CAPITOLO 9

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Simona tira fuori i panni dalla lavatrice e, dopo averli messi nella cesta, esce in balcone a stenderli. Quel giorno c'è un bel sole e lei è fiduciosa che si possano asciugare in fretta.
Mentre stende i panni la mente le ritorna al giorno precedente. Avevano fatto quel servizio fotografico e nonostante dei piccoli problemi di sicurezza riguardo il suo fisico, alla fine era riuscita a farsi scattare delle foto. Erano solo foto di gruppo perché singole non aveva avuto il coraggio di farle, ma sperava prima o poi di riuscirci perché Adriano le aveva detto che servivano anche foto singole dei vari capi di abbigliamento. Infatti dopo la fine del servizio fotografico - di cui Simona non aveva visto neanche una foto perché si vergognava - Adriano aveva chiamato anche tutti gli altri ragazzi che nei vari giorni si sarebbero distribuiti per scattare le foto e aveva comunicato loro la cifra dello stipendio - che già si sapeva dall'annuncio sui giornali - e aveva specificato i turni di ognuno di loro. Inoltre aveva fatto firmare loro delle clausole e anche un contratto che garantiva a tutti i modelli e le modelle lo stipendio settimanale.
Poi aveva preso Simona da parte e con tono gentile le aveva spiegato che anche a lei sarebbero toccate foto singole, ma non le aveva affatto messo fretta, anzi le aveva esplicitamente detto «Quando ti sentirai pronta». Simona lo aveva ringraziato con un sorriso sincero perché Adriano era davvero paziente. Si vedeva che amava il suo lavoro ed era una persona dal cuore d'oro. Ogni volta che la guardava e scattava una foto non la giudicava mai, al contrario era super professionale nel suo lavoro e la trattava normalmente, addirittura regalandole sorrisi di incoraggiamento quando la vedeva giù di morale. Simona di questo era davvero grata perché non era scontato trovare un datore di lavoro che non la giudicasse per il fisico, sopratutto in un lavoro come quello dove il fisico era fondamentale.
Quel giorno Simona non doveva lavorare; infatti si sarebbero rivisti il giorno dopo. Per questo ora stava stendendo i panni con molta lentezza e, per quanto non voglia, la sua mente torna ad una scena precisa di ieri che continuava a ripetersi imperterrita nella sua testa: la foto che Niccolò le aveva scattato di nascosto. Ovviamente Simona non aveva voluto vederla, ma la curiosità la divorava. Perché Niccolò le aveva fatto una foto? Per prenderla in giro o ricattarla? Per quanto una parte del suo cervello, quella più insicura, tendesse a pensare questo, l'altra parte del cervello non lo pensava affatto. Non conosceva Niccolò perché si erano visti poche volte - e la maggior parte di queste lei aveva pure fatto una figuraccia - eppure non le sembrava quel tipo di ragazzo che si fa beffe di una ragazza solo per il suo fisico. In fondo era stato lui a venire a parlarle quando era scappata dal set fotografico e quel discorso l'aveva anche incoraggiata e spinta a farsi fotografare. E allora perché le aveva fatto quella foto? E poi ancora lo sguardo che lui le aveva lanciato quando lei gli aveva fatto capire di avere problemi con il suo fisico e di non amarsi; sul momento a Simona era sembrato uno sguardo compassionevole, ma più ci pensava più le sembrava che dietro quello sguardo dispiaciuto ci fosse voglia di riscatto, voglia di dare una mano.
Sinceramente non sapeva neanche lei cosa pensare e la testa stava iniziando a farle male a forza di pensare a tutto quello. Per fortuna a distrarla da quei mille pensieri è la suoneria del telefonino. Lo tiene nella tasca della tuta e non appena sente la suoneria lascia perdere la maglietta che sta stendendo e afferra il telefono. Senza nemmeno guardare «Pronto?» risponde, incastrando il telefono tra la spalla e l'orecchio e riprendendo a stendere la maglietta.
«Simò so io» risponde una voce rauca dall'altra parte. Simona la riconosce subito.
«Oh Giovà dimmi tutto».
«Perché tratti male tua madre?» è la secca domanda dell'anziano. Simona allora alza gli occhi al cielo e sospira. Vuole bene a Giovanni; l'ha vista crescere ed è un amico intimo di sua madre da una vita ed è stato lui ad aiutarla a trovare quel lavoro, ma quando le fa queste domande e la accusa implicitamente, Simona vorrebbe che sparisse.
«È così che ti ha detto eh? Tanto quando litighiamo la stronza sono sempre io» sbuffa amaramente Simona, stendendo un paio di calzini.
«Sì, lei m'ha detto così, ma famo finta che non t'ho chiesto niente perché già capisco che aria tira e che te stai pe' incazzà,» sentenzia Giovanni, «Volevo solo sapere se dopodomani ti va di venire a cena da tua madre».
«E ha mandato te a chiedermelo? Non poteva farlo lei?».
«Mo c'ha da fare».
«E certo, quando si tratta di sua figlia c'ha sempre da fare!» sbotta Simona mentre con violenza afferra un paio di pantaloni dalla cesta.
«Simò lo sai com'è tua madre» tenta di calmarla l'uomo, ma la frase ha un effetto opposto, infatti «Sì, lo so. È una stronza, ecco com'è!» esclama senza peli sulla lingua prima di inveire per essersi schiacciata il dito con una molletta per i panni. Odia la gente che difende sua madre, sopratutto una persona come Giovanni che sa tutte le vicissitudini della famiglia di Simona. Dall'altra parte sente un sospiro.
«Vabbè Simò dai non te innervosì che poi me innervosisco pur'io e poi lo sai che bevo e sto male, dimmi solo se te va de venì. Vengo pure io a sta cena. Tu' madre te deve dì 'na cosa importante».
Simona inspira e si affaccia al balcone, godendo del tiepido sole sul volto. Vorrebbe dire di no perché non ha proprio voglia di sentire sua madre, ma - nonostante la maggior parte delle volte sia una stronza - le farebbe piacere rivedere Giovanni ed assicurarsi che non esageri con l'alcol. Si morde il labbro. Non riesce a recidere quel cordone ombelicale che la tiene legata a sua madre. Una parte di sé, la più grande, vorrebbe mandare la donna a quel paese una volta per tutte e chiudere i ponti; ma poi c'è sempre quella piccola parte, quella emozionale e irrazionale che vede sua madre ancora come la donna che era prima che accadesse la disfatta e spera, in modo insano, che possa tornare ad esserlo. E Simona non sa perché, ma è sempre quella piccola parte ad avere la meglio. Così si stiracchia e corruccia le sopracciglia. Dall'altra parte c'è silenzio.
«Va bene, vengo. Ma dì a mia madre di cucinare gli gnocchi o non vengo più» - gli gnocchi sono l'unica cosa che le manca della convivenza con sua madre.
L'uomo dall'altra parte si lascia scappare una risata e «Sarà fatto comandante!» scherza ridendo. Simona sorride a mezza bocca: almeno qualcosa di piacevole ci sarà in quel pranzo.
«A che ora?».
«All'una a casa di tua madre, dopodomani. Ciao Simò» la saluta velocemente l'uomo e prima che Simona possa rispondere, Giovanni attacca.
Simona ripone il telefono nella tasca dei jeans e torna a concentrata sui panni da stendere. Non sa quanto abbia fatto bene ad accettare perché l'ultima volta che sua madre aveva avuto una notizia da comunicarle, le cose erano andate a rotoli e Simona ricorda quel giorno come fosse ieri.
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Da qua in poi le cose si faranno più attive!😍
Spero che la storia vi stia piacendo!🤞🏻💓
Un bacione a tutti/e e grazie per il sostegno!💚

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