
«Già c'hai sonno?» le chiede sorridendo Niccolò e Simona annuisce, colpita da un altro sbadiglio.
«Un bel sonnellino me lo farei» confessa Simona poggiando il volto sulla mano. Niccolò ride di cuore, «Aò manco mi' nonna se fa er riposino pomeridiano! Che vecchietta che sei» la sbeffeggia e Simona corruccia le sopracciglia, puntando il proprio sguardo fisso in quello di Niccolò.
«Il riposino pomeridiano post pranzo è sacro, non ti azzardare» lo minaccia scherzosamente e Niccolò la trova talmente buffa che le scoppia a ridere in faccia, seguito anche da Adriano e Marisa.
«Che ve ridete? Io so seria» borbotta Simona fingendosi offesa. Si guardano tutti e quattro finché «Se vuoi dormire ti faccio vedere dov'è la camera da letto, ma io pensavo che fossi venuta per ascoltare la canzone che avevo finito» butta là Niccolò regalandole un occhiolino. Simona rimane un attimo spiazzata. Niccolò sta scherzando e questo Simona lo sa, ma l'occhiolino che le ha regalato dopo quella frase sembrava provocatorio. E poi quando ha sentito quel "camera da letto" ha percepito il cuore accelerare. L'avrebbe davvero fatta dormire nel letto dove lui e Federica dormono tutte le notti? Appena pensa al nome di quella ragazza sente un fastidio all'altezza della stomaco. Sopratutto quando la immagina affianco a Niccolò nel letto. Ovviamente scaccia immediatamente quel persero dandosi della stupida; sono fidanzati, ovvio che dormano insieme e a Simona questo non interessa minimamente. Si ricorda però della canzone che Niccolò le aveva fatto sentire quel primo giorno che si erano conosciuti e le si illumina lo sguardo quando sente quella parole uscire dalla bocca di Niccolò.
Così, «No no, quando vuoi sono qui per ascoltarla. Pensa, per ascoltare la tua canzone salto pure il mio pisolino!» scherza lei e Niccolò mette su una finta espressione meravigliata accompagnata da un tenero sorriso rivolto a Simona, «Ammazza! Devi esserti affezionata davvero tanto a me per fare un tale sacrificio!».
Simona alza gli occhi al cielo e scuote la testa, «No, voglio solo togliermi questo pensiero e basta» mente lei e quando guarda Niccolò sa che lui ha capito che sta dicendo una bugia. Perché sì, infondo senza volerlo Simona si sta lentamente affezionando a lui. Come? Non lo sa. Forse per le risate che le fa fare, per la simpatia, per il fatto che l'abbia voluta aiutare subito senza esitazione e per molte altre cose; fatto sta che sente di star iniziando a nutrire dei sentimenti di amicizia nei confronti di quel ragazzo. E anche di Adriano e Marisa.
«Va bene, allora togliamoci subito il pensiero,» la scimmiotta Niccolò afferrando il calice e dopo aver bevuto un ennesimo sorso di vino si alza in piedi, «Andiamo va'» - e fa cenno a Simona di seguirlo. La ragazza annuisce e si alza, poi «Noi non siamo invitati vero?» domanda Marisa e Niccolò si gira con uno sguardo di scuse.
È Adriano però a parlare, «Essendo una nuova canzone non dovrebbe ascoltarla nessuno,» - e a queste parole Adriano fulmina Niccolò che però fa spallucce, «però dato che Simona ha già sentito la prima parte ora può ascoltare il resto» spiega Adriano guardando tutti, poi punta il suo sguardo su Marisa che annuisce a quelle parole, «Io non so cantare né suonare, ma se vuoi so un campione a FIFA. So che non è la cosa più esaltante del mondo, ma se volessi fare una partita...» - a quella parole gli occhi di Marisa si illuminano e la ragazza saltella sulla sedia.
«Adoro FIFA! E fidati che in confronto a me sei una schiappa!» si vanta lei scoccando un'occhiata vanitosa in direzione di Adriano. Quest'ultimo non può non ridere e a Simona non sfugge il modo dolce in cui continua a guardare Marisa. Ha ragione Niccolò: Adriano è cotto! Assurdo però che lo sia conoscendola da pochissimo, ma perché no? Alla fine non esiste il cosiddetto colpo di fulmine? Le dispiace solo che Marisa sia fidanzata e spera che ad Adriano non dispiaccia troppo se lo verrà a sapere.
Allora Adriano sbatte le mani sul tavolo e si alza, «Bene allora, vediamo se è veramente così» - lancia a Marisa un tenero sguardo di sfida e la ragazza scoppia a ridere e si alza anche lei per dirigersi verso il divano.
«Andiamo?» domanda Niccolò a Simona e lei lo guarda con un sorriso sincero, annuendo.
Prima di uscire dalla stanza lancia uno sguardo d'intesa a Marisa e quest'ultima fa lo stesso. Entrambe allora scoppiano a ridere per aver pensato e fatto la stessa cosa.
«Non ti mettere in testa niente» mima Simona con le labbra, seguendo Niccolò per il corridoio.
«Anche tu» è la risposta silenziosa di Marisa prima di voltarsi e raggiungere Adriano che sta accendendo la PSP e scegliendo il gioco.




D'improvviso...//Ultimo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora