CAPITOLO 28

379 11 0
                                    

«Scusate un attimo» - Simona si alza e fa un respiro profondo, senza girarsi verso Marisa ed Adriano che, increduli, si lanciano un'occhiata preoccupata. Simona guarda il padre dritto negli occhi e l'uomo fa lo stesso, senza però avere intenzione di rispondere. Simona cerca una traccia di pentimento o preoccupazione negli occhi dell'uomo, ma l'unica cosa cosa di cui sono pieni è freddezza, rabbia ed anche una punta di menefreghismo. Simona cerca di scrollarsi di dosso la delusione e in pochi passi si avvicina al padre, fermandosi a guardare i due poliziotti.
«Posso? È mio padre» chiede con cortesia e i due poliziotti si lanciano un'occhiata e l'uomo più anziano le fa un cenno con la testa, lasciandola avvicinare ancora un po'. Simona lo ringrazia con un misero sorriso e si posiziona di fronte a suo padre. Non ha intenzione di sedersi accanto a lui e nemmeno vorrebbe rivolgergli la parola, ma dato che è lì vuole farsi del male e sapere perché suo padre è in questura.
Infatti è diretta e «Che cazzo hai combinato ora?» domanda senza peli sulla lingua. Sente gli occhi di Adriano e Marisa su di lei e spera tanto che non sentano ciò che sa dicendo a suo padre.
L'uomo di fronte a lei distoglie lo sguardo e mette su un sorriso amareggiato. Gioca con le proprie dita e guarda a terra.
«Devo per forza aver combinato qualcosa? Potrei essere venuto per un visita di piacere».
«Una visita di piacere in questura? Papà per favore evita di raccontare cazzate almeno a tua figlia. Tu sei una calamita per i guai».
A quelle parole suo padre annuisce e la fissa addolcendo lo sguardo che però è sempre velato da una punta d'amarezza.
«Sei sempre stata intelligente, fin da bambina. Ricordo che non ti si poteva nascondere nulla» commenta lui con una leggera nostalgia, sviando la domanda di Simona. Quest'ultima sbuffa spazientita e incrocia le braccia.
«Evita questo patetico viaggio nei ricordi e rispondi. Perché sei qui?».
«Droga» - è la riposta, ma non del padre di Simona, bensì di uno dei due poliziotti. Sia Simona che il padre si voltano a guardare l'uomo che con un passo si avvicina alla ragazza e la guarda con leggera compassione, «Tuo padre ha violato i domiciliari e come se non bastasse ha provato a fuggire, ferendo uno dei nostri uomini ed è stato trovato in possesso di un chilo di droga» spiega l'uomo con tono severo e Simona annuisce sentendo la desolazione invaderle il petto. Infatti si gira e lancia un'occhiata delusa a suo padre che invece guarda la parete di fronte a sé. Simona più lo guarda più non lo riconosce. È ben lontano da quel padre amorevole che le era stato accanto i primi anni delle sua vita. Ora è solo un estraneo, schiavo dello spaccio di droga e dei soldi facili.
«La mamma lo sa?» domanda Simona battendo il piede a terra e guardando la figura invecchiata del padre con gli occhi turchini piedi di giudizio negativo.
Suo padre nega e «Non lo deve sapere» risponde perentorio lui. Simona sorride disgustata.
«Sai meglio di me che mamma viene a sapere sempre tutto, quindi ti conviene dirglielo» ribatte Simona stizzita per poi lanciare a suo padre un'ennesima occhiata disgustata.
«Mi rimanderanno in prigione» le confessa di getto suo padre e Simona annuisce, cercando di mantenere una calcolata freddezza. Lo guarda e si spaventa nel constatare che non prova nemmeno un po' di compassione per quell'uomo, nemmeno quando suo padre punta gli occhi nei suoi.
Simona scuote la testa.
«È quello che meriti,» sputa fuori lei, pensando di voltarsi e tornare da Marisa ed Adriano, ma nel voltarsi sente l'amarezza salirle e non riesce a trattenersi, infatti si rigira verso suo padre e lo fulmina con lo sguardo, «Non ti bastava eh? Non ti bastava una vita tranquilla come quella che avevamo? Che ti mancava? Avevi una moglie che avrebbe fatto i salti mortali per te e una figlia che ti adorava. Avevi bisogno del rischio vero? Del brivido? E infatti guarda come ti ha ridotto questa voglia di infrangere le regole. Avevi tutto, ma l'hai rovinato. Ti sei rovinato la vita da solo, con le tue stesse mani. Ed ora hai ciò che meriti» gli sputa contro sentendo sussultare gli stessi poliziotti per quelle parole così crudeli. Ma Simona non si sente cattiva, si sente libera. Aveva bisogno di sfogarsi perché era sicura che da quel momento in poi non avrebbe più rivisto suo padre per tanto tempo, se non per sempre. Aveva sopportato per troppi anni, aveva mandato giù le cattiverie ed era stata civile, ma se le ferite passano, le cicatrici restano e quelle che le aveva causato suo padre le sarebbero rimaste sulla pelle per sempre. Infatti non perde nemmeno tempo ad aspettare una risposta. Gli lancia solo un ultimo sguardo amareggiato davanti al silenzio colpevole di suo padre che non ha nemmeno il coraggio di guardarla. Poi fa dietro front e ritorna dai suoi amici mentre i due poliziotti avvertono il padre di Simona che la macchina che lo scorterà in carcere è lì fuori ad aspettarlo.
Mentre torna al suo posto, un poliziotto esce proprio dalla porta davanti a cui i tre amici stavano aspettando e con un sorriso cordiale, invita Marisa ad entrare per sporgere denuncia. Simona le si avvicina e la abbraccia. Sente Marisa tesa come non mai e cerca di farle capire che andrà tutto bene e che stava facendo la cosa giusta, accarezzandole la schiena. Adriano decide di aggiungersi e di stringere fra le braccia le due ragazze, regalando loro due baci sulle fronti.
«Vai e pensa che finalmente sarai libera da quel bastardo e gli daremo quello che merita» sussurra Simona all'orecchio di Marisa che le sorride riconoscente.
Adriano le lascia un bacio sulla guancia e Marisa sorride, stringendo un'ultima volta le mani dei due amici per poi seguire il poliziotto nella sala. Prima di entrare nella sala si volta verso Simona e «Poi mi devi spiegare tutta la storia con tuo padre» le mima con le labbra e Simona sorride perché Marisa riesce a preoccuparsi per lei anche quando sta per fare qualcosa di così importante per sé stessa. Amica migliore non poteva chiedere. Simona annuisce e la saluta con la mano per poi fare un respiro profondo. Si sente accarezzare la schiena e sa che è Adriano, tanto che poggia la testa sulla spalla di lui.
«Andrà tutto bene» le sussurra Adriano e Simona annuisce, ringraziandolo silenziosamente per il sostegno. Poi chiude gli occhi e sorride perché pensa a che amici spettacolari ha intorno e che le sono capitati e a che stupendo ragazzo ha, innamorato perso di lei. Forse non avrà tanta autostima, non avrà i genitori migliori del mondo - anzi pessimi - e non avrà avuto una vita facile, ma ora ha intorno persone che si farebbero in quattro per lei e ha intenzione di tenersele strette per sempre.



D'improvviso...//Ultimo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora